Il Natale porta con sé storie che sanno di buono, in un periodo in cui gli occhi si dotano di lenti particolari, che filtrano la realtà e cercano di scovare conforto e gioia nelle cose. È un momento dell’anno così. Ci piace per questo. Saranno le atmosfere che si creano, il calore che accompagna le fredde giornate di Dicembre, il ritrovare occhi che si erano persi. Sarà che in piena pandemia, al netto di tutto ciò che non possiamo fare, proviamo a riscoprire l’autenticità di gesti essenziali, che spesso si nascondono tra il luccichio degli addobbi, la frenesia delle spese e la rincorsa contro il tempo.
Come potersi esimere dal dire che queste festività pandemiche scardinano ogni segno di tradizione, ogni certezza e ogni ritualità. Regalano però anche spunti di riflessione, pensieri che portano a comprendere che in fondo nessuna circostanza, pur pazzesca sia, può veramente toccare l’essenza del Natale. Sapersi adattare ai cambiamenti, se pur temporanei, fa scoprire energie e opportunità nuove.
Entriamo in una di queste storie, che ha per protagonista un maestro panificatore e come veicolo del dono un panettone, pieno di sapore e di colore. Un artigiano che veste il Natale di dolcezza, solidarietà e nuovi orizzonti.
Matteo Cunsolo, titolare de La Panetteria di Parabiago (Milano), presidente dell’Associazione Panificatori di Milano e Provincia e segretario Richemont Club Italia, per il terzo anno consecutivo prepara il panettone ai 4 cioccolati. Una delizia in quattro versioni, fondente, bianco, al latte e ruby, dai sensori fruttati. Valore e virtù di questo dolce, il fatto che la metà del ricavo verrà devoluto alla cooperativa La Ruota di Parabiago. I gusti rappresentano le peculiarità delle persone che prestano servizio e che usufruiscono dei servizi della cooperativa. Cioccolato al latte a dipingere l’infanzia che ciascuno porta dentro sé, cioccolato rosa a descrivere la dolcezza degli organizzatori, cioccolato fondente a tracciare la determinazione dei volontari e cioccolato bianco a ricordare la purezza delle persone con fragilità. La cooperativa è impegnata nel prestare assistenza alle persone più deboli, come minori in difficoltà, disabili, prima infanzia. E quest’anno ogni panettone sarà accompagnato da una speciale card disegnata dai ragazzi dell’Associazione, quale firma di questo Natale solidale.
Matteo ha saputo creare un messaggio trasversale, che premia la sua professionalità ma che sa anche guardare con occhi attenti alla comunità, alle persone che quotidianamente vivono difficoltà e che lottano per renderle più accettabili. Ancora una volta il cibo diventa un linguaggio capace di arrivare dritto al punto, con forza e autenticità.
E proprio a dimostrazione di come un momento di contingenza si possa trasformare in un’opportunità, ecco bussare alla porta de La Panetteria di Parabiago un imprenditore milanese, che dal 2001 vive e lavora in Asia, Michelangelo Guglielmetti. Sceglie Matteo Cunsolo per realizzare il suo sogno italiano a Hong Kong, far conoscere la qualità e l’artigianalità made in Italy. Non poteva che essere il panettone il mezzo per rendere concreto questo progetto. Due persone che non si conoscono, che vivono in continenti diversi ma che trovano intesa negli intenti e voglia di dar voce al tratto di italianità che caratterizza entrambi. Tutto accade in un delicato periodo di emergenza sanitaria mondiale, ed è proprio la situazione a rappresentare l’elemento cardine di questa storia.
Guglielmetti ha iniziato l’attività professionale in Corea, poi tanta, tantissima Cina, infine Hong Kong che è diventata per lui la sua seconda casa. Viaggia tra Malesia, Vietnam, Taiwan e Giappone. Il sogno che insegue da tempo è di portare il made in Italy in quell’area geografica così diversa per cultura, storia, regole economiche e sociali.

Cunsolo ha numerose esperienze di formazione all’estero tra le quali il corso di formazione ospitato al Nkuht National Kaohsiung University of Hospitality and Tourism di Kaohsiung, vicino a Taiwan, e il corso di formazione dedicato al pandoro e al panettone svolto a Tokyo e Osaka, in Giappone. «La nostra produzione è concentrata soprattutto nei mesi di novembre, dicembre. Questa è la prima volta che esporto all’estero ed è una grande emozione, perché – continua il maestro – è sempre stato il mio sogno quello di esportare in questo paese, dove la popolazione ha un profondo rispetto per la panificazione e i prodotti da forno in generale».
Da qui ha preso forma il sogno di Michelangelo, iniziato qualche anno fa, di importare in Asia prodotti artigianali made in Italy. Principalmente si occupa dello sviluppo di attività per imprenditori che, con la loro artigianalità e il loro saper fare, danno un valore unico a ciò che producono. E il periodo di pandemia ha dato questo spunto. «Ad Hong Kong, tra virus e proteste, molte persone hanno iniziato a cucinare a casa; ciò ha creato una crescente richiesta di prodotti di qualità e interesse per metodi di cucina sani e alternativi».
Guglielmetti stava cercando un produttore di nicchia del vero panettone artigianale milanese, per avere un prodotto speciale con cui lanciare un nuovo negozio online a Hong Kong sotto Natale. Sente parlare di Cunsolo dalla sorella e si documenta. Trova molto materiale sulla sua attività e si rende conto che è esattamente ciò di cui ha bisogno: un artigiano legato alle tradizioni, rispettoso del passato, ma proiettato al futuro.
Un contatto, un’intesa che nasce all’istante. Matteo è un artigiano 2.0, con esperienza internazionale e spirito imprenditoriale che sa cogliere l’opportunità che si è presentata e che gli offre la possibilità di far conoscere all’estero il suo lievitato, realizzato con attenzione alla tradizione ma con uno sguardo teso alla ricerca. Al centro una materia prima di eccellenza, che rende particolari le sue creazioni di panettone e pandoro. Con variazioni interessanti, quali marron glacé, amaretto, fichi del cilento e noci, marzapane e arancio, che vanno a incuriosire i palati più golosi e arditi.
Uno storia tutta italiana, una collaborazione che unisce imprenditorialità e artigianato, che nobilita il prodotto e ne esporta il valore, varcando confini e distanze. Un segnale di stimolo per tutte le realtà artigianali, affinché facciano rete e creino nuove sinergie per poter costruire un futuro che ora sembra essersi fermato, ma in realtà non aspetta altro che rinascere.
Forse nulla sarà più come prima, sono stati stravolti schemi ed equilibri a tutti i livelli, minate certezze, rispolverate paure. La strada è piena di crepe, si può evitarle continuando il consueto cammino oppure provare a osservarle e vedere dove portano. Uno spirito di adattamento che non vuol essere una mesta accettazione di ogni stravolgimento, ma la presa di coscienza che il valore che anima le persone può spigionare energie inattese e stimolare viaggi che mai avremmo pensato di compiere. E chissà che non ci conquistino nel profondo le mete che raggiungeremo.