In occasione dell’avvio della presidenza italiana del G20, nel mezzo della crisi di governo, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un intervento sul Sole 24 Ore scrive che il governo italiano è convinto «dell’importanza di continuare a seguire politiche fiscali e monetarie espansive fino a quando non saremo tornati su un sentiero consolidato di crescita. Ritirare anzitempo il supporto all’attività economica sarebbe un grave errore». Anzi – scrive il ministro – «occorrerà semmai orientare la politica di bilancio verso la spinta agli investimenti».
Ma «non vogliamo e non possiamo accontentarci di un ritorno alla normalità», continua. «L’attuale congiuntura offre l’opportunità di sviluppare nuovi paradigmi per garantire una prosperità diffusa e accompagnare la trasformazione verso società più sostenibili, digitali e inclusive. Il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo richiede che tutti i principali attori dell’economia globale uniscano le forze. Per questo la presidenza italiana si impegna a contribuire a un rilancio del multilateralismo come fondamento della cooperazione internazionale, grazie anche al fondamentale contributo della nuova amministrazione statunitense che ha appena annunciato che “America is back”».
Ecco le sei priorità che la presidenza italiana intende perseguire per il G20 Finanze:
- Promuovere la salute pubblica come bene comune globale
- Un ambiente internazionale favorevole a investimenti e crescita
- Il sistema finanziario globale e il finanziamento dell’economia reale
- Le prospettive di sviluppo dei Paesi più vulnerabili
- Un sistema internazionale di imposizione fiscale più equo e sostenibile
- Al centro della presidenza italiana un’ambiziosa agenda verde
Ieri intanto Gualtieri, nella lettera inviata all’Europa per spiegare la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio da 32 miliardi approvato dal Parlamento, non ha escluso la proroga della cassa integrazione fino all’autunno, se dovesse essere necessario.
Per l’Italia questo comporta un peggioramento dei conti pubblici: il disavanzo previsto per il 2021 sale all’8,8% del Pil, ma «il governo continua a mirare a un deficit del 4,7% nel 2022 e del 3% nel 2023». Con la promessa – assicura Gualtieri – di riportare il rapporto debito/Pil al livello del 2019 entro il 2030.
A oggi il debito italiano ha già raggiunto il 154,2% del Pil. Solo la Grecia fa peggio di noi.