Déja-vuDopo due anni e una pandemia, il nuovo film di James Bond è già vecchio

È il 25esimo della saga, l’ultimo in cui ci sarà Daniel Craig. Ma le chiusure dei cinema hanno fatto slittare l’uscita e i ritardi hanno reso obsoleta la colonna sonora e alcune scene. Che dovranno essere girate di nuovo

locandina di No Time To Die

Le prime indiscrezioni risalgono al 2017. A seguire, le polemiche sul casting («ma come: l’agente 007 è una donna nera?»), qualche dibattito, alcune immagini e poi la conferma: James Bond sarà Daniel Craig, cosa pensavate.

Nel frattempo è cominciata la campagna. Nuove informazioni, qualche dettaglio della trama, gli annunci e a dicembre 2019, evviva, ecco il primo trailer. Cui ne è seguito un altro a settembre 2020, e forse se ne farà anche un terzo.

Perché ormai sono ben 14 mesi che si parla di “No Time To Die”, il 25esimo film della serie dell’agente inglese. Anzi: sono 14 mesi che se ne vedono spezzoni, da Ana de Armas che tira calci in volo fino allo stesso James Bond che si cala, con qualche difficoltà, dal Ponte Acquedotto di Gravina di Puglia. In qualche modo, insomma, è un film già visto.

Del resto è una produzione che, come tante altre, ha dovuto subire i contraccolpi della pandemia. Il cronoprogramma prevedeva l’uscita ad aprile 2020, poi a novembre 2020, poi ancora ad aprile 2021 e adesso si è deciso (pare definitivo) per ottobre 2021. Varianti inglesi permettendo.

Intanto si è fatto in tempo a lanciare Craig sulle copertine di GQ (edizione inglese) e di programmare le sue apparizioni al Saturday Night Live, mentre Léa Seydoux, la bond-girl della situazione, era già apparsa sul numero di aprile di Harper’s Bazaar e la de Armas su Vanity Fair. Tutte cose che, in qualche modo, andranno rifatte.

Meno facile sarà rinverdire la canzone di Billie Eilish, che costituisce la parte più interessante della colonna sonora del film. Era già stata lanciata, i fan la conoscono e nell’autunno 2021 sarà considerata vecchia. Tutto il film, del resto, sarà vecchio.

Il marketing ha una data di scadenza. Alcune scene del film dovranno essere modificate in via digitale (questa è la richiesta degli sponsor) perché i prodotti piazzati non sono più aggiornati. Al momento non ci sono state risposte, ma sarà necessario adeguarsi e aumentare il costo, già molto alto, di tutte queste riprogrammazioni: finora sono già stati spesi 40 milioni. Ma ne serviranno di più.

Il tutto per un prodotto già consumato. “No Time To Die” già adesso non ha più niente di nuovo, anzi: quando sarà possibile vederlo musiche e immagini rievocheranno tempi lontani (un’epoca fa) e a ottobre la pellicola avrà già tre anni.

Un prodotto impallidito, dopo un’emorragia di teaser e anticipazioni durata mesi, e un pubblico che avrà perso ogni tensione dell’attesa. Ma non è detto che sia un male. Rivedere James Bond, senza adrenalina e con più familiarità, potrebbe essere quasi un conforto. Un vecchio amico che si incontra di nuovo (e per l’ultima volta) dopo una vita che non ci si vede.