Ciak, si giraL’arte di fare film si impara alla scuola di cinema Mazzacurati

Dalla sceneggiatura al montaggio, passando per recitazione e regia. Il mondo del set è complesso e richiede professionalità e preparazione concreta. «Chi esce da qui», spiega Marina Zangirolamo, fondatrice e vedova del regista da cui prende il nome l’istituto, «sarà in possesso di un mestiere»

Kal Visuals, da Unsplash

Una scuola che insegni a scrivere una sceneggiatura, girare un film, montarlo. A cui aggiunge corsi di recitazione e produzione, e insegna a essere assistenti alla regia e segretari di produzione. Dove si spiega come si lavora sul set, da dove si deve partire e dove bisogna arrivare.

Insomma, conoscenze concrete che servono fin da subito a lavorare. È la Scuola di cinema Carlo Mazzacurati, creata da Marina Zangirolami, moglie del celebre regista padovano scomparso nel 2014 e a sua volta assistente regista e produttrice. I suoi corsi sono – giocoforza – solo online al momento, ma progetta di trovare una sede appena sarà possibile.

«È un progetto che cerca di continuare l’esperienza del Master in Sceneggiatura che tenevo all’Università di Padova», spiega a Linkiesta Marina Zangirolami. «Un lavoro che è durato quattro anni, un periodo fantastico: i ragazzi che sono usciti hanno tutti trovato subito un lavoro. E in quei mesi di studio ed esercizio erano cambiati, più sicuri di sé, più consapevoli. Perfino più belli».

La scuola ne vuole essere la naturale continuazione, «con gli stessi docenti (anche di più), tutti nomi di grande valore, come Franco Bernini, sceneggiatore e regista, Doriana Leondeff, Angelo Pasquini e altri ancora». Il senso è «portare qui, nel Veneto, i professionisti da Roma, perché il cinema si fa ancora nella Capitale», a parte qualche piccola esperienza periferica, «come nel Trentino Alto-Adige».

Ma non solo. La scuola vuole concretizzare il sogno del regista Carlo Mazzacurati nel suo «essere libera, ma compresa nel territorio, con storie legate a un luogo specifico». Si scrive bene quando si parla di luoghi che si conosce, da cui si possono trarre storie nuove e originali. I corsi partono da qui: al momento sono due, entrambi di sceneggiatura. Uno per il cinema e l’altro per le serie tv. Durano sei mesi e sono online.

«Saranno intensi, ma lo spirito è quello: concreto. Garantiscono che quando uno esce sappia scrivere una sceneggiatura. Abbia cioè in mano le chiavi per un mestiere e possa lavorare». Il senso è quello. Poi, a seconda delle voci, «si avranno sceneggiatori più portati per l’autorialità rispetto ad altri. Ma quella è una cosa che si vede fin da subito. C’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Chi rientra in questa seconda categoria lavorerà al servizio di altri. Non è meno difficile, anzi. Occorre sapere farsi traduttori di idee altrui e metterle all’interno di una buona sceneggiatura».

La sede non c’è: «Ne avevamo individuata una, ma l’arrivo della pandemia ci ha fatto cambiare piani. Quando si tornerà alla normalità ce ne sarà anche una fisica».

E partiranno anche altri corsi, altre idee: «Recitazione per il cinema, che prevede insegnamenti di canto, danza, sport, ballo. Ci sarà anche meditazione». E «uno di Montaggio, che sarà pensato all’americana. Agli studenti sarà chiesto di montare e rimontare del materiale adottando diversi punti di vista di volta in volta. Una volta usciti potranno fare già gli assistenti al montaggio, che non è un mestiere facile».

Insieme ci sono workshop corsi di aiuto-regia, organizzazione della produzione, tecniche di pitching e di script editing. «È una scuola di cinema e dentro si impara il cinema, in tutti i suoi aspetti».

Chi esce sarà preparato «e questo è fondamentale. Se hai la giusta preparazione non sbagli sul set, sai dove posizionarti e dove farti trovare. Sai anche renderti indispensabile: fai una cosa e quella è tua, dall’inizio alla fine, e gli altri lo sanno».

Il set «è un mondo duro, difficile, anche molto maschile. Può essere complicato inserirsi». Ma al tempo stesso «è un luogo delicatissimo, quasi magico, in cui devi gestire tutti gli equilibri e dove tutti hanno una parte e vogliono che gli venga riconosciuta. Tanto dipende dal regista, da come si muove e da come gestisce – mette o toglie – la tensione».

È così vero che «soltanto guardando un film si può capire come fosse l’atmosfera sul set. Se fosse nervosa, difficile, o affiatata e tranquilla». Del resto è un mondo nel mondo, dove «per diverse settimane – nelle serie tv anche per mesi – sei costretto a incontrare e frequentare ogni giorno a quasi ogni ora sempre le stesse persone. È faticoso e speciale insieme, senti di avere un ruolo e anche un certo potere: stai visualizzando una cosa che fino a quel momento era solo raccontata. Vorrei che tutto questo venisse trasmesso nella scuola».

I corsi della scuola Carlo Mazzacurati cominciano in primavera, le iscrizioni (ci sono ancora posti) per i corsi di sceneggiatura terminano il 22 febbraio.

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