«Non ci sono indicazioni che le vaccinazioni possano aver provocato questi eventi» ma l’Ema sta conducendo «un’analisi rigorosa sugli eventi tromboembolici», e sta valutando «caso per caso le reazioni sospette». Lo ha detto Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) durante la conferenza stampa dopo la sospensione da parte di molti Stati europei, tra cui l’Italia, del vaccino Astrazeneca contro il Covid.
L’ultimo stop ad Astrazeneca, in ordine di tempo, è arrivato dalla Svezia e dalla Lettonia. Questa mattina il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato che la decisione nel nostro Paese è stata presa «in via precauzionale» dopo la valutazione fatta in Germania del Paul-Ehrlich-Institut.
La direttrice Cooke ha spiegato inoltre che l’Ema «sta valutando i dati raccolti in Europa» per verificare «tutti i possibili effetti collaterali» legati al siero dell’azienda anglo-svedese. «La nostra priorità è assicurarci della sicurezza del vaccino», ha aggiunto Cooke ricordando che, al momento, «non ci sono evidenze di collegamenti» tra l’insorgenza dei casi di trombosi e la somministrazione del vaccino.
I trombi sanguigni «non sono emersi nei test clinici, né sono stati indicati come effetti collaterali noti», ma soprattutto «non ci sono indicazioni che le vaccinazioni possano aver provocato questi eventi», spiega la direttrice dell’Ema. «Molte migliaia di persone sviluppano trombosi ogni anno in Europa per cause di differenti», ha proseguito la direttrice dell’Ema, quindi la valutazione in corso nasce per rispondere alla domanda: si tratta di un effetto collaterale o coincidenza?
Infine, il rapporto rischi-benefici del vaccino AstraZeneca «rimane positivo, stiamo continuando a valutare possibili eventi collaterali» e «la situazione attuale non è imprevista», ha proseguito Cooke. «Oggi c’è una nuova riunione degli esperti di analisi di dati e giovedì verranno rese noto le conclusioni – ha detto Cooke -. Il pubblico sarà informato della decisione».
Intanto un’inchiesta su alcuni lotti specifici è in corso da parte dell’Ema, ha spiegato ancora Cooke, parlando in conferenza stampa. «Le decisioni prese a livello nazionale vengono prese nel contesto delle informazioni disponibili a livello nazionale. È una prerogativa dei Paesi agire ed è nostra responsabilità concentrarci su una valutazione scientifica», ha affermato Cooke. Per valutare i casi sospetti e i dati di AstraZeneca sono al lavoro «i nostri esperti e specialisti dei disturbi della coagulazione del sangue», ha poi confermato.
Nel frattempo la Commissione europea e Pfizer-Biontech hanno raggiunto oggi un accordo per accelerare le consegne: la fornitura di 10 milioni di dosi che erano previste nella seconda parte dell’anno, sarà anticipata al secondo trimestre. Lo rende noto l’esecutivo comunitario.
We agreed with @BioNTech_Group @pfizer on an accelerated delivery of 10 million doses for quarter 2.⁰
This will bring the total deliveries of this vaccine to 200 million doses for that quarter.⁰
It will give Member States room to manoeuvre and possibly fill gaps in deliveries. pic.twitter.com/abBr3lKUXc— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 16, 2021
«So quanto sia cruciale il secondo trimestre per le nostre strategie di vaccinazione. Questa accelerazione porterà le dosi totali di Pfizer-Biontech nel secondo trimestre a oltre 200 milioni», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “È un’ottima notizia. Offre agli Stati membri spazio di manovra e la possibilità di colmare le lacune nelle consegne».
«Queste dosi saranno prelevate sull’opzione dei 100 milioni di dosi del secondo contratto BioNTech-Pfizer, previsto per il terzo ed il quarto trimestre 2021. La proposta presentata oggi dalla Commissione delle essere approvata dagli Stati membri nel Comitato direttivo congiunto», precisa la nota.