Le proteste dopo il decreto sostegniLa Lega annuncia battaglia in Parlamento sulle cartelle fiscali

Il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon dice che il tetto a 5mila euro va alzato a 10mila e che il periodo di riferimento va esteso almeno al 2015. E la soglia dei 30mila euro di reddito va riferita al 2020, ossia all’anno della pandemia. «Chi parla di condono lo fa senza cognizione»

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

«Con uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro, che aveva deciso il governo Conte, non si poteva fare di più». Lo spiega alla Stampa Claudio Durigon, sottosegretario all’Economia ed esponente della Lega, per rispondere alle critiche delle associazioni di categoria che giudicano insoddisfacenti i ristori. «Questo è solo il primo passo ed è comunque un aiuto maggiore rispetto ai quattro interventi precedenti», dice.

Ma sullo stralcio delle cartelle esattoriali, dopo aver perso il braccio di ferro con Pd e LeU, la battaglia per la Lega non sembra essere finita qui. «L’accordo raggiunto non è quello che auspicavamo, però nel passaggio parlamentare ci torneremo», assicura Durigon. «Avremo tempo di modificare alcuni aspetti: il tetto a 5mila euro va alzato a 10mila, così come va esteso il periodo di riferimento almeno al 2015. Inoltre è stato deciso che la cartella possa essere cancellata solo dai contribuenti che nel 2019 avevano un reddito inferiore a 30mila euro, io dico che bisogna considerare il 2020, ossia l’anno della pandemia. Chi parla di condono lo fa senza cognizione».

Lo stesso Draghi ha annunciato la necessità di una riforma della riscossione. «Nel magazzino dell’Agenzia delle entrate esistono 137 milioni di cartelle e il 91% sono crediti inesigibili», spiega Durigon. «È un problema serio, l’Agenzia deve fare il possibile per recuperare le somme. Ma se non ci riesce, la cancellazione degli atti dopo cinque, sei o sette anni deve diventare automatica, non possiamo fare una legge ogni volta».

Ma non sarebbe solo una preoccupazione della Lega. Tant’è, fa notare il sottosegretario, il giorno prima del lungo e acceso Consiglio dei ministri che ha portato alla approvazione del decreto sostegni, «in commissione Finanze alla Camera è stato approvato all’unanimità un documento proprio sul fisco e il relatore era un deputato dem. Era un parere sul Pnrr». E diceva che «occorre provvedere alla revisione del magazzino dell’Agenzia delle entrate procedendo alla totale o parziale cancellazione dei crediti fiscali inesigibili, pari attualmente al 91% del totale».

Matteo Salvini, ora, in vista del prossimo provvedimento già annunciato da Draghi, chiede altri 100 miliardi di extra deficit a breve. Durigon è più cauto: «Lui ha detto che dobbiamo mettere ciò che serve e così faremo. Chiaramente non ci possiamo concedere 100 miliardi, ma l’ultimo lockdown ha avuto un impatto sul sistema economico e quindi con il prossimo scostamento cercheremo una formula in grado di potenziare gli indennizzi».

Ancora presto per dire quanti soldi saranno stanziati. «Stiamo già facendo degli scenari al Mef, però è necessario del tempo per valutare», dice Durigon. «Dipenderà dal piano vaccinale, se ci sarà un’accelerazione come credo si comincerà a riaprire e quindi impiegheremo meno risorse. Se siamo ancora a questo punto è per le strategie inefficienti dell’Europa sui contratti e di chi gestiva i vaccini in Italia. Non ci faremo condizionare da 5 miliardi in più o in meno, verrà utilizzata la cifra che occorre per ripartire».

Cosa ci sarà nel prossimo provvedimento? «Ci saranno misure per la liquidità delle imprese: la moratoria sui prestiti che scade il 30 giugno verrà prolungata. E poi lo stop alla plastic tax fino alla fine dell’anno. Le scadenze fiscali del 2020 della rottamazione e del saldo e stralcio bisogna rinviarle di nuovo, l’economia soffre perciò mi sembra giusto posticipare le tasse a chi è in difficoltà».

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