Stop alle differenze tra RegioniCurcio dice che ora con i vaccini si dovrà procedere solo per fasce d’età

Il capo della Protezione Civile spiega al Corriere che «l’unico criterio deve essere questo». Ci saranno hotspot vaccinali in ogni città, con grandi parcheggi, entrate e uscite separate, area di attesa, medici che verificano le condizioni di idoneità, sale per l’inoculazione e altre dove aspettare i 15 minuti obbligatori

(La Presse)

«Arriveremo a 500mila vaccini al giorno e a quel punto nessuno potrà rimanere indietro nella somministrazione. Noi siamo pronti a sostenere le Regioni, entro fine anno dobbiamo riprendere la nostra vita migliore».

Fabrizio Curcio, di nuovo a capo della Protezione Civile, parla per la prima volta al Corriere della missione anti Covid-19. «Le mancate consegne hanno certamente provocato un rallentamento, ma stiamo recuperando bene», assicura. «Entro la fine del mese arriveranno 4 milioni e mezzo di dosi. Adesso stiamo vaccinando 200mila persone al giorno, a regime dobbiamo arrivare a 500mila. Come ha detto il commissario Figliuolo, se le case farmaceutiche rispetteranno le scadenze a fine giugno ce la faremo».

Ma serve un allineamento tra le Regioni, spiega. «È necessario maggiore coordinamento e condividere gli obiettivi pur mantenendo la diversificazione per territorio. E seguire le indicazioni contenute nel piano. Ora che si finirà di vaccinare gli ultra ottantenni, le categorie fragili, i docenti, le forze armate, di polizia e di Protezione civile bisogna tornare alle fasce di età. L’unico criterio deve essere questo».

Nessuna variazione territoriale, insomma. «Quando AstraZeneca veniva somministrato con alcune limitazioni per fasce di età il piano è stato variato inserendo i servizi essenziali e ogni Regione ha deciso per sé», dice. «Dall’11 marzo tutto è cambiato. Lo prevede il decreto in vigore condiviso con i governatori. Procedere per categorie non va bene, causa problemi».

E non sono previste categorie che possano saltare la fila: «Se bisogna chiudere una coda – per esempio per gli insegnanti – va bene. Ma che non diventi saltare la fila. Procedere per anno di nascita è l’unico criterio oggettivo».

Finora, le Regioni hanno usato criteri differenti tra loro «e questo ha generato disomogeneità sul territorio, differenze che presto saranno superate. Ma io vorrei che uscissimo dal paradigma che vede buoni e cattivi, le Regioni devono poter contare su di noi».

La Protezione Civile, da parte sua, può contare su almeno 200mila volontari. «Io credo che debbano essere creati “Hotspot vaccinali” in ogni città», dice Curcio. «Siamo pronti anche ad allestirli, preparati a farlo proprio come accade quando c’è un terremoto o un’alluvione».

Si sta lavorando quindi a delle linee guida che saranno uguali ovunque: «Grande parcheggio, entrate e uscite separate, area di attesa, medici che verificano le condizioni di idoneità, sale per l’inoculazione e altre dove aspettare i 15 minuti obbligatori».

Poi «un ruolo strategico possono averlo le farmacie, proprio come sta avvenendo per i tamponi rapidi», i 42mila medici di base e «io conto molto anche sugli odontoiatri», dice Curcio. «Dobbiamo essere veloci, arrivare ovunque in ogni modo possibile e la Protezione civile avrà un ruolo fondamentale logistico e pratico».

Anche le vaccinazioni in azienda daranno un grande contributo. «Possono essere un altro punto di forza in questa battaglia. L’importante è che anche in questo caso sia rispettato il criterio delle fasce d’età sia per i dipendenti, sia per i loro familiari».

Quando ne usciremo? «Se le case farmaceutiche rispetteranno i tempi, io sono convinto che alla fine di quest’anno torneremo a riprenderci almeno in parte la nostra vita».

Anche perché, dice, numeri sui rifiuti dei vaccini AstraZeneca non sembrano essere allarmanti. «Molte Regioni hanno utilizzato l’80% delle scorte e questo è un grande risultato, ma io non credo proprio che la maggior parte delle persone stia rifiutando il vaccino. È la nostra salvezza, la vera via d’uscita dall’emergenza. Abbiamo ancora 500 morti al giorno, è bene tenerlo a mente».

Il capo della Protezione Civile ha fatto la sua iniezione. «Avevo deciso di essere l’ultimo tra i miei colleghi perché così fa chi guida una squadra», racconta, «quando mi sono reso conto che la mia scelta poteva essere male interpretata sono andato subito. AstraZeneca è stato definito dalle agenzie regolatorie vaccino sicuro. Va fatto».

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