La mediazione di OrlandoIl blocco dei licenziamenti prosegue, ma sarà selettivo

Il ministro del Lavoro spiega che per le imprese più strutturate ci sarà un termine definito, probabilmente il 30 giugno. Divieto più lungo per le più piccole, agganciato alle politiche attive. L’emergenza continua, «non possiamo abbandonare gli interventi straordinari»

(La Presse)

La conferma, dopo le anticipazioni delle prime bozze del decreto sostegno, ora arriva anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando: il blocco dei licenziamenti proseguirà oltre il 31 marzo. Ma sarà selettivo, cioè non uguale per tutti.

«Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti», dice il ministro nelle comunicazioni al Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ma ci saranno due step. Per le imprese dotate degli strumenti ordinari di protezione, ovvero la cassa integrazione ordinaria, il divieto di licenziare «sarà legato a un termine definitivo». E cioè, con ogni probabilità, il 30 giugno. Mentre per quelle più piccole, che non possono usufruire degli strumenti ordinari, ci sarà una proroga più lunga, agganciata all’approvazione della riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive che permetta ai dipendenti di riqualificarsi ed eventualmente ricollocarsi.

È una risposta a quello che chiedevano i sindacati, insomma. Ma è anche una soluzione in grado di placare le critiche di Confindustria al metodo delle proroghe continue del divieto, che starebbero anche congelando le assunzioni.

«Evitiamo di trattare situazioni diverse con strumenti uguali», spiega Orlando. La crisi «purtroppo prosegue e questo non consente di abbandonare il ricorso a strumenti di carattere eccezionale». Oggi però, «possiamo avere uno sguardo più selettivo, non per ridurre le risorse, che credo saranno ancora necessarie per molto tempo, ma ottimizzare il loro utilizzo». Lo dice anche una nota appena pubblicata dall’Ocse, “Supporting jobs and companies: A bridge to recovery phase”: gli aiuti per il lavoro e le imprese vanno mantenuti, ma gli strumenti devono evolvere.

Nel decreto sostegno, slittato ormai alla prossima settimana, «le misure dovranno essere già allineate con le novità sugli ammortizzatori sociali». Il pacchetto “lavoro” dovrebbe prevedere quindi la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno e l’allungamento fino a fine anno della cig Covid-19. E nel provvedimento potrebbe trovare spazio anche una nuova proroga della deroga alle causali previste dal decreto dignità per facilitare i contratti a termine ed evitare mancati rinnovi.

La ripresa del confronto con le parti sociali sulla riforma degli ammortizzatori sociali è stata la prima mossa del neoministro. Il pacchetto normativo sulle procedure di semplificazione per l’erogazione è già pronto. Poi si procederà ad allargare il perimetro delle protezioni, estendendo le indennità ai settori non coperti dalla cassa, agli autonomi e ai nuovi lavoratori delle piattaforme. Successivamente, «con il coinvolgimento delle regioni, attiveremo in parallelo il tavolo delle politiche attive del lavoro», precisa Orlando. Che nei giorni scorsi ha già sollecitato più volte l’Anpal per l’attivazione dell’assegno di ricollocazione, esteso dalla legge di bilancio anche ai percettori di Naspi e cassa integrazione.

Ma ci sarà da mettere mano anche al reddito di cittadinanza, che nel decreto sostegno dovrebbe essere rifinanziato con 1 miliardo. «È grazie a questi strumenti, oltre a quelli che hanno tutelato i posti di lavoro, che la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica non sono ancora diventate in modo drammatico crisi sociale», dice Orlando. Ma «possiamo pensare a una manutenzione e adattamento di questi strumenti accanto ad altri che andranno individuati».

Il ministero ha istituito ufficialmente il Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, previsto già dal “decretone” del governo gialloverde che ha introdotto il sussidio ma mai istituito. La sociologa Chiara Saraceno avrà la presidenza. Accanto a lei ci saranno altri sei componenti, tra cui l’ideatore dell’Alleanza contro la povertà in Italia Cristiano Gori, il docente di Politica economica ed esperto di disuguaglianze Maurizio Franzini, il capo della direzione centrale Studi e Ricerche dell’Inps Daniele Checchi e la sociologa dell’ufficio Politiche sociali della Caritas italiana Nunzia De Capite. Il comitato avrà il compito di fare il punto sull’attuazione della misura, dando indicazioni sui cambiamenti necessari per renderla più equa, modificando i requisiti previsti attualmente che penalizzano soprattutto i cittadini stranieri e le famiglie numerose.

Orlando individua in giovani, donne e Sud le categorie che hanno pagato il prezzo più alto alla recessione innescata dal Covid-19. E nell’ottica della attuazione del Recovery Plan, fa sapere di aver costituito un gruppo di lavoro ad hoc sull’occupazione femminile e il divario salariale di genere. Oltre che un gruppo tecnico per la predisposizione dei protocolli di vaccinazione in azienda, dopo la firma del piano con le Regioni. «L’approccio della concertazione con le parti sociali va mantenuto», dice Orlando, «per aggiornare il protocollo sulla sicurezza e consentire le vaccinazioni in azienda». Ma si aspetta un confronto anche sulla questione rider, sulla quale il ministro si era espresso facendo i complimenti alla procura di Milano dopo l’ultima inchiesta sulle condizioni di lavoro dei ciclofattorini.

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