Risotti e nuove leggi Anche Cracco e Bottura contro l’omotransfobia

Perché ha senso che anche uno chef si impegni in battaglie sociali che esulano dalla cucina? Ce lo spiega un esperto comunicatore, da anni in prima linea nella lotta contro il bullismo omofobico

La presa di posizione passa da instagram: è lì, sui loro profili, che gli chef più celebri d’Italia hanno deciso di dare sfogo alla loro delusione rispetto alle lungaggini della politica.

L’ha fatto Cracco usando il risotto come metafora culinaria: «Se il mio risotto resta troppo tempo lì fermo sul fuoco o scuoce o brucia. Non vorrei si bruciasse anche la legge contro l’omofobia. Mandiamola in tavola subito».

È una delle prime occasioni in cui Carlo Cracco si espone in maniera così determinata su un tema: «Lo so che il mio lavoro è fare il cuoco e stare tra pentole e fornelli. Ma ci sono volte in cui, quando si diviene personaggi pubblici, non ci si può tirare indietro. Specie quando si vedono lentezze o mancanze di fermezza nelle azioni di contrasto alle ingiustizie sociali nel nostro Paese. In questi giorni il Senato dovrebbe discutere la legge Zan, già approvata alla Camera, che vuole contrastare l’omofobia in Italia. Dico dovrebbe perché la legge è ferma da tempo e se ne ritarda senza motivo la calendarizzazione in Aula».

L’ha fatto Bottura con un video, partendo dall’osservazione della sua squadra e sottolineando la forza della diversità di colore, razza, orientamenti sessuali di questa sua famiglia allargata, famiglia di cui ogni persona ha diritto. Lo chef modenese chiude con un hashtag: no more excuses, rivolto ai senatori.

Il messaggio passa come sempre in questo periodo dalle stories di Instagram, da dove ormai si definisce l’agenda politica e si dettano le priorità al Governo, almeno secondo le celebrità che da lì fanno transitare le loro ambizioni, i loro sfoghi, e anche le loro prese di posizione, sempre più determinate e sempre più ampie nel raggio d’azione.

La legge contro l’omotransfobia, proposta da Alessandro Zan è solo l’ultimo in termini temporali dei temi politici che hanno avuto visibilità sul social network. Ma è giusto, opportuno e efficace che anche uno chef, per quanto star, diventi portavoce di temi così lontani dalla sua sfera di competenza?

L’abbiamo chiesto a Fulvio Zendrini, comunicatore e grande appassionato e conoscitore del mondo dell’enogastronomia. Triestino, ha costruito una carriera nel mondo della comunicazione aziendale, con una formazione alla Columbia University di New York e all’Università Bocconi di Milano. Al vertice nella comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia, Salvatore Ferragamo, Piaggio, è consulente per Autogrill, Illy, Olitalia, Fornasetti, insegna all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo).

È inoltre presidente dell’Associazione “Le cose cambiano”, che lotta contro il bullismo omofobico, e ha quindi una visione ampia sul tema: «Non credo di essere il primo né l’unico a sostenere che il ruolo dello chef si è evoluto negli ultimi anni. I cuochi sono usciti ormai da tempo dalle caverne delle cucine per vestire nuove sembianze di personaggi televisivi, esperti, testimonial, dando visibilità e statura a se stessi e al proprio lavoro. Molti li criticano per questo. Ne criticano l’invadenza, l’eccesso di presenza, il tuttologismo. Resta il fatto che personaggi oggi sono, e la loro fama è pari a quella di molti attori, cantanti, influencer. È per questo che mi ha fatto piacere vedere che, oltre agli onori della cronaca, ne hanno assunto anche gli oneri, sostenendo cause, organizzando mense per chi ha meno, destinando ore di lavoro e dando un volto a istanze sociali. Il supporto di Carlo Cracco e Massimo Bottura alla comunità che vuole lo sblocco in Senato della Legge Zan, la legge contro l’Omotransfobia, una legge bloccata da mesi e della cui discussione in aula alcune forze politiche vogliono bloccare la calendarizzazione è fondamentale. Come il supporto di Massimo Bottura a questo stesso argomento o allo studio del problema dell’autismo. Non si può che ringraziarli. Grazie a loro. Grazie, Chef. Così si fa. Mettete dei fiori nei vostri cannoni… e sparateli contro chi ci vuole ancora oscuri e retrogradi. Una risata… li seppellirà».

 

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