Ma ecco il punto dolente: che partito ha in mente, l’ex avvocato del popolo? Vista tutta l’acqua fresca sparsa sui suoi astanti (in diretta streaming serale come ai vecchi tempi) non è ingeneroso osservare che di idee ce ne sono pochine, a parte i must di questa fase della storia, l’ecologia, il digitale, la lotta alle disuguaglianze, il rispetto della persona, la democrazia, l’onestà: tutte cose che potrebbe dire chiunque. Non c’era bisogno di un ex presidente del Consiglio per questa elencazione banale di titoli che, nel migliore dei casi, ha evocato una specie di partito verde senza peraltro approfondirne la collocazione, se a sinistra, al centro, a destra, senza porte la questione del dopo-pandemia, dei futuri assetti politici-istituzionali.Certo, visto l’entusiasmo mostrato dall’avvocato dopo aver incontrato Enrico Letta s’immagina che lo spazio sia là, accanto al centrosinistra, vedremo come, in quali forme. Ma è tutto vago, malgrado i minuti dedicati alla questione dell’identità: esattamente come erano vaghe certe supercazzole delle sue conferenze stampa a sera inoltrata e reti unificate di cui gli italiani serbano ancora un fastidioso ricordo.
È già qualcosa, nel vuoto delle idee, questo ripensamento: ma porterà voti? O farà perdere quelli degli arrabbiati? Qui è la scommessa di Conte. Il quale, infine, ha avuto qualche bella dimenticanza. Il rapporto con Rousseau, la questione dei finanziamenti e l’incubo che non fa dormire gli attuali parlamentari, soprattutto i big, che si chiama divieto di superare due mandati.
Lo scontro con Davide Casaleggio è stato soltanto evocato con messaggi subliminali tipo quello secondo cui «la democrazia rappresentativa, per quanto in crisi, non appare eliminabile», frase detta quasi con tono dispiaciuto da Conte, ma comunque per sottolineare come la democrazia diretta vada bene per gestire le attività interne con «una piattaforma digitale», ma senza estenderla alle istituzioni repubblicane.
Nessuna proposta chiara, dunque, probabilmente per cercare di tenere tutto e tutti dentro (Conte è passato continuamente dal dire «il mio movimento» al dire «il vostro movimento»). Ma per oggi al leader del M5s non ancora insignito del ruolo, all’ex primo ministro con la pochette, all’uomo che ha inventato il trasformismo del XXI secolo, è bastato un discorso all’acqua di rose. Ma nemmeno, proprio acqua fresca.