Il conflitto internoIl politico che sta creando un problema ai Verdi tedeschi

Negli ultimi anni, il sindaco di Tubinga Boris Palmer si è reso protagonista di episodi controversi che hanno messo in discussione la sua carica. Un nuovo caso in questi giorni potrebbe portare la leader dei Die Grunen Annalena Baerbock a espellerlo

LaPresse

I Verdi tedeschi stanno probabilmente vivendo il momento più entusiasmante della loro quarantennale storia. Sono sempre di più i sondaggi che li vedono al primo posto in vista delle elezioni politiche di settembre, la loro candidata alla Cancelleria Annalena Baerbock è molto apprezzata dai tedeschi e la prospettiva di guidare il primo governo post-Merkel è un’ipotesi che acquista concretezza di giorno in giorno.

Tuttavia anche i Grünen hanno i loro problemi, in particolare ne hanno uno che di mestiere fa il Sindaco di Tubinga e si chiama Boris Palmer.

Tubinga, cittadina del Baden-Württemberg e sede di un’antica e prestigiosissima università da cui sono passati numerosi giganti della cultura tedesca, è governata dal 2007 da Palmer, verde appartenente alla corrente dei Realos (i “realisti”) le cui posizioni controverse hanno spesso provocato infuocate polemiche nell’opinione pubblica.

Negli ultimi anni sono state moltissime le dichiarazioni che hanno reso Palmer un personaggio molto discusso, probabilmente l’esponente verde più odiato all’interno del partito (apprezzato invece dalle parti di AfD) e certamente il più problematico. Una delle accuse che gli viene rivolta più spesso è quella di essere sotto sotto un razzista. Nel 2015 aveva suscitato scalpore la sua posizione eterodossa sulla questione dei rifugiati, molto distante dalla politica di apertura e accoglienza varata da Angela Merkel e pienamente sostenuta dai Grünen. Il messaggio di Palmer era l’opposto di quello della Cancelliera: wir schaffen das nicht, (“non ce la facciamo”) – un approccio ripreso poi nel 2017 nel suo libro Wir können nicht allen helfen (“Non possiamo aiutare tutti”), diventato in fretta un best-seller in Germania.

Gli vengono rimproverati anche episodi di razzismo molto più spicciolo, che poco hanno a che fare con una prospettiva diversa sul tema dell’integrazione. Ad esempio nel 2018 raccontò di essere stato quasi investito da un uomo dalla pelle scura, che zigzagava in bici in modo imprudente. Ecco come commentò la vicenda: «scommetto che si tratta di un richiedente asilo. Nessuno con la pelle scura cresciuto qui si comporterebbe così». Un’uscita che spinse i vertici dei Grünen locali a prendere le distanze.

Anche durante la pandemia Palmer si è fatto notare. Più o meno un anno fa il Sindaco di Tubinga si lamentava dei pesanti danni economici causati dalle restrizioni e dal lockdown, e criticava lo sforzo medico e sanitario con parole la cui sensibilità, diciamo così, lasciava un po’ a desiderare. «Sarò franco – disse Palmer – probabilmente in Germania stiamo salvando gente che fra sei mesi sarebbe comunque morta». Non un capolavoro di delicatezza. Tra l’altro a Tubinga nelle scorse settimane si è provato ad allentare le restrizioni come parte di un progetto pilota, incentrato sul rafforzamento dei test rapidi che nelle intenzioni avrebbe potuto consentire la graduale riapertura di negozi, locali e ristoranti. Purtroppo non è andata benissimo, e il “modello-Tubinga” è finito rapidamente in soffitta a causa dell’elevato numero di contagi registrati.

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