Tutta l’azione della Terra e dell’atmosfera assomma a 1,39 miliardi di chilometri cubi (il 97,5 per cento salata e il 2,5 per cento dolce); quella che in un anno precipita al suolo ammonta a circa 120mila chilometri cubi, il 63 per cento dei quali ritorna in atmosfera per evaporazione; i rimanenti 44mila chilometri cubi, cioè le “risorse idriche”, confluiscono in laghi e fiumi o si infiltrano nel terreno a contribuire alle falde acquifere.
Ma buona parte delle risorse idriche va in fiumi inaccessibili o dispersa durante le piene stagionali. Da quanta acqua dolce resta disponibile, l’uomo preleva ogni anno per ogni sua necessità circa 3.600 chilometri cubi.
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Nella cornice ambientale dove viviamo, nei boschi, nelle vallate, nelle campagne, nelle città, i fiumi hanno sempre rivestito, tuttora rivestono e in futuro rivestiranno, ruoli importanti, per certi aspetti indispensabili: sorgenti di civiltà, di cultura, di benessere, di energia, di biodiversità, di acqua e di cibo, di vita.
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Una prima, semplice riflessione sul viaggio gravitazionale dei fiumi (perché di questo si tratta, di percorsi da quote superiori a quote inferiori dovuti alla forza di gravità), ci porta a considerare la loro vita simile alla nostra: nascono da una sorgente, crescono, si rinforzano esprimendo una giovane vigoria, poi una piena maturità, poi rallentano con un declino e infine raggiungono il termine esistenziale con lo sbocco al mare.
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I fiumi, oltre a portare acqua nei mari e negli oceani, regolano con le acque il microclima dei territori che attraversano. In estate l’ambiente umido regala frescure, mentre nelle stagioni fredde si formano nebbie.
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L’acqua dolce, naturalmente pura e lontana da ogni inquinamento e contaminazione, è fonte provvidenziale per la sete di ogni essere vivente, per le sue stesse funzioni vitali. E anche il cibo, i pesci come le specie agricole e gli animai da allevamento, ha origine da quella risorsa.
Il fiume, acqua in movimento, esprime anche energia cinetica, e come tale offre la trasformazione in energia elettrica.
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Al tempo stesso esiste anche una ricchezza non esprimibile in termini puramente economici delle acque fluviali, se si vuole una funzione “inutile” ma al tempo stesso senza prezzo: l’ispirazione per le opere d’arte, dalla musica alla pittura, la scultura, la fotografia, la letteratura e ogni altra rappresentazione delle bellezze della natura.
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L’evoluzione complessiva del pianeta e dei suoi abitanti, i mutamenti in atto e proiettati ai prossimi decenni del secolo, configurano scenari ambientali del tutto nuovi e, con i fenomeni estremi che ne derivano, ci mettono di fronte a problemi di difficile soluzione.
In sostanza si tratta di tre grandi questioni, per lo più interconnesse, che hanno un impatto sull’esistenza e sulla salute dei fiumi.
Incremento demografico […]. Tra le conseguenze possiamo certamente riscontrare una crescente pressione, quasi sempre negativa, sui corsi d’acqua dolce, soggetti a maggiori prelievi a scopi agricoli, industriali e cittadini, e a un maggiore carico inquinante.
Cambiamento climatico, in atto e previsto […]. I fiumi del mondo, con l’effetto serra, sono e saranno soggetti, nelle stagioni delle piogge, a precipitazioni via via più intense e frequenti, con la conseguenza di rovinose inondazioni. A questi periodi si alternerebbero persistenti condizioni siccitose tali da minacciare le riserve idriche e la vita stessa nelle acque. La fusione dei ghiacciai oceani conseguente all’innalzamento della temperatura, inoltre, porterebbe a un aumento del livello delle acque marine e, sulle coste, uno sconfinamento delle acque salate ai danni delle condizioni vitali delle foci fluviali.
Dissesto idrogeologico e ambientale, inquinamenti, incendi e disastri chimici e nucleari […] I processi di degrado dei territori, quasi sempre imputabili alle attività umane, all’incuria dello stato dei terreni e della vegetazione, alla cementazione, tutto concorre a rompere gli equilibri dinamici dei fiumi, soggetti a indebite deviazioni e a straripamenti.
I fenomeni di inquinamento per la presenza di scarichi chimici industriali, agricoli e reflui di insediamenti civili, determinano il peggioramento dello stato di salute delle acque dolci.
Anche l’inquinamento termico (aumenti di temperatura dovuti a reflui industriali più caldi) comporta una minaccia per la biodiversità dei fiumi.
Veri e propri disastri si verificano a causa di incidenti di centrali nucleari (poste spesso accanto a corsi d’acqua per necessità di raffreddamento), con emissione di sostanze radioattive. Eventuali, rovinosi incendi o esplosioni in impianti chimici immettono nei terreni e nelle acque veleni letali e sostanze cancerogene a danno delle persone e dei neonati.
Le attività e la presenza stessa dell’uomo sono dunque alla radice di questi problemi. Tramontata ormai la convinzione e la presunzione della nostra capacità di dominio sulla natura, abbiamo infine compreso che ne facciamo parte, e il nostro rapporto con essa deve essere equilibrato, rispettoso, possibile.
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Provvedere a eliminare i fenomeni di inquinamento e ridurre al minimo i rischi di disastri è possibile grazie a restringenti norme a tutela della vita e della salute.
I cambiamenti climatici, come detto, sono già in atto. Si tratta allora di riuscire a gestire l’inevitabile. Ma, nello stesso tempo e con pari volontà e capacità, si tratta di evitare l’ingestibile.
In sostanza dobbiamo non arrivare alle conseguenze irreversibili, ai punti di non ritorno.
Guido Caroselli, “Fiumi. Le arterie della vita sulla terra”, Il Sole 24 ORE, 2021, pagine 232, euro 14,90