Lo scrittore Marco Missiroli, finalista allo Strega 2019 con “Fedeltà”, romanzo tradotto in oltre trenta Paesi e i cui diritti cinematografici sono stati acquistati da Netflix, qui risponde al questionario de Linkiesta, ispirato a The Interrogator di Monocle, sui suoi consumi informativi e culturali e sulla nostalgia per i Massive Attack e “Prison Break”.
A che cosa sta lavorando?
A mia figlia. E a qualcosa di scritto.
Appena sveglio, dove cerca le notizie del giorno?
Subito online. Corriere della Sera, Linkiesta, Il Post.
Legge i giornali a colazione col caffè, con una spremuta o con che cos’altro?
La Gazzetta dello sport, mentre bevo il caffè al bar. Prima però faccio colazione a casa (frullato di albume pastorizzato e yogurt greco).
Sotto la doccia cosa canticchia?
Lucio Dalla.
In che ordine legge i giornali?
Non ho un ordine, a volte a dir la verità evito del tutto quelli cartacei e arrivo a sera senza aver aperto una pagina di quotidiano. Di sera spesso Vanity Fair e 7.
Che musica sta ascoltando ultimamente?
Ho ripreso in mano i Massive Attack.
Come la ascolta: in streaming, vinile, alla radio?
Spotify, Amazon Music: su computer e telefono. E su Alexa.
I cinque magazine che non mancano sul divano nel weekend?
Uno e uno soltanto: La Lettura.
L’ultimo libro che le è piaciuto?
“Microfictions” di Régis Jauffret.
Guarda i telegiornali?
Sempre di meno. Anzi, potrei dire: quasi mai.
Che serie tv sta guardando?
Mi sto riguardando tutta “Prison Break”.
Social di riferimento?
Instagram.
Che podcast ascolta?
È mia moglie la podcastista della famiglia. Però ho amatissimo “Polvere” di Cecilia Sala e Chiara Lalli.
Si addormenta con un libro, con un magazine, con una serie tv o con un talk show?
Con il telefono: guardando i combattimenti di mma o facendo shopping online.
Qui le puntate precedenti di La dieta culturale