L’esperienza della scuola di Gin è stata entusiasmante, abbiamo imparato tutti i segreti del Gin, sotto la sapiente guida di Eugenio Belli, mastro distillatore di Eugin Distilleria Indipendente, che ci ha trasportati in un viaggio intrigante, a partire dalle origini più antiche di questa bevanda, fino ad arrivare ai giorni nostri, attraverso tecniche di produzione, stili e mondi organolettici. Al fianco del maestro il suo fidato alambicco, Robert, cuore pulsante della produzione artigianale di Eugenio.
Ora non ci resta che tuffarci in un bicchiere, per scoprire come il Gin sia oggi alla base dei cocktail più graditi e alla moda, protagonista indiscusso delle creazioni di bartender e appassionati.
Compagno di avventura in questa nuova scoperta è Alejandro Mazza, Spirit expert e Mixologist, professionista del settore e attento conoscitore dei trend del momento, che ci conduce nell’arte e nei segreti della miscelazione.
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L’ingresso del Gin nella mixologia è stato trionfale negli ultimi anni, parliamo oggi di un mercato gigantesco, con una crescita esponenziale e che è arrivato in Italia con oltre un decennio di ritardo rispetto ad altri paesi europei. Nel nostro Paese sono poche le distillerie artigianali, portatrici di una tradizione liquoristica importante, che oggi gode di un mercato vivo e interessante. Per questa ragione è molto importante fare un racconto intelligente del Gin, parlarne in maniera competente, narrarne la storia e le tecniche di produzione, le caratteristiche intrinseche affinché si diffonda la cultura di questo distillato e lo si possa far conoscere anche attraverso i drink.
Il Gin è attualmente molto diffuso, ma è ancora poco conosciuto da un punto di vista culturale, tanto che i vari stili rimangano sconosciuti ai più. Solo la cultura può mettere il consumatore nella condizione di poter apprezzare il prodotto e di comprendere le caratteristiche di ogni tipologia. Esistono molti brand, come è giusto che sia, e ognuno di essi porta avanti la propria unicità. Importante è comprendere che cosa si cela dietro ogni etichetta.
Ad esempio, cosa dobbiamo aspettarci di bere quando ci viene proposto un London Dry Gin?
È sicuramente il modo più affascinante di produrre Gin, tra i tre stili regolati da normativa, e prevede che tutto ciò che conferisce aromi al Gin possa essere utilizzato solo in distillazione. Dopo questa fase (che deve avvenire in alambicco tradizionale) si può aggiungere solo acqua e alcool (per venire incontro sia alle distillerie artigianali che industriali). Lavorando infatti su scala più industriale, è possibile utilizzare nella stessa quantità di alcool una quantità di botaniche molto più elevata rispetto alla normale, in modo da ottenere un concentrato. Poi con l’aggiunta di parti di alcool, si vanno a creare lotti più consistenti, garantendo di avere un prodotto con le medesime caratteristiche. Diversa la sorte del prodotto artigianale, come quello che produce Eugenio, in cui ogni cotta è un lotto, single shot, e proprio per questo unico nelle sue caratteristiche e riconoscibile in maniera netta. Una differenza che si incontra anche nella degustazione dei cocktail, a seconda che si utilizzino brand industriali o artigianali.
Il primo drink che incontriamo in questo racconto è il Gimlet, realizzato con l’utilizzo del Gin numero 9 di Eugenio. Un cocktail che ha origini lontane. Il ginepro è sempre stato visto nell’immaginario collettivo come una bacca con effetti medicali, quasi magici, tanto che intorno al 1350 (periodo di peste nera) veniva bruciato per rendere salubre l’aria. E l’acquavite utilizzata per la purificazione. Con il passare del tempo, aumentò l’interesse per questo ingrediente anche al di fuori della sfera curativa. E se pensiamo ai distillatori come un naturale derivato degli alchimisti, ecco svelata l’origine della nascita del Gin.
Anche gli agrumi dapprima vennero scoperti come cura per lo scorbuto, poi si cominciò ad aggiungerli all’alcool insieme allo zucchero, per la conservazione. Gli ufficiali di marina trovavano il Gin a terra nei porti e da qui nacquero le prime miscelazioni con il succo di lime. Una miscelazione basica, tra il mondo del Gin e l’agrume (lime) con lo zucchero.
Il prototipo di un Gimlet
Il numero 9 di Eugenio si presta perfettamente a questo cocktail, un gin molto secco, ma equilibrato, in cui prevale nettamente il gusto del ginepro, rafforzato dalle note balsamiche e legnose dei germogli di abete. 9 è il numero dell’esperimento da cui è stata sviluppata la ricetta. Partita dal ritrovamento in Emilia Romagna di un pino silvestre con pignette verdi e resina, la ricetta aveva dato un effetto fantastico in distillazione, con una morbidezza inaspettata nel finale e un naso di resina verde inconsueto. Quel pino si è rivelato essere introvabile e dunque Eugenio ha introdotto nella ricetta i germogli di abete, riuscendo a mantenere la chiave vincente della freschezza e del balsamico.
Nello shaker da bartender, 50 ml di Eugin 9 e un cordiale di lime
Il cordiale si può ottenere artigianalmente mettendo a cuocere 8-9 lime, e ricavando il succo in bollitura, a cui poi unire lo zucchero. Oppure si può utilizzare une versione di cordiale già pronta. Se si desidera ottenere una nota leggermente più aspra, basteranno 10 ml di lime in aggiunta. Shakerare è fondamentale in questa preparazione per ottenere un’ottima amalgama di tutti gli elementi, avendo lo sciroppo una densità maggiore rispetto al Gin. Una coppetta raffreddata con il ghiaccio, il colino e una scorza di lime. Il drink è pronto a concedersi al palato di neofiti e appassionati, con interessanti note al naso e grande eleganza.
Una variante interessante del Gimlet è quella “fresca”, da servire in un tumbler basso, con ghiaccio, dopo avere eseguito lo stesso procedimento ma con l’aggiunta di menta, per ottenere un effetto di freschezza estremamente marcato.
Il Gin&Tonic è il trend del pensiero del Gin. Possiamo affermare che il 95% dei Gin finisce in una tonica. Per la giusta realizzazione di questo iconico cocktail, il giusto rapporto dovrebbe essere di 1 a 2, ossia 1 parte di Gin (50 ml) e 2 parti di tonica (100ml). Il consiglio è quello di degustare sempre il Gin in purezza e poi versare gradatamente la tonica fino a raggiungere il risultato ottimale al palato. Eugenio ci ha insegnato quanto il prodotto in purezza riservi grandi sorprese.
Il Gin&Tonic rappresenta una connessione tra culture, Gran Bretagna, India e Perù. Nelle civiltà andine si conosceva l’ingrediente Chinino, estratto da alberi di china, che aiutava a rilassare i muscoli, elemento corroborante. Quando gli inglesi scoprirono la possibilità di utilizzarlo nella cura della malaria, divenne qualcosa da assumere tutti i giorni. Si cominciò a bere la soda con il chinino e successivamente ad aggiungere Gin. Nel 1858, grazie a Schweppes, si cominciò a creare una bevanda di sicuro interesse, a base di soda, chinino e zucchero e poi l’incontro del Gin con la tonica, atto storico di nascita di quello che sarà destinato a diventare un trend (dal 1880 circa crebbe moltissimo la miscelazione tra Gin e tonica).
Parliamo oggi di un drink classico, sdoganato, diventato simbolo di momenti di condivisione e molto amato. Ideale servirlo in tumbler alto, con ghiaccio e una fettina di limone. Spesso si incontra sui banconi dei locali in ballon decorati e riempiti con variegati ingredienti, per una visione scenica e spettacolare. Certo è che la versione classica rimane quella più intrigante, capace di esaltare le note di tutti gli ingredienti impiegati, per primo il Gin. London Gin Dry di Eugin e acqua brillante Recoaro, la scelta per non avere una presenza zuccherina esagerata e ottenere un gusto netto, pulito. Zest di lime e un incantevole skyline a cui tendere il bicchiere.
Dopo questo primo viaggio tra Gimlet, Gimlet fresco e Gin&Tonic, continueremo ad esplorare questo affascinante mondo, con Eugenio e Alejandro, alla scoperta delle molteplici evoluzioni avvenute nel tempo all’interno dell’universo Gin e scopriremo anche drink più complessi, realizzati con più ingredienti in cui fondamentale è la maestria di esecuzione per trovare il giusto bilanciamento tra le parti.
E dunque, cheers, alla prossima diretta del 19 Maggio sul canale IGTV di Gastronomika.