Aspettando il Digital Green CertificateLe strategie dei Paesi europei per attirare i nomadi digitali

Le Canarie hanno deciso di investire 500 mila euro per attrarre 30 mila lavoratori stranieri nei prossimi 5 anni con lo slogan «La oficina con el mejor clima del mundo», l’isola di Creta promette la riduzione delle tasse del 50% per i coloni digitali per i primi sette anni di residenza, mentre un imprenditore di Madeira ha investito per creare un villaggio per telelavoratori nella piccola città costiera di Ponta Do Sol

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L’estate si avvicina e l’Europa si prepara all’arrivo dei turisti. In attesa del Digital Green Certificate, che dovrebbe essere disponibile a partire da luglio dopo ottenuto l’approvazione delle tre istituzioni europee, i Paesi si preparano ad accogliere l’arrivo degli stranieri in estate. Due le strade che probabilmente sceglieranno in vista della bella stagione: la vaccinazione presso i luoghi turistici particolarmente frequentati e il telelavoro.

Romania
Una campagna vaccinale che procede a rilento, tanti dubbi da parte della popolazione e un contagio che non accenna a diminuire. È questa la situazione presente in Romania, dove soltanto il 18 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose del vaccino, circa 3,6 milioni su una popolazione di 19: la speranza del governo di Bucarest è quella di arrivare presto a quota 5 milioni di persone parzialmente vaccinate entro giugno. Per raggiungere l’obiettivo le autorità sanitarie rumene hanno puntato su campagne delocalizzate e maratone da 24 ore tenute anche in luoghi suggestivi, come la Biblioteca Nazionale di Bucarest o il castello di Bran, situato a pochi chilometri da Brasov al confine tra Transilvania e Valacchia. Un castello conosciuto in tutto il mondo sia per la sua storia, perché secondo la tradizione vi risiedeva il Principe Vlad III di Valacchia, che per le sue storie qui ambientate, perché è proprio nel castello di Bran che lo scrittore irlandese Bram Stoker abbia ambientato il suo celebre romanzo Dracula.

Una mossa fatta soprattutto per il turismo interno, visto che per il momento non è permesso somministrare dosi agli stranieri. «Questi centri sono per tutti coloro che vogliono vaccinarsi ma non hanno voglia di fissare un appuntamento online», ha detto all’Afp Beatrice Mahler, direttrice dell’ospedale Marius Nasta di Bucarest. La campagna è anche un’ottima mossa pubblicitaria per il castello, visto che tutti i visitatori hanno diritto in cambio di una puntura all’ingresso gratuito alla Camera delle torture, dove sono conservati 52 strumenti atti alle punizioni fisiche di origine medievale. La mossa sembra finora azzeccata: soltanto nell’ultimo fine settimana già 400 persone hanno deciso di farsi pungere da una siringa nei luoghi dove invece la leggenda vuole che si piantassero paletti nei cuori.

«Sono venuto a visitare il castello con la mia famiglia e quando ho visto il manifesto mi sono fatto coraggio e ho accettato di fare l’iniezione», ha detto Liviu Necula, un ingegnere di 39 anni, al Guardian. Finora la Romania è stato uno dei Paesi dell’Europa centro-orientale che ha manifestato più dubbi sulla volontà di vaccinarsi: secondo un sondaggio GLOBESEC il 49 per cento dei popolazione non desidera farsi vaccinare e soltanto il 9 per cento della popolazione adulta accetterebbe di buon grado una dose. È una delle percentuali più basse di tutta l’Unione, seconda soltanto a quelle della Bulgaria. 

Spagna
Lavoratori nomadi cercansi. È questo uno degli obiettivi della amministrazione delle Canarie, che ha deciso di investire 500 mila euro per attrarre 30 mila lavoratori stranieri nei prossimi 5 anni secondo quanto riporta il piano regionale “La oficina con el mejor clima del mundo” (L’ufficio con il miglior clima del mondo). «Questo arricchirà il settore turistico delle Canarie e consentirà di ringiovanire la platea, oltre ad attrarre professionisti altamente qualificati», ha dichiarato Yaiza Castilla Herrera. ministro del turismo, dell’industria e del commercio del governo regionale, durante una conferenza stampa. I numeri sull’isola sono in crescita già dall’inizio della pandemia e sempre più stranieri scelgono le isole spagnole per lavorare, come ha raccontato anche El Pais. A metà aprile erano già 4 mila le persone in telelavoro dalle isole e presto saranno di più: le autorità turistiche regionali hanno infatti indetto un concorso per scegliere il miglior lavoratore da remoto con un progetto da realizzare sulle isole. Il concorso inizierà il 12 maggio e sarà attivo per i prossimi 30 giorni su tutte le piattaforme social delle Canarie con annuncio finale il prossimo 30 giugno: chi vince avrà 6 mesi di lavoro a distanza tutto pagato. 

Altre città spagnole hanno invece fatto una scelta diversa. Per esempio, a febbraio il comune di Malaga ha lanciato una campagna promozionale, Malaga WorkBay, per offrirsi a livello internazionale come destinazione per i telelavoratori. L’idea dei promotori era quella di attrarre spagnoli e stranieri che volessero lavorare a distanza creando diversi spazi di coworking gestiti da Promálaga, una società municipale. «Attirando persone con un discreto potere di acquisto il Comune spera di riuscire a far ripartire il settore turistico e immobiliare della città, pesantemente colpiti dall’epidemia di Covid. Come viene riportato sul sito web del progetto, Malaga ha circa 26.500 case disponibili per l’affitto residenziale o per le vacanze, poco utilizzate per mesi. Per questo è nato il progetto», spiega Ricardo Urreztarazu, economista e ricercatore dell’Università di Malaga, a Business Insider Spain

Portogallo
Come i vicini spagnoli anche il Portogallo si spera di poter attrarre quanti più nomadi digitali possibili. La prima a crederci è Madeira, isola nell’Atlantico, il cui governo regionale ha già investito 25 mila euro in programmi specifici e prevede di stanziare le stesse cifre anche negli anni a venire. A febbraio l’imprenditore lusitano Gonçalo Hall ha convinto il governo regionale a fondare la società “Digital Nomads Madeira Islands” per creare un villaggio per telelavoratori nella piccola città costiera di Ponta Do Sol. «Madeira ha una posizione geografica fantastica: è a quattro ore dagli Stati Uniti, a un’ora dall’Europa e ha lo stesso fuso orario dell’Inghilterra, il che significa una posizione fantastica per molti che vogliono lavorare da remoto», ha dichiarato Hall a RFI. Chi arriva a Madeira ha a disposizione uno spazio di lavoro totalmente gratuito con scrivania, sedia e connessione a Internet ma si deve impegnare a restare almeno un mese. Un impegno che non sembra essere un peso: infatti, per soddisfare questa crescente domanda, entro l’autunno dovrebbero aprire sull’isola altri cinque nuovi centri di telelavoro. A beneficiarne saranno soprattutto le casse locali: i circa 1.800 telelavoratori presenti a Madeira generano benefici economici di circa 1,5 milioni di euro al mese.

Grecia
Un altro Paese che spera nei telelavoratori è la Grecia. In particolare, è l’isola di Creta a sperare di attirare quanti più nomadi digitali possibili. Alcune settimane fa le autorità isolane hanno lanciato un sito dedicato proprio ai telelavoratori, dove spiegano perché sia giusto spostarsi e i vantaggi offerti, come ad esempio la riduzione delle tasse del 50% per i “coloni” digitali per i primi sette anni prevista dalla legislazione greca. «Anche se non abbiamo ancora il 5G, ci stiamo muovendo rapidamente per rafforzare la connettività non solo nelle principali città e nei paesi di Creta, ma in tutta l’isola. E sebbene la pandemia di Covid-19 abbia causato un cambiamento naturale nelle priorità, stiamo lavorando con Atene per ottenere un sistema agevolato di visti», racconta Nikos Alexakis, il capo della direzione del turismo per la regione di Creta, a Greek Reporter. Clima mite e ampi spazi per il coworking rendono Creta una delle mete preferite dai telelavoratori ma in questo senso si stanno organizzando anche le altre città del Paese. Complice il Recovery Plan “Grecia 2.0” varato dal premier Kyriakos Mitsotakis, il Paese punta a una profonda modernizzazione tecnologica per ridare slancio anche al settore turistico, profondamente provato dalla pandemia. 

 

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