Fico chiede un nuovo blocco dei licenziamentiSecondo Landini, il lavoro è una bomba sociale e la tenuta democratica è a rischio

Dopo il caso di Novara, il segretario della Cgil spiega che per la logistica servono leggi nuove. Il presidente della Camera si dice favorevole alla proroga del divieto di licenziare e all’introduzione del salario minimo. Il 26 giugno i sindacati saranno in piazza

(LaPresse)

«Di picchetti, anche molto duri, ne ho fatti tanti nella mia vita sindacale. Ho bloccato i camion nei piazzali per impedire la consegna delle merci durante le vertenze, mi sono scontrato con i padroni e con i padroncini, mi sono sgolato per convincere i lavoratori a scioperare. Ma mai e poi mai ho visto un camionista forzare un picchetto, travolgere i lavoratori fino ad ucciderne uno. Mai ho assistito a qualcosa di simile». Lo dice a Repubblica il segretario della Cgil Maurizio Landini, dopo l’uccisione a Novara del sindacalista Adil Belakhdim durante un presidio all’esterno di un centro di distribuzione della Lidl. Il prossimo 26 giugno i sindacati saranno in piazza per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti, l’estensione degli ammortizzatori sociali e l’incentivazione di strade alternative ai licenziamenti, dai contratti di solidarietà a quelli di espansione.

Ma dopo gli scontri nel lodigiano, il Far West della logistica è tornato al centro del dibattito pubblico. «La logistica riguarda tutti noi», dice Landini «Quella logica permea tutte le attività di servizio alla manifattura. Siamo di fronte ad uno sgretolamento del tessuto sociale, a un imbarbarimento delle relazioni umane. Così si mette a rischio anche la tenuta della democrazia». E aggiunge: «La nostra è una Repubblica democratica – è scritto nella Costituzione – fondata sul lavoro. Ma ora domina lo sfruttamento del lavoro, la precarietà del lavoro, l’insicurezza del lavoro. Si è passati dalla tutela del lavoro al disprezzo del lavoro. Proviamo a mettere in fila tre recenti fatti di cronaca: l’orditoio manomesso su cui lavorava la povera Luana, i sistemi frenanti della funivia di Mottarone anch’essi manomessi, infine la morte di Adil. Sono legati dalla stessa logica: il tempo di vita e di lavoro viene piegato al mercato e al profitto e non alla centralità della persona. Questa assenza di vincoli sociali mette a rischio anche la tenuta democratica di un Paese. Dove stiamo andando?».

Secondo Landini, «è in atto da anni, più di venti, una metamorfosi del rapporto tra capitale e lavoro. Fino ad ora ha prevalso la logica del mercato e del profitto e così il lavoro è stato progressivamente svalorizzato: salari bassi, tagli agli investimenti in ricerca e innovazione, scarsa formazione, produttività ferma. E non è accaduto per caso. Una sequenza di leggi ha portato al punto in cui ci troviamo: è stata rilegittimata l’intermediazione di manodopera, un tempo vietata; è stata legalizzata la catena infinita degli appalti con la logica del massimo ribasso, per garantire i guadagni delle aziende ma non i diritti e la dignità di chi lavora. La giungla in cui ci troviamo nasce da una serie di leggi sbagliate. A tutto ciò la Cgil si è opposta e ha avanzato proposte alternative. La pandemia ha accelerato tutto, accentuando le forme di diseguaglianze, tra ricchi e poveri, tra protetti e precari, tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra Nord e Sud. Contemporaneamente ha fatto emergere il valore dello Stato sociale».

Le colpe sono anche dei sindacalisti: nella logistica, per esempio, sono poco presenti. «Già, sappiamo che dobbiamo fare di più», ammette il segretario della Cgil. «Ma le sembra facile fare attività sindacale tra finte cooperative che applicano regolamenti aziendali anziché i contratti di lavoro e aziende subappaltatrici che restano in vita per la sola durata dell’appalto? Lo sa che l’azienda che vince l’appalto, nella quale in genere si applica il contratto nazionale di settore e l’agibilità sindacale è garantita, non ha alcun vincolo affinché la ditta subappaltatrice adotti le stesse regole nei confronti dei lavoratori? In più ci sono i contratti pirata. Questo è il mondo della logistica».

Al governo ora Landini chiede «di non conservare quelle leggi balorde, di innovare. Esattamente come ha fatto nel settore pubblico – grazie all’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil – con il decreto Semplificazioni che vincola l’azienda vincitrice dell’appalto a garantire ai lavoratori delle imprese subappaltatrici gli stessi trattamenti normativi ed economici e l’applicazione del medesimo contratto nazionale di settore. Si estenda tale legge a tutti gli appalti nel privato».

Quanto alla richiesta di una nuova proroga del blocco dei licenziamenti dopo il 30 giugno, dice: «Il 26 giugno andiamo in piazza anche per chiedere la proroga del blocco. Ci saranno tre manifestazioni: chiediamo la proroga del blocco, l’estensione degli ammortizzatori sociali e di incentivare le strade alternative ai licenziamenti, dai contratti di solidarietà a quelli di espansione. Il governo ci convochi e faccia ripartire il dialogo sociale così costruiremo un’Italia migliore. Negli anni Settanta, con lo Statuto dei lavoratori, il Parlamento comprese la centralità del lavoro. Oggi dobbiamo recuperare quello spirito: un nuovo Statuto con il riconoscimento degli stessi diritti alle persone che per vivere devono lavorare. La Cgil ha presentato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, siamo pronti a confrontarci con tutti. Ma serve anche una legge che misuri l’effettiva rappresentanza dei sindacati e dei datori di lavoro, per estendere a tutti l’efficacia dei contratti nazionali».

E anche il presidente della Camera Roberto Fico in un’intervista al Fatto Quotidiano chiede una nuova proroga al blocco dei licenziamenti. Ma «senza strappi», dice. «Bisogna confrontarsi e tenere conto della situazione esistente». E poi avanza anche la necessità di introdurre il salario minimo. «È una misura che non toglie a chi fa i contratti, ma che dà più tutele ai lavoratori». Un chiaro riferimento ai sindacati.

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