Von der TourLa strategia comunicativa di von der Leyen per annunciare il via libera ai Recovery Plan

Lo staff della presidente della Commissione europea ha scelto con cura i luoghi dove incontrare i primi ministri degli Stati membri che riceveranno per primi i finanziamenti del NextGenerationEu. Dal tempio di Efesto di Atene al centro scientifico per bambini in Portogallo, fino a Cinecittà, dove incontrerà Mario Draghi. Anche il gesto di consegna del fascicolo e l’enfasi in alcune parti di ogni discorso non sono casuali

LaPresse

Von der Tour. È così che l’hanno chiamato all’interno della Commissione il giro d’Europa che la presidente Ursula von der Leyen ha iniziato mercoledì 16 per dare il via libera delle istituzioni comunitarie ai Piani nazionali di ripresa e resilienza.  In tre giorni ha già percorso oltre 7500 chilometri tra Lisbona, Madrid, Atene, Copenaghen e Lussemburgo prima di un altro giro che, a partire dalla prossima settimana, includerà Francia, Germania e Italia, con il presidente del Consiglio Mario Draghi che la riceverà martedì 22 a Cinecittà, una delle strutture alle quali finirà una parte dei fondi europei.

In ogni tappa di questo tour europeo della presidente della Commissione c’è sempre stato un modus operandi preciso e codificato: visita del luogo dell’incontro; colloquio con il padrone di casa, solitamente il primo ministro; conferenza stampa finale con consegna del fascicolo che racchiude il Piano nazionale di recupero e resilienza con le annotazioni dell’Europa. I passaggi sono perciò chiari eppure, tra le righe di ogni singola visita, ci sono molti particolari che raccontano qualcosa di più di ogni Stato. «Le parole sono importanti», diceva Nanni Moretti a una giornalista nel film “Palombella rossa” del 1989: una regola applicabile anche al tour della Von der Leyen. «Il piano greco è eccellente, ben strutturato e molto organizzato», ha dichiarato la presidente della Commissione al tempio di Efesto ad Atene, dove ha consegnato nelle mani del premier Kriakos Mitsotakis il documento che indica come la Grecia spenderà i 30,5 miliardi di euro che arriveranno da Bruxelles.

Per un Paese che appena dieci anni fa viveva la sua crisi più nera e il commissariamento da parte della Troika il Recovery Plan rappresenta un’opportunità imperdibile, un modo unico per far svoltare il Paese lungo l’asse green e digitale, che rappresentano il 38 e il 23 per cento del fondo complessivo: anche per questo il piano è stato chiamato “Grecia 2.0”. Il tema green è stato al centro anche dell’appuntamento in Danimarca, dove la premier Mette Frederiksen ha ricevuto Von der Leyen in un’azienda privata che si occupa di convertire l’energia eolica. «La Danimarca sta dando un forte esempio. Il suo piano è uno dei più green di tutta Europa e si concentra soprattutto su riforme e investimenti che accelereranno ulteriormente la transizione verde. Questo vuol dire guardare al futuro con ambizione e fiducia», ha dichiarato la presidente della Commissione a Copenaghen.

Più istituzionale il discorso a Lisbona, dove ha privilegiato soprattutto il significato concreto di questi plan per i Paesi europei nella fase di post pandemia insieme al presidente del Consiglio dell’Unione (ancora per poco, visto che dal 1° luglio lo diventerà il premier sloveno Janez Jansa) e primo ministro portoghese Antonio Costa. Più sobrio ma non meno importante l’incontro in Spagna con il primo ministro, il socialista Pedro Sanchez Castejon, avvenuto nella sede madrilena della Red Eléctrica de España. Uno degli incontri finora più delicati per la presidente della Commissione, visto che la Spagna riceverà da Bruxelles 69,5 miliardi di euro. «La Commissione sarà con voi per implementare un piano ambizioso», ha dichiarato la presidente con il sorriso di chi comunque pare contenta del lavoro svolto. 

I gesti
E se le parole sono importanti non è da meno la gestualità. Saluti con le mani sul petto, sorrisi, tanta curiosità e braccia aperte raccontano di incontri tutti molto distesi e cordiali compreso il momento clou: la consegna del fascicolo con i piani nazionali e la valutazione della Commissione, il vero momento topico di ogni visita. Eppure, i sorrisi più grandi di ciascuna visita la presidente li riserva soprattutto nel contatto con le persone, dopo un anno e mezzo segnato da rigidi protocolli e distanziamento sociale.

I bambini al Pavilhão do Conhecimento di Lisbona, i ragazzi all’Agorà di Atene, i lavoratori di settore sia a Madrid che a Copenaghen hanno certamente allietato le visite di Von der Leyen, che si è mostrata estremamente a suo agio in queste situazioni. E poi non va dimenticato uno dei momenti clou che la presidente ha voluto immortalare con uno scatto sul suo profilo Instagram: il riconoscimento con il nuovo Covid Pass europeo. Un momento che si ritrova in ogni tappa, quando i funzionari scansionano il QR code di Von der Leyen e le danno il via libera. «Ve lo assicuro funziona!», ha dichiarato la presidente al suo arrivo in Spagna. 

I luoghi
In incontri tanto importanti ogni dettaglio non viene lasciato al caso, compreso il luogo di ricevimento. Un esempio è il Portogallo, dove la presidente è stata ricevuta al Pavilhão do Conhecimento – Centro Ciência Viva nel quartiere Cabo Ruivo di Lisbona, un luogo dedicato all’apprendimento della scienza per grandi e piccini. «Il centro che oggi abbiamo visitato con la presidente della Commissione, è il simbolo di questa visione strategica: la scommessa sulla conoscenza come base di un Paese più innovativo, più prospero, più giusto», ha scritto il primo ministro Costa su Instagram illustrando la visita di Von der Leyen. La scelta di questa location non è un mero segnale di facciata ma qualcosa di più: infatti il Portogallo ha pianificato di costruire più centri di questo tipo con i soldi del Recovery Plan, che saranno ben 16,6 miliardi di euro.

Il 22 per cento di questa cifra finirà nel processo di digitalizzazione del Paese, che porterà alla costruzione di laboratori tecnologici nelle scuole secondarie e nei corsi di formazione professionale. Una storia interessante c’è anche dietro la scelta spagnola di ospitare Von der Leyen nel quartier generale madrileno di Red Eléctrica de España, società a metà tra lo Stato e i privati che gestisce la rete elettrica di tutto il Paese. All’interno dello stabilimento è infatti presente un Centro di Controllo Energetico Rinnovabile (CECRE) che mira a ottimizzare la distribuzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili. «Sarà un centro fondamentale per integrare la quota crescente di energia rinnovabile nella rete elettrica spagnola», ha dichiarato la presidente nella Commissione.

L’energia rinnovabile è una delle ragioni dietro la scelta danese di ospitare Von der Leyen nel quartiere di Avedøre Holme a Copenaghen dove si trova il centro della Ørsted, compagnia energetica attiva nel settore delle energie rinnovabili, per mostrarle il progetto H2RES, che mira a produrre idrogeno verde dall’energia eolica. L’ingresso delle istituzioni danesi ed europee in un’azienda privata non è ovviamente un caso: Ørsted, infatti, partecipa a un progetto finanziato proprio dal Next Generation Eu che vuole catturare la CO2 prodotta durante la combustione della biomassa. Un progetto che, unito agli investimenti danesi nella tecnologia Power 2X, potrebbe produrre un teleriscaldamento verde non costoso. Più incentrato sulla cultura invece i due luoghi simbolo scelti dai Greci: l’Agorà e il tempio di Efesto, nel cuore dell’Acropoli di Atene.

Una scelta più storica che legata a una pratica applicazione dei soldi del Recovery Plan, visto che i progetti più importanti che la Grecia porterà avanti saranno soprattutto legati alla connessione elettrica delle isole e alla digitalizzazione della scuola e dell’imprenditoria. E infine il Lussemburgo, dove la presidente si è recata in visita venerdì 18, ha visto Von der Leyen entrare nella Quantum Computing Infrastructure, una struttura che potrebbe aprire nuove vie all’Europa nell’ambito dell’Internet quantistico, gestito da un team di sei Paesi europei (Belgio, Germania, Italia, Malta, Paesi Bassi e Spagna) guidati proprio dal Granducato. Un segnale di come l’Europa unita insieme può arrivare lontano. 

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