Il giorno dopo l’arrivo delle previsioni europee che certificano il rimbalzo dell’economia nazionale, il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini in un’intervista alla Stampa parla di Tav e di investimenti. «I soldi sono già qui», assicura, e gli interventi arriveranno subito su bus, trasporti e strade. E in vista dei «dieci anni di lavori», servono correttivi. Così, ricorda Giovannini, da lunedì Aspi ha ridotto o azzerato alcuni pedaggi in Liguria per compensare i disagi delle code. «Abbiamo 15 concessioni da rinegoziare», spiega il professore. «Proporremo ai gestori di adottare questa pratica, ovunque si renda necessario».
Giovannini accoglie senza sorprese le stime europee al rialzo. «La buona notizia è che la fiducia si sta trasformando in investimenti e occupazione, sebbene la perdita di lavoro rispetto al 2020 sia ancora fortissima», dice. «Il sistema delle imprese è ripartito, si è dimostrato più resiliente di quanto molti pensavano». Ma ci sono diversi rischi, a seconda dei settori. «Costruzioni e manifatturiero, per cominciare, se la devono vedere con aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’indisponibilità dei materiali. Ci sono poi le incognite della domanda internazionale legate alla minaccia di nuove serrate, come in Australia, per l’andamento della pandemia. Il terzo rischio è che l’eccesso di liquidità ferma sui conti correnti si trasformi troppo lentamente in investimenti e consumi perché le persone restano guardinghe. Per questo bisogna creare le condizioni per sbloccarlo».
Sulle materie prime – annuncia Giovannini – «agiremo, come è stato fatto nel 2009. Interverremo per compensare gli aumenti eccessivi, sotto forma di emendamento al decreto Sostegni o di un decreto a fine mese. È però importante che, per il futuro, le imprese facciano bene le loro valutazioni di medio termine. Questa bolla era inaspettata, ma i piani di rilancio internazionale spingeranno i listini di acciaio e materie rare nel medio termine e le imprese, quando fanno le offerte, ne devono tenere conto».
Per l’arrivo dei soldi del Recovery Plan è «questione di settimane», dice. Intanto da oggi il ministero guidato da Giovannini discuterà con le Regioni su come ripartire i fondi per il rinnovo ecologico degli autobus. «Non è il Pnrr in senso stretto, ma sono i 30 miliardi che il governo ha messo nel fondo complementare, già disponibili», dice. «Per tutto luglio concorderemo con le regioni come suddividere 6-7 miliardi destinati al rinnovo delle flotte, al materiale rotabile, alle ferrovie regionali, ai porti».
Sulla tratta italiana della Tav, ancora da finanziare, «la scelta del governo è stata di proporre un commissario». Nei prossimi giorni, poi, il ministro presenterà l’allegato Infrastrutture al Def, che «tiene conto del Pnrr e delle opere ritenute strategiche, fissando le esigenze di finanziamento, tra cui anche la Tav. A tale proposito, va ricordato che il governo ha rifinanziato il fondo di sviluppo e coesione per 15 miliardi. Lavoriamo a una proposta per l’utilizzo di quella disponibilità, che si somma a quella degli 80 miliardi dei fondi europei ordinari per il 2021-27». Il lavoro del commissario e la progettazione delle Ferrovie della tratta italiana «ci aiuteranno a capire cosa fare. Abbiamo proposto il commissario del terzo valico, Calogero Mauceri, che ha lavorato bene anche nel dialogo con il territorio. Ora potrà avviare un dialogo con Rfi. Difficile rispondere sui tempi. Non ha senso parlare di finanziamento se non c’è la progettazione».
Poi ci sono le autostrade, interessate da Nord a Sud da un groviglio di lavori. «Che le nostre infrastrutture siano vecchie e bisognose di lavori straordinari per la messa in sicurezza lo so da un rapporto Ocse del 2009», dice Giovannini. «Serve un investimento straordinario di manutenzione, per rendere più sicuri ponti e viadotti, e assicurare condizioni adeguate per i cambiamenti tecnologici. Il tema è strutturale, non è una tempesta estiva. Dobbiamo esserne coscienti».
E per questo, dice il ministro, «stiamo lavorando con le regioni in maggiore difficoltà per migliorare la programmazione degli interventi, avere una buona gestione e prevedere compensazioni. Penso alla Liguria e alla A14: abbiamo promosso i tavoli tecnici per programmare meglio i lavori concentrandosi sulla sicurezza, prevedendo anche la sospensione dei lavori nei fine settimana estivi, e a partire da metà luglio. Accanto alla buona gestione, si deve anche programmare a medio termine attraverso la definizione di piani economico-finanziari adeguati».
E le compensazioni? «Abbiamo parlato con Aspi e da lunedì scorso sulle tratte liguri i pedaggi sono ridotti per bilanciare i disagi. Ma questo approccio deve valere per tutte le gestioni. Abbiamo 15 concessioni da aggiornare entro l’anno. Proporremo ai gestori di adottare questa pratica, ovunque si renda necessario».
E poi l’ultimo annuncio: «Entro luglio partirà il bando per oltre 100 posti per il Ministero. Si tratta di collaborare allo sforzo collettivo del Paese per l’attuazione del Pnrr. Saranno ingegneri, economisti, tecnici di varia natura. Questa operazione deve essere per rinnovare l’anima del Ministero, ma non solo. Servirà anche ai provveditori, che spesso sono stazioni appaltanti per gli enti territoriali».