Il ritorno di ScholzLa sorprendente risalita della Spd nei sondaggi in Germania

Con un programma basato soprattutto su temi sociali (come patrimoniale, tasse per i più abbienti, aumento del salario minimo e lotta al caro affitti), i socialdemocratrici hanno quasi raggiunto la Cdu nelle ultime rilevazioni. Il boom si spiega anche con il calo dei Verdi a cui hanno strappato alcuni elettori persi negli ultimi mesi

LaPresse

Se volessimo indicare i diversi momenti della campagna elettorale tedesca parafrasando i titoli degli episodi di Star Wars, questi giorni sarebbero senza dubbio Il ritorno del Socialdemocratico. 

Tutti i sondaggi pubblicati nell’ultima settimana, infatti, mostrano una crescita della SPD. La cosa è stata ripresa dai media tedeschi, che a volte hanno insistito su un appaiamento dei socialdemocratici e della CDU, lettura che ha fatto breccia in Italia. In realtà, però, non si può parlare di pareggio: nei casi migliori, la CDU continua a conservare un leggero vantaggio. Il rapporto tra CDU e SPD sarebbe 22% contro 21% secondo l’istituto Kantar e 23% a 21% secondo Forsa. Per altri sondaggi la SPD continua a stare dietro (cinque punti di svantaggio secondo INSA, mentre i rapporti sarebbero addirittura 27,5 a 19,5 secondo Allensbach, fonte che però sovrastima sempre i cristiano-democratici). 

Ma al di là del (finora) mancato appaiamento, gli ultimi sondaggi rappresentano effettivamente una notizia rilevante nella campagna elettorale tedesca. Prima di tutto, perché testimoniano una crescita della SPD. Da almeno un anno i socialdemocratici erano fissi intorno al 15%, e in alcuni momenti persino la AfD (l’estrema destra antieuropea) è sembrata in grado di raggiungerli. In secondo luogo, perché sono tutti concordi nel mostrare il sorpasso dei socialdemocratici a danno dei Verdi. Nell’ultimo anno, la campagna elettorale è sembrata giocarsi tutta nella sfida tra Verdi e CDU, con i Grüne visti come unica alternativa possibile all’ennesima vittoria dei cristiano-democratici. Negli scorsi mesi, un fugace sorpasso dei Verdi sul partito di Angela Merkel aveva rinforzato questa percezione. 

Recentemente però, la candidata verde Annalena Baerbock è stata coinvolta in alcuni scandali, che hanno portato a una discesa del partito nei sondaggi. Oggi, i Grüne sono tra il 17% e il 19%. Se i dati venissero confermati alle elezioni di settembre, continuerebbero a essere la terza forza parlamentare, con CDU e SPD in testa, dopo un anno in cui per loro tutto sembrava possibile. 

La risalita della SPD, in effetti, si spiega anche con il calo dei Verdi, in una sorta di “ritorno a casa” di alcuni voti persi nell’ultimo anno. Inoltre, il candidato Cancelliere Olaf Scholz ha goduto negli ultimi anni di un discreto supporto, e durante la pandemia è stato molto apprezzato dall’elettorato per aver rivisto alcuni dogmi economici tipicamente tedeschi sul debito pubblico, sbloccando aiuti fondamentali per il Paese (anche a livello europeo ha ammorbidito le sue posizioni sugli eurobond in vista dell’approvazione del Next Generation Eu). 

Tra le persone candidate alla Cancelleria, Scholz risulta tra i più graditi. Negli scorsi mesi, molti sondaggi evidenziavano come, in un sistema dove si votasse direttamente il Cancelliere, lui avrebbe più consenso del suo partito, mentre la settimana scorsa un’indagine di Statista ha rivelato come quasi il 60% dei tedeschi lo ritenga adatto a fare il Cancelliere, contro il 28% di Armin Laschet e il 23% di Baerbock. Se, dunque, da una parte per spiegare la crescita della SPD vanno considerate le vicende che hanno riguardato Baerbock (che hanno offuscato il suo potenziale innovativo) e l’incapacità di Laschet di riscuotere l’entusiasmo dell’elettorato (Laschet è stato eletto segretario CDU grazie soprattutto all’establishment del partito, e ha faticato anche a farsi candidare Cancelliere), dall’altra parte la figura di Scholz sembra essere un valore aggiunto per i socialdemocratici. 

Con un programma basato soprattutto su temi sociali (come patrimoniale, tasse per i più abbienti, aumento del salario minimo e lotta al caro affitti), la SPD torna ad avere un ruolo di primo piano nei sondaggi dopo più di un anno. Un eventuale successo di Scholz potrebbe però avere forti ripercussioni nelle dinamiche interne della SPD. L’attuale candidato Cancelliere, infatti, aveva corso come leader dei socialdemocratici nel dicembre del 2019, finendo sconfitto a sorpresa da Norbert-Walter Borjans e Saskia Esken. Scholz, veniva identificato con l’ala più centrista del partito, e compromesso con la Große Koalition che era costata tantissimo in termini di consenso. Un profilo molto diverso da quello della nuova leadership, e non è escluso che, in un partito in aperta crisi, la candidatura di Scholz fosse anche un modo per liberarsi di uno scomodo rivale. Se questi però riuscisse nell’impresa di ottenere un sostanziale pareggio con la CDU, è chiaro che potrebbe passare all’incasso anche nel partito. 

È ancora presto per capire se la crescita dei socialdemocratici rimarrà stabile, se i Verdi rimarranno terza forza nei sondaggi e se addirittura Scholz può portare la SPD a essere primo partito. C’è poi l’incognita della maggioranza: oggi tra i socialdemocratici tutti vorrebbero evitare di riproporre le larghe intese con la CDU, ma attualmente un governo con i Verdi e la sinistra della Linke sembra difficile (più probabile una “coalizione semaforo” con Verdi e liberali della FDP, ma i programmi sono molto diversi). Ma la crescita della SPD è un elemento nuovo nella campagna elettorale, e a un mese dal voto potrebbe innescare dinamiche interessanti che nell’ultimo anno sono sembrati a molti solo fantascienza. 

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