«È evidente che ci sono buone possibilità per aprire tutto in autunno, ma a tre condizioni», dice alla Stampa Roberto Battiston, fisico, docente universitario ed esperto di analisi dei numeri legati al Covid.
Il primo elemento che dobbiamo prendere in considerazione sono i dati. E sono i numeri relativi all’andamento della pandemia, tenendo presente che quella terminata a giugno è stata la seconda ondata e non terza, come erroneamente si crede. Il secondo aspetto è che le previsioni di virologi e immunologi (almeno la maggior parte) che pronosticavano una impennata di contagi tra fine luglio e fine agosto sono state smentite in buona parte. Lo stesso Silvio Brusaferro, portavoce del Comitato tecnico scientifico e presidente dell’Istituto superiore di sanità proprio in queste ore sottolinea come «gli ultimi dati confermano che la curva cresce ma rallenta».
Nell’ultima settimana, l’Italia ha avuto intorno ai settemila contagi al giorno. La curva è sostanzialmente stabile. «L’incidenza ha smesso di scendere e ha ripreso a salire a fine giugno. Il ritmo di crescita, sia pure esponenziale, è tre volte minore di quello che ha caratterizzato la seconda ondata (ottobre 2020) e mostra segni di rallentamento», spiega Roberto Battiston. «Grazie alla diffusione del vaccino la frazione di infetti attivi che sono ospedalizzati in questa ondata è circa tre volte più bassa della seconda ondata. E questi due fattori spiegano per quale motivo il carico sanitario, in termini di ospedalizzazioni e terapie intensive, sia ancora contenuto».
L’arrivo della variante Delta, oggi dominante in Italia, avrebbe fatto la differenza. La variante è arrivata nel momento in cui in Italia i contagi erano molto bassi. «Il tasso e la velocità della crescita dei contagi, infatti, è stato più lento rispetto ad altri Paesi, come Regno Unito, Francia e Spagna. Siamo stati più simili alla Germania», dice Battiston. Ma nel frattempo il tasso di vaccinazione ha avuto una decisa accelerata. «Il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose», dice Battiston. E poi c’è il fattore stagionale. «D’estate stiamo più all’aperto e la gente si distribuisce con maggiore facilità». Non a caso in questa fase l’incidenza dei casi su 100mila abitanti è più elevata in zone come Rimini rispetto alla Lombardia.
Quindi, cosa dovremo aspettarci per l’autunno e in particolar modo con la riapertura delle scuole? «La caratteristica della variante Delta è questa – spiega Battiston –: causa una prima fiammata, seguita da un calo e una decrescita». Ma deve essere accompagnata da una forte campagna di vaccinazione. «Perché abbiamo visto – insiste il fisico – che la variante Delta ha un effetto trascurabile nei confronti delle persone che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino. Ecco perché penso che, se ci sarà una terza ondata, questa non riguarderà i vaccinati ma i non vaccinati».
Secondo Battiston la data spartiacque potrà essere il 20 agosto, quando saranno passate circa due settimane dall’introduzione del Green Pass e vedremo gli effetti sulla curva epidemiologica. «Se, come penso – dice il fisico –vedremo un rallentamento della curva, vorrà dire che questo sistema funziona. Anzi, a dire il vero sta già funzionando». I dati ci dicono che, per circa 7.000 contagiati, ci sono almeno 4mila guariti in più. «Questo ci permette di tenere basso anche l’indice Rt. Insomma, tra vaccinazioni, Green Pass e comportamento della variante Delta, possiamo dire che in autunno l’Italia, anziché chiudere di nuovo potrà invece riaprire ancora di più».
Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, relativo al 15 agosto, sono 5.664 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore. Si contano 19 vittime in un giorno, in calo rispetto alle 34 del giorno prima. Ma si tratta di numeri da mettere in relazione ai 160.870 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, quando il giorno precedente erano stati invece 254.006.
Il tasso di positività è del 3,5%, in aumento rispetto al 2,8%. Mentre sono 384 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, in aumento di 12 unità. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono 29. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.162, con un incremento di 61 unità rispetto al giorno prima.