Napoleone la pretese, Cavour nicchiò: ma con il referendum popolare del 15 aprile 1860 (un anno prima della dichiarazione dell’Unità d’Italia) i cittadini di Nizza scelsero di diventare francesi. La città natale di Giuseppe Garibaldi è perduta e l’eroe dei due mondi mai lo perdonerà a Vittorio Emanuele II, anche se la città rimane comunque un suo vessillo personale, tant’è che una delle piazze più popolari e vitali, oggetto di un recente e accurato restyling, è intitolata proprio a Monsieur Garibaldì (con l’accento, comme il faut).
E adesso che abbiamo ripassato la storia, andiamo alla scoperta di questa brulicante terra di confine, amatissima dagli italiani che qui hanno anche un quartiere a loro dedicato: è quello dello shopping e dei ristoranti dove si accalcano turisti e locali, alla ricerca di uno dei tanti piatti simbolo della città.
La gastronomia cittadina
A due passi dal mare eppure molto radicata nella terra: mangiare nizzardo significa innanzitutto gustare specialità nelle quali le verdure sono protagoniste. E se la nizzarda per antonomasia è un’insalata verde con pomodori, uova sode, acciughe, tonno, anche nella versione ‘nel panino, con il leggendario pain bagnat, tanti altri piatti hanno i vegetali al centro. A partire dai farcis, verdure dell’orto ripiene con carne, uova e formaggio: pomodori, cipolle, zucchine e melanzane sono barchette gustose da gustare a profusione. Al posto del pane, c’è la mitica socca, parente stretta della farinata, preparata con farina di ceci, olio e acqua e cotta al forno in una sfoglia sottile, morbida e ben condita con pepe e sale. È un passe partout che va bene sempre, uno snack da gustare durante tutta la giornata. Un po’ come la pissaladière, una focaccia con olive nere, un profluvio di cipolle e acciughe, massiccia e goduriosa. Non possono mancare i beignet, verdure (o acciughe!) impastellate in pasta da pane e fritte. Ma su tutte le specialità verdi la più caratteristica e insolita è la tourte de blettes: una torta salata farcita con bietole o erbette che viene servita salata, e fin qui tutto normale, oppure dolce, con l’aggiunta di una generosa spolverata di zucchero a velo. Il vero scoop? È buona davvero!
Dove dormire
L’accoglienza di questa città è proverbiale: è uno dei pochi posti di mare dove trovare una camera per il 15 agosto prenotando il 14 non è difficile, e la varietà di proposte è pressoché infinita. Non potendoci permettere una suite allo storico Negresco, la cui cupola è parte della storia cittadina, noi non abbiamo un hotel ‘preferito’ ma ne giriamo un po’ a seconda delle offerte e del momento. Uno dei prediletti, per posizione, trattamento, bellezza e prezzo è il Windsor, a Nizza nuova (quella zona che chiamano ‘degli italiani’) comodo e carino. Ogni camera è diversa dalle altre, sono tutte decorate da artisti giovani che la proprietà è attenta a supportare, e ha un bellissimo giardinetto molto selvaggio e protetto, che custodisce una bella piscina, cosa rara qui. Un altro luogo molto caratteristico, in un bel palazzetto liberty appena ristrutturato è il Vendome, più verso Nizza Vecchia, sempre in una vietta all’interno. Una certezza rimane il Beau Rivage, potendoselo permettere: ogni tanto tanto ha delle super offerte e vale la pena perché è nel triangolo strategico tra la promenade, il mare, la coulée verte e le viette della Vieux Nice. Ispirato ai galets (i sassi della spiaggia), hai colori istituzionali di Nizza, bianco e blu e camere confortevoli con balconcini interni deliziosi. Un altro sulla promenade a prezzi decisamente accessibili è il Mercure Marché aux fleurs: è una catena, ma fare colazione sul terrazzino con vista mare è davvero impagabile. Easy ma davvero curati – e perfettamente instagrammabili – sono invece gli hotel della catena Happyculture, come il The deck o il The Jay, vicini al centro e vivaci, prediletti da una clientela giovane e internazionale.

Dove mangiare
Anche in questo caso, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Approdo sicuro e sempre valido è La Merenda: qui lo chef Dominique Le Stanc ha trovato il suo angolo perfetto dopo aver condotto le cucine di gran parte dei ristoranti stellati francesi, arrivando a guadagnare le due stelle Michelin. Stufo della vita dei grandi ristoranti ha deciso di aprire questo microluogo che è la perfetta sintesi di quello che deve essere un locale accogliente: è sempre strapieno, per prenotare occorre andare sul posto oppure tentare la sorte con i messaggi di Instagram (recentissima concessione alla modernità). Piatti tradizionali senza se e senza ma: nessun vezzo, nessuna concessione alla creatività ma solo tanta attenzione al mercato e alla scelta dei prodotti. E un malinconico, magro e abbronzato uomo solo dietro ai meravigliosi fornelli a vista. Non perdetevi le pâtes au pistou, suo cavallo di battaglia insieme alla trippa e alla daube de beuf.
Sosta forzata anche al Café de Turin: quando si dice che è un’istituzione al pari della statua di Garibaldi, non si sbaglia. Gli habitué vi diranno che ‘non è più come una volta’, e forse è vero: ha abbandonato l’aria decadente e ha lasciato il posto a una catena di montaggio rodatissima ma sempre efficace. Non si prenota, ci si mette in coda e si aspetta sbirciando nei tavoli degli altri e ascoltando le conversazioni di chi ci segue e ci precede. Una volta seduti (vi assicuriamo che l’attesa è breve e vale il pasto!) non c’è altra ordinazione possibile se non une panaché, ovvero un mix di coquillages da perdere la testa. Ce ne sono 8 diversi tipi, e quel cambia il prezzo sono le dimensioni e al tipologia delle ostriche a disposizione. Se siete in vena di esagerare, le numero 1 sono le più pregiate e le più grandi e carnose.
Per un’esperienza verace nella Vieux Nice c’è Lou Pilha Leva: purtroppo la proprietaria che urlava come ai banchi del mercato “Une socca en comande!” non c’è più, ma restano i tavoloni da sagra, e i piatti tipici della gastronomia. Socca, farcis, beignet, e la mitica tourte des blettes qui valgono la scomodità e la lotta coi piccioni.
Voglia di qualcosa di più elaborato e creativo? Il delizioso Olive et Artichaut farà al caso vostro con il suo menu che pesca dalla tradizione e dai prodotti del mondo, o anche il Davia di Pierre Altobelli, che propone una cucina locale e di stagione, con il menu che cambia a seconda del mercato. Dopo la morte della nonna che gestiva magistralmente questo locale, la madre di Pierre ha proseguito con volontà ed efficienza questo stesso percorso. Pierre ha seguito la strada di genitori e nonni e dopo tante incursioni in numerose cucine stellate e tanta esperienza in Oriente ha riportato nel ristorante di famiglia la sua maestria.
Se quello che cercate è la vista e un luogo magico per una cena romantica, tuffatevi a Le Plongeoir un gazebo in bilico sul mare con una storia affascinante. Alla fine dell’ottocento un elegante peschereccio fu assicurato proprio qui alla roccia. Durante “La Belle Époque”, gli ospiti potevano mangiare e bere il tè a sei metri sopra le onde. Questo ristorante, collegato da una passerella ad un grazioso gazebo tipico di quell’epoca in Costa Azzurra, divenne presto emblematico della città di Nizza. In seguito ai danni subiti dal peschereccio, nel 1941 l’architetto René Livieri fu incaricato di dare nuova vita al sito, dando vita ai Trampolini sul lato mare con un ristorante sulla spiaggia in sostituzione del gazebo. Molti anni dopo, in seguito alla chiusura del ristorante sulla spiaggia, i trampolini sono stati abbandonati ma hanno mantenuto un posto speciale nel cuore dei nizzardi e la sua sagoma è rimasta ancora parte del patrimonio culturale della città. Oggi questo luogo è stato valorizzato da questo ristorante un po’ pretenzioso che però rimane uno dei posti più belli della costa.
Non sono tipici ma è come se lo fossero, i dolcetti tunisini di Carthage: un tè alla menta e queste delizie sono una delle golosità da non farsi sfuggire passando di qui.
Cosa fare
Noi vi consigliamo di iniziare ad approcciarvi alla città con una passeggiata sulla nuova coulée verte, uno spazio riqualificato negli anni e diventato il nuovo centro: lunga 1,3 km e larga più di 50 metri, questo percorso parte dal Museo d’Arte Moderna (Mamac) e dal Teatro Nazionale di Nizza (TNT) e arriva fino al mare. Molte specie di piante sono state scelte dal progettista, il paesaggista Michel Péna. L’idea di rappresentare i cinque continenti, attraverso la scelta delle specie, mira, in un certo senso, a rendere il luogo una piccola rappresentazione del mondo. E l’universo che riempie questa zona è davvero una rappresentazione dell’universo, senza distinzione di età, abitudini, provenienza e modalità di approccio. Si viene qui per passeggiare, giocare con le magnifiche fontane regno dei bambini, rilassarsi, prendere il sole, guardare le mostre temporanee, mangiare.
E dopo aver preso il sole si possono ammirare le stelle al planetario, un patrimonio scientifico, storico e naturale straordinario già nella costruzione, firmata da Charles Garnier (lo stesso architetto dell’Opera di Parigi), che ospita la più grande cupola mobile d’Europa, progettata da Gustave Eiffel. Si viaggia dal Big Bang al cuore delle stelle, e si mette alla prova la propria conoscenza del sistema solare, con un’esperienza immersiva attraverso l’universo.
Ovviamente non potete perdervi un giro al Marché aux Fleurs, vera istituzione nizzarda: un paradiso di fiori, piante, verdure, frutta e delizie da mangiucchiare passeggiando. Una piazza che si rifà il look ad ogni giro d’orologio: se la mattina ci sono i fiori, il pomeriggio arrivano i tavolini dei bar e la sera le bancarelle degli artigiani. E il lunedì mattina lo spazio è colonizzato dal mercato delle pulci, un profluvio di posate, lampadari, brocche, piatti, tovaglie d’antan, gioia di tutti gli amanti del vintage che trovano sempre qualcosa per cui valga la pena fare una trattativa sul prezzo.
Il mare
Promenade des Anglais a parte, dove capirete senza ombra di dubbio perché questo tratto di mare è chiamato Cote d’Azur, ci sono svariate attività marine da fare in questa città così divisiva ma così affascinante, decadente e accogliente come poche altre al mondo. Partendo da qui si può visitare il Santuario dei Cetacei Pelagos, che copre il tratto di mare compreso fra la Costa Azzurra e la Corsica ed è stato istituito nel 1993 fra Italia, Francia e Principato di Monaco a testimonianza della portata internazionale che il fenomeno ha raggiunto negli ultimi anni. Protegge gli oltre 2000 cetacei appartenenti a otto specie diverse che popolano il Mar Ligure e si può raggiungere con un’escursione in giornata. Un’altra escursione giornaliera consigliata è quella che va verso l’isola di Santa Margherita, una delle isole Lérins, i cui fondali sono ricchi di specie e habitat protetti e unici. Appena sbarcati, sarete colpiti dal profumo dei pini e degli eucalipti e dalle molteplici attività disponibili.Il modo migliore per scoprire la sua vera natura è sicuramente quello di incamminarsi per i sentieri che propongono di scoprire la ricchezza botanica e storica del posto. Passerete dallo stagno di Batéguier alle numerose specie di uccelli migratori fino alla punta della Convention per scoprire diverse essenze vegetali. Si impone una visita alla Fortezza Reale, antica residenza della Maschera di Ferro che vi permetterà di comprendere il ruolo strategico ricoperto dall’isola. Da non perdere, infine, il museo marittimo all’interno della fortezza.
Curiosità
Volete sapere tutto ma proprio tutto della città? Ecco a voi Radio Nizza! Fondata da un radiofonico italiano di lungo corso, Marco Casa, questa produzione editoriale è diventata anche associazione e vuole essere un ponte tra la città e gli italiani. Il notiziario in lingua italiana offre l’informazione, gli eventi e il meteo da Nizza e dintorni, con l’agenda delle manifestazioni e tante curiosità sulla città, con particolare attenzione alle attività italiane locali.
Non spaventatevi se a mezzogiorno in punto sentite uno sparo: nel 1861, un signore inglese, Thomas Coventry, convinse la città di Nizza a sparare un colpo di cannone (oggi una più inoffensiva bomba pirotecnica) dalla collina del Castello per segnare l’ora esatta del pranzo. La tradizione non si è mai fermata. Intorno a quell’ora, curiosamente, in spiaggia il mare si alza di un metro e i più coraggiosi che si sdraiano proprio sul bagnasciuga vengono irrimediabilmente travolti dall’onda. È per questo che i veri nizzardi si posizionano un po’ più in su!
Saponi, spezie e antichità: sono questi i souvenir tipici per chi passa da qui. Per le antichità c’è il mercato, ma anche tutta la zona sotto al Castello verso il porto che è un vero e proprio crocevia di bellezze di un tempo. Per i saponi basta passeggiare per scovare batterie di saponette di ogni genere e profumo. Per andare sul sicuro e non rischiare di comprarne di industriali, la Pharmacie du Comté quasi in place Garibaldi è una certezza, con prezzi corretti e saponi naturali. Per le spezie c’è Girofle et Cannelle che ha anche un pratico e-shop se avete nostalgia di qualcosa he avete comprato. La selezione di spezie è favolosa, i rum aromatizzati tipo punch sono una vera scoperta, ma sono soprattutto le varietà di pepe a colpire: ce ne sono di ogni genere, e la disponibilità a raccontarveli tutti è infinita.
Se vi appassionano le cose di un tempo un giro da Tresors Public vi farà subito rimpiangere i bei tempi andati: dalle penne alle biglie, dalle pentole ai cappelli, tutto qui è rigorosamente dal sapore d’antan e made in France.