Settima arteLa rivincita dei cinema di quartiere di Milano

Nell’estate della lotta al Covid, la città ha riscoperto il piacere degli schermi all’aperto. Come quello del Teatro Martinitt, con una rassegna da record curata dal critico Franco Dassisti, che dice: «Gli spettatori hanno potuto riappropriarsi del tempo e dell’immaginazione»

Cortile Giambellino

Mentre nei cinema del centro di Milano, malgrado si venisse dalla lunga chiusura per Covid, gli spettatori in sala si contavano sulle dita di poche mani, alla periferia est della città si compiva un piccolo miracolo. Nell’arena allestita dietro lo storico Teatro Martinitt, ogni sera sedevano almeno cinquanta persone. Per tutta l’estate sono stati proiettati film di ogni genere, ma con grande attenzione alla qualità. Titoli come “Nomadland”, “The Father”, “Cosa sarà” non sono dei blockbuster, eppure hanno animato una rassegna dai numeri record.

«Nel 2020, la nostra prima stagione aveva fatto contare 75 date dal primo luglio al 14 settembre» – racconta Franco Dassisti, critico e divulgatore di cinema, curatore della rassegna – «quest’anno le serate sono state 100: è stato un grande successo., visto che alla fine abbiamo totalizzato 200 spettatori in più rispetto all’anno scorso».

Nella programmazione è stata seguita una logica verticale, su cinque sere a settimana. Ad ogni serata è stata fatta corrispondere una tipologia di proiezione: ad esempio il «lunedì d’autore», con grandi film d’autore dai festival. Dopo la sera di pausa, il mercoledì «notte Italiana», con una decina tra registi e attori che sono intervenuti per parlare dei loro film. Il venerdì , «notte da Oscar», mentre il sabato è stato riservato alle grandi produzioni. Per la domenica, si è puntato sulla scelta coraggiosa della documentaristica.

«Abbiamo visto persone con gli occhi pieni di meraviglia, pronte a emozionarsi» – continua Dassisti – «con l’arena all’aperto abbiamo creato un’atmosfera di ritrovata libertà, ma contemporaneamente, immersiva. I cellulari che non suonano, lo schermo che fa entrare nella storia. Una condizione così diversa da quella nella quale il lockdown e lo smart working ci avevano costretti. Oltre lo schermo, il cielo estivo. Abbiamo costruito momenti nei quali gli spettatori hanno potuto riappropriarsi del tempo e dell’immaginazione».

Ma se Arena Est è una felice conferma, esattamente dalla parte opposta del territorio milanese, in un altro quartiere storico della periferia come il Giambellino, il cinema di quartiere è una consolidata tradizione. L’estate ha fatto registrare la decima edizione di “Scendi, c’è il cinema”, un’iniziativa che rende ancora più di prossimità il rapporto con la settima arte, portandola fin sotto casa.

Le sale cinematografiche vengono allestite nei cortili delle numerose case popolari di Giambellino e Lorenteggio. «Anche quest’anno abbiamo cercato di proiettare film abbastanza nuovi, portandoli in dieci cortili, con una media di cento spettatori a serata» – racconta Rosalba Rombolà, dell’associazione promotrice, Laboratorio di Quartiere – «gli spettacoli vengono organizzati solo durante il weekend, perché l’allestimento itinerante crea evidenti difficoltà tecniche, ma in questo modo le proiezioni diventano appuntamenti che, attraverso il passaparola, attirano pubblico anche dl altri quartieri. Si crea così, attorno al cinema, un senso di comunità».

Un’operazione di puro volontariato, che solo quest’anno avuto un sostegno importante, oltre a quello del Municipio 6. L’associazione ha infatti vinto un bando per le iniziative culturali indetto dalla Fondazione Cariplo: ha potuto così associare ad ogni proiezione un evento legato al tema del film.

«Vorremmo che chi amministra» – continua Rombolà – «si rendesse conto che queste sono iniziative culturali e civiche originate degli stessi abitanti. Vanno sostenute e incentivate».

Franco Dassisti, da parte sua, chiude lanciando una provocazione: «È evidente che c’è, sul territorio, una sensibilità per il cinema alla quale iniziative come le nostre cercano di dare risposta, con grande impegno e fatica. La prossima amministrazione dovrà farsi promotrice dell’apertura o riapertura di un cinema in un quartiere della città, ogni anno». Perché tutti i milanesi possano riappropriarsi della loro immaginazione.

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