I nuovi geniCon il Crispr modificheremo gli uomini, ma anche piante e coltivazioni

Secondo lo scienziato Kevin Davies, autore di un libro sul tema edito da Cortina, la nuova tecnica di editing genetico ha applicazioni pressoché infinite e sarà decisiva per costruire il mondo di domani. L’importante è munirsi di barriere etiche adeguate per evitare abusi e sperimentazioni pericolose

di National Cancer Institute, da Unsplash

Cosa accadrebbe se l’umanità potesse alterare la sostanza stessa del codice genetico? Una domanda che a lungo è rimasta confinata al campo della fantascienza. Adesso però, le cose stanno per cambiare, come rivela un recente libro di Kevin Davies intitolato “Riscrivere l’umanità. La rivoluzione Crispr e la nuova era dell’editing genetico” (Raffaello Cortina Editore).

Davies è direttore esecutivo del Crispr Journal e direttore-fondatore di Nature Genetics. Il Crispr è una nuova tecnica di editing genetico che permette di correggere il Dna di qualsiasi organismo, la cui scoperta è valsa a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna il Nobel per la chimica 2020.

I suoi effetti sono oggetto di studi nel campo delle malattie ereditarie, ma lo pongono costantemente al centro di questioni etiche e dibattiti su possibili applicazioni anche in altri campi. Non si tratta più di un futuro fantascientifico, ma di un vero e proprio presente. E Davies lo spiega.

Cosa si intende quando si parla di “Rivoluzione Crispr”?
Crispr è il nome di un particolare pattern ripetuto di lettere del Dna (Acgt) in alcuni batteri. Gli scienziati hanno appreso circa quindici anni fa che la funzione naturale di Crispr è quella di fornire un sistema immunitario per difendere i batteri dai virus. Dieci anni fa, gli scienziati hanno trasformato questo sistema in uno strumento di editing genetico programmabile in grado di colpire quasi tutte le sequenze specifiche di Dna. La scoperta è valsa a Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier il Premio Nobel per la Chimica nel 2020. La tecnologia è utilizzata nei laboratori di tutto il mondo e le applicazioni sono quasi infinite. Tutto questo giustifica il termine “rivoluzione”.

Veniamo alla domanda al centro del suo libro: cosa accadrebbe se l’umanità potesse alterare la sostanza stessa del codice genetico?
Ebbene, l’umanità può già farlo. Il problema è estendere questo trattamento a migliaia o milioni di pazienti e renderlo accessibile alla maggior parte delle persone. La domanda però potrebbe riferirsi allo scandalo “Crispr Babies” del 2018, quando uno scienziato cinese modificò il Dna di embrioni umani. Un campanello d’allarme etico perché per la prima volta uno scienziato aveva deliberatamente ingegnerizzato il Dna di un essere umano, producendo cambiamenti ereditabili che sarebbero stati trasmessi alle generazioni future. Non sappiamo se le due bambine modificate geneticamente siano sane – speriamo di sì. La comunità scientifica comunque si è sollevata in opposizione a questa ricerca e dovrebbe essere ritentata solo sotto linee guida molto rigorose.

Il libro mette in evidenza anche uno stretto collegamento tra scienza, accademia, economia, biotecnologia.
Uno dei temi che spero emerga nel libro è l’importanza di sostenere la ricerca di base. La rivoluzione Crispr è iniziata perché una manciata di microbiologi in Spagna e nei Paesi Bassi erano curiosi di queste strane ripetizioni del Dna e volevano capire la loro funzione biologica. Un’ipotesi di ricerca di questo genere non sarebbe mai stata sostenuta dalla politica. Di conseguenza, ora abbiamo un settore in forte espansione dell’industria biotecnologica, con aziende da miliardi di dollari come Intellia, Editas, Crispr Therapeutics e Beam Therapeutics che lavorano alla cura di una lunga lista di malattie genetiche, oltre a una nuova ondata di aziende pronte a unirsi a loro.

Con Crispr sono possibili anche trattamenti per i disturbi del neurosviluppo, giusto?
Le prime applicazioni di Crispr si concentrano su organi e tessuti come il fegato e l’occhio. Il trattamento di malattie come la distrofia muscolare può essere più complicato, perché sarà necessario modificare più cellule. E il trattamento dei disturbi del cervello comporta ulteriori sfide, quindi sarà un salto che si farà più avanti di qualche anno. Ma con nuove e più precise forme di editing genetico sono fiducioso che anche i disturbi dello sviluppo neurologico alla fine saranno curabili utilizzando Crispr.

Crispr ha anche altre applicazioni. Un capitolo del libro è dedicato per esempio a piante e colture.
Sì, è un argomento che non finisce sui giornali quanto la cura di un paziente con anemia falciforme, ma se non usiamo gli strumenti in nostro possesso, assisteremo impotenti mentre più raccolti e alimenti cadranno preda di parassiti e soffriranno per il cambiamento climatico. L’editing del gene Crispr può introdurre modifiche specifiche al genoma della pianta senza lasciare Dna estraneo o danni collaterali. Nei prossimi decenni penso che la maggior parte delle colture per nutrire il pianeta, se non tutte, saranno state progettate utilizzando Crispr. Non saremo in grado di mangiare banane o arance o molti altri frutti e cibi se non lo facciamo.

Dopo il secolo della chimica e della fisica, siamo ora nel millennio delle scienze della vita. Per cui ora, cito una parte dell’introduzione del tuo libro: «Cosa possiamo diventare?»
Si discute molto sul futuro dell’umanità. Io non sono un sostenitore del “miglioramento” umano o dei tentativi di accrescere le potenzialità della specie umana. Quali geni modificheremmo? Possiamo essere certi che non ci sarebbero effetti collaterali? Le idee sul miglioramento dell’intelligenza umana o su altri aspetti della cognizione sono destinate al fallimento. Ma ci tengo a dire questo: sarebbe interessante se potessimo progettare una resistenza genetica a determinati virus o radiazioni. Quindi forse nelle generazioni future vedremo tentativi in questa direzione.

Resta però sempre aperta una resistenza che riguarda la questione etica.
Il dibattito su Crispr e sull’editing genetico sarà sempre più acceso nei prossimi anni. Il premio Nobel Jennifer Doudna merita un enorme credito, perché quando sono emersi i primi rapporti sugli esperimenti di modifica genetica negli embrioni umani nel 2015, ha chiesto agli scienziati di riunirsi per discutere le implicazioni etiche. Ci sarà un’altra importante conferenza su questo argomento a Londra nel 2022. C’è inoltre un accordo diffuso sul fatto che per il momento l’editing Crispr non dovrebbe essere tentato sugli embrioni umani, in parte perché non è sicuro e prevedibile al 100%, ma anche perché ci sono ancora pochi scenari in cui questo intervento ha un senso medico. Ma dobbiamo rimanere vigili, perché non escluderei un altro genetista o una qualche clinica che cerchino di offrire questo servizio senza le garanzie appropriate o in un disperato tentativo di fama e fortuna.

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