Festina LenteIl decisionismo di Draghi fiaccato dai bizantinismi da Prima Repubblica

Non giova all’immagine del presidente del Consiglio la sensazione di un eccesso di disponibilità nei confronti di un partito come la Lega che abbaia ma non morde perché non ha armi politiche a disposizione. Palazzo Chigi deve andare avanti sulla massima estensione del Green pass, unica alternativa all’obbligo vaccinale

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È stato abile, Mario Draghi, a ottenere il sì della Lega al decreto sul Green pass, abile a incartargliela, come si dice a Roma, al Matteo Salvini di lotta e di governo. Però si perdono giorni per una vera estensione della carta verde, speriamo non troppi, ed è un peccato dato che la maggioranza degli italiani, anche degli elettori leghisti, è stra-favorevole al massimo allargamento del Green pass e anche al vaccino obbligatorio.

Lo hanno capito sindacati e Confindustria. Per colpa di un Salvini in versione Borghi si deve invece andare più piano, e pazienza se qualche non vaccinato si infetterà: il cinismo dell’ex ministro dell’interno non ha confini. 

Draghi ha dovuto mediare e rinviare di qualche giorno. Bene. Purché non diventi un’abitudine. Questo presidente del Consiglio non è un Arnaldo Forlani o un Giulio Andreotti, e meraviglia il fatto che non gli venga l’orticaria a parlare di cabine di regia come ai bei tempi del pentapartito, quando bisognava convincere Antonio Cariglia o Renato Altissimo: no, Draghi, che pure è un sapiente politico, è uno che sa decidere e soprattutto non ama perdere tempo. Meno che mai poi a proposito della lotta alla pandemia ove ogni tentennamento può costare carissimo.

Ecco perché regalare oggi qualcosa a Salvini può essere un precedente pericoloso domani. Tantomeno giova all’immagine del presidente del Consiglio la sensazione di un eccesso di disponibilità nei confronti di un partito come la Lega che – si visto mille volte – abbaia ma non morde, e non perché sia buona ma perché non ha armi politiche a disposizione.

Vale oggi per Salvini come varrà domani con Giuseppe Conte e con Enrico Letta. Meno che mai è utile, per sé e per l’Italia, un senso di sfilacciamento della maggioranza, possibile nella misura in cui il presidente del Consiglio non prende in mano i dossier più difficili. Il Paese apprezza il Draghi decisionista, come d’altronde lui sa bene. Non se ne deve mai dimenticare.L

Mario Draghi vada dunque avanti sulla massima estensione del Green pass, unica alternativa all’obbligo vaccinale che forse sarà comunque necessario, e non si preoccupi dei bizantinismi da Prima Repubblica. Non è da lui.

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