Non solo Regno UnitoNel resto d’Europa sta iniziando la nuova ondata per i non vaccinati

I contagi tornano a salire in Russia e Turchia. Oltre le 500 vittime in Romania e Ucraina, mentre la Lettonia ha iniziato il lockdown che durerà fino al 15 novembre. Per tutti la diagnosi è la stessa: la percentuale della vaccinazione della popolazione è ancora troppo bassa. Se il governo inglese non agirà subito, si rischia una «una tempesta perfetta», ha ammonito lo NHS

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L’Europa è l’unico posto al mondo dove i contagi sono tornati a salire. Più 7%, la scorsa settimana, per la precisione, ha rilevato l’Organizzazione mondiale della sanità. Nel resto del pianeta, i nuovi casi di coronavirus calano. I responsabili di questo primato in negativo sono soprattutto Regno Unito, Russia e Turchia. Ma, in generale, la quarta (o quinta) ondata della pandemia sarà più forte nei paesi che hanno vaccinato di meno, anche all’interno dell’Unione europea.

In Regno Unito le infezioni giornaliere si contano di nuovo in decine di migliaia. Ieri sono state più di 49 mila, per un totale di 320 mila nell’ultima settimana. Il dato delle vittime di martedì – 233, ieri sono state comunque 179 – è il più alto da marzo 2021, quando l’Europa si era richiusa in attesa dell’impatto salvifico delle campagne di vaccinazione. Sembra una vita fa, dopo mesi di normalità ritrovata proprio grazie all’immunizzazione di massa. 

Sono aumentati anche i ricoveri, dell’11% rispetto alla settimana precedente. Se il governo non agisce subito, si rischia una «una tempesta perfetta», ha ammonito lo NHS, il servizio sanitario pubblico che lotta (anche) per la sopravvivenza finanziaria. Non serviranno nuovi lockdown, insiste Downing Street, ma il primo ministro Boris Johnson si aspetta un «inverno difficile» e, come dice il suo segretario di Stato per gli Affari economici Kwasi Kwarteng, le restrizioni sono escluse, sì, ma solo «per il momento». In futuro, infatti, l’esecutivo potrebbe reintrodurre l’obbligo di indossare la mascherina in alcuni casi e suggerire il lavoro da casa quando possibile. 

Insomma, una replica della scorsa primavera. Va chiarito però che il tasso di mortalità resta significativamente più basso di quello riscontrato in quel periodo. Nonostante l’impennata di contagi e l’aumento delle ospedalizzazioni, si muore di meno. È questa la differenza esiziale: e si deve tutta ai vaccini. Il governo conservatore cerca di tranquillizzare la popolazione, già provata dagli shortages che hanno svuotato i supermercati

«La pandemia non è finita», ha detto in conferenza stampa il ministro della Salute, Sajid Javid, ma ammette che i casi potrebbero raggiungere i centomila al giorno. Centomila. Dopo l’ottima partenza della campagna, il Regno Unito ha rallentato e non figura più tra le prime dieci nazioni per numero di persone immunizzate completamente, cioè con due dosi. Anche se, come in Europa, è cominciato il terzo richiamo per i soggetti deboli. Nella corsa contro il tempo, Downing Street ha comprato centinaia di terapie non ancora approvate. Gli esperti monitorano da vicino il virus: il 6% dei contagi inglesi si deve a una nuova variante, chiamata volgarmente «Delta Plus», è stata identificata per la prima volta a luglio 2021. 

La situazione drammatica della Russia si deve soprattutto alla scarsa copertura vaccinale, ferma a un terzo (il 32%) di una popolazione da 140 milioni. Restano inutilizzate le scorte del vaccino sviluppato da Mosca Sputnik V e il paese è quello con il più alto numero di morti in Europa, 225 mila. Persino Vladimir Putin ha finito per appoggiare la proposta del governo per tenere a casa per una settimana i russi dal lavoro, nel tentativo di arginare i contagi. Scatterà a fine mese. Intanto, il sindaco di Mosca ha imposto la quarantena per i non vaccinati ultrasessantenni e per chi soffre di malattie croniche. 

A oriente soffrono anche Romania, Lettonia e Ucraina. Le 574 vittime in un giorno di Bucarest sono il dato peggiore della nazione da inizio pandemia. È accaduto lo stesso a Kiev (538), dove ieri i nuovi contagi sono stati 16 mila, su una popolazione di 44 milioni. Da ieri Riga è tornata in lockdown, ci rimarrà fino al 15 novembre. Anche la Polonia è tornata ai massimi da maggio e il governo valuta misure di contrasto più dure. La Slovacchia ha uno dei tassi di vaccinazione più bassi d’Europa: infatti cinque province settentrionali sono tornate in quarantena.

L’antidoto c’è: è il vaccino. I decessi giornalieri per milione di abitanti crollano con l’espandersi della popolazione vaccinata. A un dato sui decessi alto corrisponde una percentuale ancora troppo bassa di immunizzati. Viceversa, una copertura maggiore si traduce in meno vittime. Lo ha riconosciuto anche il primo ministro lettone Krisjanis Karins: «Il nostro sistema sanitario è in pericolo, l’unico modo per uscire da questa crisi è vaccinarsi». 

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