Neo, ex, post fascisti al SenatoL’incivile boato contro una legge necessaria ma inutile (e la fine del centrodestra italiano)

Non c’era bisogno della sceneggiata di leghisti e meloniani per sapere che abbiamo i più grotteschi reazionari dell’occidente, ma dopo quest’altra prova maiuscola per quale motivo quelli che invece pretendono di rappresentare un mondo conservatore europeo e atlantico continuano ad assecondarli? Cari Carfagna, Brunetta e Gelmini, non basta più un tweet per distanziarsene socialmente, datevi una mossa

Roberto Monaldo/LaPresse

Non c’era bisogno del boato da stadio esploso in Senato al momento della bocciatura della legge Zan, una legge necessaria ma abbastanza inutile, per avere conferma che in Italia abbiamo la destra più becera e impresentabile dell’Occidente. Esultare per essere riusciti a far saltare una maggiore tutela civile nei confronti di una parte della popolazione è da emeriti mentecatti, ma anche perfettamente coerente con i principi cafoni di una destra reazionaria e neo, ex, post fascista, no vax, no greenpass e cospirazionista, anti europea e antiatlantica, antisemita e razzista. 

Non c’era bisogno del boato da stadio di questi impresentabili senatori del popolo italiano per sapere che fanno i sovranisti col popolo degli altri, cioè che fanno il gioco di chi vuole affossare il nostro paese e limitare i diritti civili e politici dei connazionali. 

Non c’era bisogno del boato da stadio di questi fratelli di Ungheria e fratelli di Polonia e fratelli di Pontida, parenti strettissimi di chiunque brami un futuro illiberale, per accorgersi che la nostra destra gioca nella squadra di Putin, di Trump, di Bolsonaro, dei negazionisti del Covid e degli assalitori del Congresso americano.

Non c’era bisogno di questa sceneggiata irriguardosa delle istituzioni repubblicane e degli italiani che la legge Zan (con mille difetti) si prometteva di tutelare per sapere che i giornali della destra politica, da Libero al Giornale, dalla Verità al Fatto, schiumano tutta la rabbia e il risentimento che vale la pena stampare e per questo sono strumenti antisistema di disinformazione e di post verità. 

Non avevamo bisogno di assistere a questo spettacolo indegno di una curva sud per renderci conto che le trasmissioni di Mediaset e della 7 che danno spazio a cialtroni e ciarlatani di ogni tipo non fanno nessun tipo di servizio pubblico, ma al contrario sono volenterosi complici della fine del discorso pubblico.

Sapevamo già, dunque, che abbiamo la peggiore destra del pianeta democratico, una destra che si è pure infiltrata a sinistra con i mozzorecchi a cinque stelle capaci, pensa un po’, di far fessi gli alleati strategici del Pd.

Una destra che esulta al Senato perché potrà continuare a insultare gli omosessuali senza aggravanti è solo becera, a prescindere dal merito della Zan che qui abbiamo spesso criticato e la cui disfatta di ieri è da addebitare anche ai fanatici della battaglia identitaria che hanno preferito la “bella sconfitta”, come i fascisti che si ritiravano a Salò cercando la “bella morte”, a un puntuale conteggio dei voti in Parlamento. E c’è mancato poco che non esultassero anche loro alla bocciatura della Zan, i promotori, magari per accreditarsi ancora di più come paladini incorruttibili di cause perse, anziché come riformatori capaci di conquistare diritti. Che poi, costoro, sono gli stessi che non avrebbero voluto, e in alcuni casi non hanno votato, la legge sulle unioni civili del governo Renzi perché giudicata troppo timida, ma in realtà soltanto perché firmata da Renzi. Col risultato che, se allora avessero prevalso come hanno prevalso adesso, migliaia di coppie omosessuali oggi non avrebbero conquistato i diritti civili più basilari di cui possono godere ormai da anni. 

Ma con tutte le colpe della sinistra identitaria, la questione oggi è la destra che esulta per la negazione di un diritto. Che si aggiunge alla medesima destra che chiude i porti e si schiera con gli eredi del Kgb. E alla destra dei saluti romani e del Barone nero. E alla destra antieuropea, antivaccini e propensa a far pagare ai giovani la pensione anticipata dei sessantenni. 

A questo punto il problema non è solo di questa destra stravagante autoritaria, ormai convinta che l’ora dal destino sia scoccata dalle parti del Papeete, ma anche di quei pochi esponenti del fu centrodestra che pretendono di rappresentare un mondo conservatore e liberale, europeo e atlantico. 

Non si capisce che cosa ci stiano a fare con questa manica di scalmanati né perché non se ne distanzino socialmente, come mezzo partito repubblicano americano, da John McCain a Colin Powell, da Mike Bloomberg ai Bush, si è allontanato dall’eversore in chief Donald Trump. 

Oggi pubblichiamo una bella lettera aperta di intellettuali repubblicani e democratici, firmata dal neoconservatore Bill Kristol e dal radicale Noam Chomsky, da Francis Fukuyama e da Michael Walzer, scrittori e pensatori diversissimi e pronti a dividersi su tutto ma non su una questione fondamentale come quella della difesa della democrazia, minacciata ancora una volta da Trump e dalla sua banda di imbroglioni e proud boys. 

Mara Carfagna ha fatto un ottimo tweet sulla Zan, ma sarebbe il caso di smetterla con i tweet. Il fascismo non si sconfigge sui social. La democrazia non si difende con un post. La politica non si fa con i selfie. Ci si sporcano le mani, si combatte con coraggio una battaglia ideale a viso aperto e senza paracadute. Si denunciano i soprusi, le miserie e la pericolosità degli ex compagni di strada. Si esce di casa sbattendo la porta.

E lo stesso discorso vale anche per Renato Brunetta e per Mariastella Gelmini, che in verità negli ultimi giorni qualcosina l’hanno detta contro la deriva illiberale della coalizione di destra, senza però dare alcun seguito alla mezza dichiarazione passata ai giornali. E per l’ala presentabile della Lega, ammesso che esista.

Certamente avrebbero potuto rendersene conto prima, almeno cinque o sei anni fa quando hanno contribuito ad affossare la riforma costituzionale nazarena per consegnarla alla demagogia dei populisti. Ma dopo l’indegno boato al Senato, se davvero fanno sul serio, non c’è più alcuna ragione che stiano con i picconatori della Repubblica italiana.

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