Curarsi tranquilliCome i dispositivi medici stanno diventando più sicuri

Utilizzato per identificare e tracciare i dispositivi medici e diagnostici della supply chain sanitaria, lo Udi (acronimo di Unique Device Identification) è un codice che identifica univocamente ogni dispositivo, rendendo il mercato più sicuro ed efficiente

Sponsorizzato da Tendenze online
Pexels

La supply chain sanitaria sta diventando più sicura ed efficiente grazie ai Regolamenti europei 745/2017 e 746/2017, che impongono a chi produce e commercializza dispositivi medici nell’Unione europea l’obbligo di assegnare un codice Udi a ogni dispositivo medico o diagnostico in vitro, di registrarne i dati su Eudamed, la banca dati europea dei dispositivi medici e quello di rappresentare il codice Udi del dispositivo su un vettore riportato sulla sua confezione. I vantaggi sono molteplici: assicurare la tracciabilità e la rintracciabilità dei dispositivi medici, migliorarne il monitoraggio da parte delle autorità competenti, contrastarne la falsificazione, ridurre gli errori medici e garantire la sicurezza dei pazienti, ma anche facilitare la gestione delle scorte e le politiche di acquisto.

Utilizzato in Europa, Stati Uniti e altri paesi come Cina, Corea del Sud e Arabia Saudita per identificare e tracciare i dispositivi medici e diagnostici in vitrolungo la supply chain sanitaria, lo Udi (acronimo di Unique Device Identification) è un codice (che può essere alfanumerico) che identifica univocamente ogni dispositivo medico presente sul mercato e deve essere applicato sull’etichetta dei dispositivi medici, sulle confezioni e/o sugli stessi dispositivi, mentre i dati descrittivi relativi al dispositivo vengono registrati in una banca dati condivisa (Eudamed in Europa).

Continua a leggere su Tendenze Online

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter