G20 al viaOggi a Roma l’incontro tra Joe Biden e Mario Draghi

Nel pomeriggio è previsto il bilaterale tra il premier italiano e il presidente americano, che però arriva in Italia senza aver approvato la manovra sulla spesa sociale e il cambiamento climatico e il pacchetto sulle infrastrutture

AP/Patrick Semansky

È previsto nel primo pomeriggio l’incontro bilaterale tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Biden arriva a Roma per partecipare al vertice G20 in calendario sabato e domenica, senza però aver approvato i due disegni di legge incagliati al Congresso: la manovra su spesa sociale e cambiamento climatico, più il pacchetto sulle infrastrutture. In totale circa 3 mila miliardi di dollari da spalmare in dieci anni, ancora in attesa di decisioni.

Il calendario del presidente americano è fitto di incontri bilaterali e summit internazionali, ma con una leadership indebolita da un’economia in frenata e un’agenda politica in affanno. Cosa che complicherà la sua missione europea di farsi leader delle sfide globali, a cominciare dalle risposte necessarie al cambiamento climatico.

Prima di salire sull’Air Force One ha convocato giornalisti e telecamere per annunciare alla Nazione: «Dopo mesi di intensi negoziati abbiamo un accordo quadro, un “frame”, che ci consentirà di investire sulle persone, sulle misure per contrastare i cambiamenti climatici, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese. Sono le riforme per le quali mi sono impegnato in campagna elettorale e che hanno ottenuto il voto di 81 milioni di americani. Questo piano ci consentirà di battere la concorrenza della Cina e di altri Stati. Qui non è una questione di destra contro sinistra, ma è una scelta tra competitività e autocompiacimento; tra la capacità di guidare il mondo e la possibilità di farsi travolgere».

Biden ha poi elencato ciò che è rimasto nel provvedimento principale, il «Build Back Better»: 1.750 miliardi suddivisi tra sostegni alle famiglie con figli piccoli; fondi per le scuole materne; incentivi per la riconversione energetica degli edifici; crediti di imposta per chi acquista auto elettriche e altro ancora.

Ma il leader della Casa Bianca ha sorvolato sulle questioni che ancora dividono moderati e radicali: dall’imposta minima del 15% sui profitti aziendali trasferiti agli azionisti al prelievo su patrimoni finanziari superiori a 1 miliardo di dollari.

I due senatori centristi, Joe Manchin e Kyrsten Sinema, non hanno ancora dichiarato ufficialmente l’appoggio al «frame» già venduto da Biden all’opinione pubblica. Così non è neanche stata convocata l’aula per il voto finale. Ed è intervenuto pure l’ex presidente Barack Obama, invitando tutti i democratici «ad appoggiare il presidente» e sottolineando come «il compromesso sia l’unico modo per progredire in democrazia».

Nuove incognite sono comparse però anche sulla ripresa, con il brusco rallentamento del Pil nel terzo trimestre. La crescita al 2% è inferiore alle attese già scese, danneggiata dalla recrudescenza della variante Delta e dalle paralisi nelle catene di fornitura globali. Con i timori aggiuntivi sulla impennata dell’inflazione, aggravata dalle carenze di prodotti e componenti.

Biden, dunque, seguirà da Roma il passaggio che può segnare il suo mandato. Oggi vedrà papa Francesco per discutere di lotta alla pandemia, diseguaglianze, povertà e ambiente. Poi i due primi incontri bilaterali: con il premier Mario Draghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e con il presidente francese Emmanuel Macron.

Il principale test per il presidente americano sarà però quello della conferenza Onu sul clima di Glasgow, dove sarà fino a martedì. Biden porterà l’impegno degli Stati Uniti al taglio delle emissioni del 50% entro il 2030, indebolito però dall’impasse legislativo a Washington.

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