Apocalypse nowLa nuova vita di Sebastian Kurz e lo sconosciuto neo-Cancelliere austriaco

L’ormai ex capo di governo diventerà probabilmente capogruppo dell’ÖVP al Nationalrat, una sorta di Camera dei deputati di Vienna. Tornare parlamentare ha i suoi vantaggi come l’immunità da qualunque procedimento penale

LaPresse

Tutto cambia perché nulla cambi. “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa ha trovato casa a Vienna: infatti, per la seconda volta nel giro di due anni e mezzo, il governo di Sebastian Kurz è costretto a dimettersi ed è stato sostituito da uno praticamente uguale guidato da un nuovo Cancelliere, l’ex ministro degli esteri Alexander Schallenberg. Se nel 2019 era stato l’Ibiza Gate, che aveva travolto gli ex alleati del FPÖ, a far naufragare il primo esecutivo, questa volta è Kurz in persona.

Il leader del partito di maggioranza ÖVP è infatti accusato di appropriazione indebita, corruzione e traffico di influenza per aver commissionato con soldi pubblici sondaggi a lui favorevoli nel 2016, quando era ancora ministro degli esteri e tentava di diventare leader del suo partito. «Continuerò a lavorare a stretto contatto con lui, facendo tesoro di quanto fatto dal suo governo. A mio modo di vedere le accuse sono sbagliate», ha dichiarato il neo Cancelliere Alexander Schallenberg che oggi ha giurato insieme al nuovo ministro degli esteri Micheal Linhart, ex ambasciatore austriaco a Parigi, davanti al presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen. 

Chi è Alexander Schallenberg
Carattere diplomatico ma anche severità asburgica sui dossier più importanti. È così che viene descritta la figura di Schallenberg, che adesso avrà l’ingrato compito di portare il Paese verso la fine naturale della legislatura, prevista nel 2024, tenendo assieme l’alleanza tra l’ÖVP e i Verdi. Sono stati loro i primi a spingere gli alleati a cercare una figura istituzionale che potesse prendere il posto di Kurz, minacciandoli di allearsi con l’opposizione, composta da socialdemocratici, Neos e l’FPÖ, e votare la mozione di sfiducia di martedì 12 ottobre se non l’avessero fatto.

Al portavoce dei Verdi Werner Kogler è però bastata un’ora di colloquio con il nuovo cancelliere per confermare il supporto del movimento all’esecutivo: sono evidentemente bastate le capacità diplomatiche e politiche di Schallenberg per convincerlo. Eppure, non bisogna farsi distrarre: Alexander, figlio di Wolfgang, diplomatico di lungo corso tra India, Spagna e Francia, non promette di essere molto diverso da Sebastian Kurz.

Dietro il linguaggio ricco di parole francesi (retaggio della sua gavetta nelle istituzioni europee) si nasconde un politico con idee molto chiare, per esempio in materia di immigrazione.

Quando lo scorso anno i governatori dei Verdi chiesero al premier Kurz di fare tutto il possibile affinché i rifugiati del campo profughi andato a fuoco di Lesbo potessero entrare in Austria, fu proprio il Schallenberg a rispondere: «Penso che dobbiamo rendere meno emozionale questo dibattito. Quando una nave arriva sulle coste europee o c’è un incidente in un campo o un’emergenza, non c’è sempre un clamore immediato per la redistribuzione. Per questo gridare non può essere la soluzione».

E casomai ci fosse qualche dubbio dopo una simile risposta c’è l’ipotesi lanciata dall’allora ministro degli Esteri lo scorso agosto, quando sostenne che gli afghani collaboratori degli occidentali dovessero essere accolti nei Paesi vicini piuttosto che in Europa. La sua posizione in materia è dunque quella di un vero e proprio falco, mentre decisamente più morbida è la sua posizione in materia europea. Un esempio è dato dalla posizione di apertura del neocancelliere nei confronti dei Balcani occidentali, di cui sostiene convintamente l’ingresso in Europa per porre fine all’influenza di Russia e Cina nella regione.

In materia di politica interna porterà avanti i dossier di Kurz cercando di trovare un accordo con i Verdi, il cui rapporto con l’ÖVP non è sempre stato idilliaco durante gli ultimi anni di governo. Non a caso già a fine settembre, poco prima che iniziasse il cosiddetto “Kurzgate”, Schallenberg aveva rilasciato un’intervista in cui dichiarava «che i due partiti di maggioranza sono due soggetti molto diversi all’interno della coalizione. Questa non è una storia d’amore e a volte ci possono essere delle crisi in questo rapporto. Tuttavia, la cooperazione funziona molto bene e abbiamo ancora molto davanti a noi nei prossimi anni». I primi banchi di prova saranno l’approvazione del bilancio e la riforma fiscale, che testeranno la tenuta dell’esecutivo. 

Le dimissioni e il nuovo ruolo
Smessi i panni del Cancelliere, per Kurz adesso si aprono nuove strade. Anzi, una in particolare, quella di capogruppo dell’ÖVP presso il Consiglio Nazionale austriaco (Nationalrat), una sorta di Camera dei deputati di Vienna, che conta 183 membri eletti direttamente dal popolo. Tornare parlamentare ha i suoi vantaggi come l’immunità da qualunque procedimento penale, una maniera con la quale Kurz si assicurerebbe la sospensione di qualunque procedimento penale contro di lui, sia quello che potrebbe scattare per i sondaggi pagati con soldi pubblici che l’altro riguardante l’altra accusa di falsa testimonianza nel caso “Ibizagate”, che ha coinvolto l’ex leader FPÖ Heinz-Christian Strache, allora viceCancelliere.

«L’immunità è un ostacolo all’azione penale, ma non un motivo di esclusione: il procedimento non può avere luogo durante tutta la durata del suo mandato di deputato. Storia diversa per le altre parti coinvolte che, non essendo parlamentari, possono essere processate», ha dichiarato il costituzionalista Heinz Mayer a Der Standard.

Il procedimento contro Kurz rischierebbe di non poter andare avanti senza l’assenso del Consiglio Nazionale, che deve dare il suo assenso alle indagini. Kurz sembra però deciso a chiedere la revoca dell’immunità, dettaglio che renderebbe di gran lunga più facile il tutto: a quel punto basterebbe una richiesta di estradizione da parte della Procura per l’economia e la corruzione al Parlamento austriaco, che la voterebbe prima nel Comitato per l’immunità e poi in Assemblea plenaria entro un limite massimo di otto settimane. In casi del genere, vista anche la volontà del diretto interessato, tutto lascia pensare che se arriverà la richiesta da parte della Procura il Consiglio Nazionale non si opporrà.

Il futuro di Kurz
Secondo l’opinione di alcuni avvocati specializzati in reati dei colletti bianchi intervistati dall’agenzia di stampa APA (Austria Presse Agentur), le indagini andranno avanti per tutto il 2022. Il processo però è un’altra cosa. Nel caso in cui dovesse uscire pulito da queste accuse, il primo obiettivo di Kurz sarebbe quello di rientrare nel governo, dove avrà ancora una voce importante in quanto capogruppo nel Consiglio Nazionale. 

Il suo ruolo di leader che gli permette di avere tutte le carte in mano per rientrare alla Cancelleria, visto che può decidere la squadra di governo, la composizione delle liste dei candidati alle elezioni parlamentari e la linea politica del partito. L’alleato spera di non vederlo almeno per un po’: come ha sostenuto la capogruppo dei Verdi Sigrid Maurer al programma “Hohes Haus” di ORF, «l’obiettivo adesso è governare con Schallenberg fino al 2024».

Se tutto andrà come deve andare, l’esito sembra annunciato. «Aspetterà e vedrà come andrà l’indagine contro di lui. Potrebbe volerci fino al prossimo anno per vedere se verranno mosse delle accuse, ma tutto lascia pensare che stia già pianificando il ritorno», ha dichiarato il giornalista del canale televisivo tedesco ARD Nikolaus Niemauer al telegiornale Tagesschau, una sorta di TG1 tedesco. Un ritorno che saprebbe di trionfo. 

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