Centrodestra in crisiSalvini spiega che la sua leadership nella Lega non è a rischio

«Luca (Morisi, ndr) sta subendo una barbarie: quando tra un mese si scoprirà che non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la reputazione? Mi hanno attaccato per tre anni dicendo che prendevo i soldi di Putin, adesso attaccano i miei per colpire me», dice a Libero

Foto Claudio Furlan/LaPresse

«A fine ottobre il percorso congressuale riprenderà, secondo quanto prevede lo Statuto», assicura il leader della Lega Matteo Salvini in un’intervista a Libero, nel pieno della bufera del caso Morisi e dopo le critiche (poi smentite) arrivate da Giancarlo Giorgetti prima e Silvio Brerlusconi poi. Ma «nessuna paura» sulla sua leadership nella Lega: «Lo escludo categoricamente».

«Non commento le parole di Berlusconi, prendo atto che ha smentito», dice. Su Luca Morisi, invece, commenta: «Luca sta subendo una barbarie: quando tra un mese si scoprirà che non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la reputazione? Mi hanno attaccato per tre anni dicendo che prendevo i soldi di Putin, adesso attaccano i miei per colpire me. Ma io sono più forte. Quanto al mio amico di una vita, è vero che viviamo in un frullatore, dalle sei del mattino a mezzanotte, così a volte non ti rendi conto della sofferenza di una persona che stimi e ammiri. Capita di essere distanti nella vicinanza, è la vita». Poi aggiunge: «Molte cose di questa storia sono tutt’altro che chiare, vedremo che cosa verrà fuori nei prossimi giorni».

Su Draghi dice: «Personalità straordinaria ma in Italia esistono molti profili di successo». «E che siamo un popolo di scemi?».

Le amministrative però rischiano di svelare il tracollo della Lega. Ieri a Milano, complice il ritardo del volo di Giorgia Meloni, Salvini non era sul palco con gli altri rappresentanti di coalizione per la foto di gruppo a sostegno di Bernardo.

Salvini ridimensiona gli obiettivi del Carroccio: «Se la Lega guadagnerà anche solo un sindaco in più, mi riterrò soddisfatto». Ma ammette: «È stato complicato trovare persone disposte a mettersi in gioco, a lasciare una professione e un buon reddito per guidare una città con tutto ciò che comporta. Perché un manager di successo deve beccarsi le grane per abuso d’ufficio guadagnando meno di un parlamentare? A Roma non abbiamo scelto uno showman stile Calenda ma una persona capace di risolvere i problemi. A Milano abbiamo puntato su chi mette al suo primo posto il superamento delle barriere architettoniche e i problemi della quotidianità».

E poi apre lo sguardo all’Europa, raccontando che sta lavorando per ricompattare le forze di centrodestra in un gruppo unico al Parlamento. «Io penso a un gruppo nuovo, alternativo al Ppe», dice, «che metta insieme il meglio delle tradizioni politiche che non si riconoscono nella sinistra».

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