«Esiste una Milano lontana dai luoghi comuni, dalla street art ai suoi “posticini”, una Milano anche più noir ma comunque sempre piena di colori, molto distante dall’immaginario comune che è triste e grigia». La Milano a cui si fa riferimento è quella fotografata da Elisabetta Pina, giornalista e fotografa, per il suo progetto “Somewhere in Milan”, dapprima una mostra, poi anche un libro fotografico nato durante il lockdown.
«Volevo raccontare una Milano che non ti aspetti – ci racconta l’artista milanese e aggiunge – “Somewhere in Milan” è nato durante la pandemia come sviluppo di un’esposizione che riguardava principalmente Mac Mahon, la zona della Ghisolfa, per intenderci. Ci sono immagini che raccontano la città fino a piazza Prealpi, dettagli che rischiano di non essere colti dal nostro sguardo frettoloso e distratto. Volevo realizzare una mostra itinerante su Milano, perché è una città ricca di angoli nascosti e con tante storie da scoprire, spesso davvero insolite. Milano è la mia città e non la abbandonerò mai».
“Somewhere in Milan” è soltanto uno, tra i più recenti, dei tanti progetti fotografici di artisti che amano la città e per questo la scelgono, non solo come set, ma proprio come protagonista degli scatti. Elegante, frenetica, colorata, noir. C’è chi vuole mettere in mostra Milano per la sua anima universale e avveniristica e c’è chi la immortala persino per i suoi chioschi fioriti.
È questo il caso di Lorenzo Salvatori. La sua “Milano, Chioschi sempre in fiore”, è stata infatti in mostra allo Spazio Omnia di piazza Bertarelli fino a fine settembre. Un’esplosione di colori in occasione di Milano Photofestival, la grande manifestazione dedicata alla fotografia d’autore tuttora in corso, appuntamento fisso per gli amanti del genere. Qual è il dato da segnalare? Sono sempre di più gli artisti che hanno scelto di mettere in mostra proprio Milano, con le loro opere scattate, dunque, “Somewhere in Milan”.
Una rassegna diffusa in giro per la città in cui nomi più affermati e altri emergenti si mescolano insieme, le cui foto si possono ammirare in giro fino a fine ottobre (molti appuntamenti rimangono più a lungo) e in cui, allora, la città è veramente protagonista. Si comincia con “Milano Portraits”: qui i modelli sono semafori, cartelli stradali, panchine, fontane e cestini della spazzatura.
Oppure, ancora, i monopattini a Cadorna. Elementi che si vedono tutti i giorni, per strada o alla fermata della metro, che adesso non aspettano altro che essere fotografati. Si tratta del progetto di Davide Di Tra e Angelo Ferrillo, insieme per dimostrare al mondo la bellezza intrinseca degli oggetti di uso comune. Gli scatti si possono ammirare in via Maestri Campionesi 25 fino a metà novembre.
“Milano 2010-2020” è invece il racconto di Gianni Maffi (fino a metà ottobre presso la Fondazione Corrente Onlus di via Carlo Porta). Si tratta dello sguardo di un milanese verso la città e nei confronti dei cambiamenti rapidi e radicali di questi ultimi dieci anni. Particolarmente interessante, il reportage di Maffi è un documento storico che testimonia le abitudini della città, economiche, turistiche, abitative, radicalmente interrotte in piena pandemia.
“Milano shakerata” è invece la visione della città destrutturata secondo il fotografo Pierrick Gaumé (da visitare presso Manifesto Bianco in via Benedetto Marcello fino al 29 ottobre), città che si riflette, ad esempio, sulle superfici delle automobili, e che quindi si modifica in maniera accattivante e originale.
Non solo Milano al festival della fotografia d’autore
Non solo Milano. Tra gli altri appuntamenti di Milano Photofestival da non perdere, vale la pena segnalare Mario Testino, uno dei più famosi fotografi di moda mai esistiti a cui l’Italia non ha mai dedicato una retrospettiva, almeno fino a oggi. Le sue muse, gli scatti di moda più noti, i momenti più personali e “Ciao”, un progetto interamente dedicato all’Italia, sono ora parte di un percorso visitabile (su prenotazione) presso lo spazio 29 Arts In Progress gallery in via San Vittore.
Dall’Italia a Hollywood con Michael Dressel, apprezzatissimo fotografo tedesco di adozione americana. Anche se, a dire il vero, il suo interessante reportage ci porta in quella Hollywood che meno ci si aspetta. Dressel immortala infatti sguardi di mendicanti e di aspiranti attori che per qualche dollaro posano con i turisti a Hollywood Boulevard. Soggetti molto lontani dal sogno americano che si possono ammirare presso C|e Contemporary, in via Tiraboschi 2, fino a fine gennaio.
Restiamo, in qualche modo, nei pressi di Hollywood, perché c’è la complicità di John Malkovich negli scatti di Sandro Miller (una collaborazione a cui, chi segue le opere del fotografo americano, è già abituato). Ora a Milano Photofestival 2021, presso Expowall Gallery in via Curtatone, fino a fine gennaio, Miller presenta una serie di foto tutta al femminile, in cui gioca con gli effetti della molteplicità e della ripetizione, dei suoi soggetti e delle loro pose. Cosa c’entra John Malkovich? È proprio l’attore che, nel progetto di Miller, si trasforma nei grandi ritratti femminili della storia della fotografia. Da non perdere.