Stiamo vivendo in un’epoca «dittatura». Come riporta La Stampa, a scriverlo è stato il presidente della Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), Paolo Savona – aspirante ministro dell’Economia del governo gialloverde rifiutato da Mattarella per le sue posizioni euroscettiche e poi dirottato agli Affari europei – che non è nuovo a interventi sui generis. Dalla possibilità di vendere il debito di Stato ai russi al piano B per uscire dall’euro.
Chiamato dal Comitato per l’autonomia e l’indipendenza della Banca Popolare di Sondrio a dare un parere sulle vicissitudini dell’istituto, Savona è intervenuto con un messaggio. E il contenuto, considerato privato, è finito sul sito del Comitato e ha creato malumori nell’Autorità.
Il fatto è che – spiega La Stampa – mentre la Popolare di Sondrio procede verso la trasformazione in società per azioni (spa) come da riforma del 2015 del governo Renzi, la Bce ha accolto con freddezza il progetto parallelo di introdurre il voto maggiorato, con l’obiettivo di rafforzare il peso degli attuali azionisti (tra cui Unipol al 9%) proprio in vista della nuova veste giuridica della società cooperativa.
L’iniziativa del comitato, che propone di mantenere l’autonomia e l’indipendenza della Bps tra cui il voto maggiorato, come scrive Savona, «è perfettamente legittima, ma temo che sarà il sasso nello stagno perché è la manifestazione del fatto, contro cui ci battiamo da decenni, che l’essere umano e le sue istituzioni intermedie (Tocqueville) sono sempre più preda degli organi collettivi della democrazia con conseguenze sui sistemi di libertà. Quando la qualità che tu invochi – aggiunge il presidente di Consob rivolgendosi a Marco Vitale, promotore dell’iniziativa – si disgiunge dalla quantità (il voto), la democrazia entra in crisi ed emergono i sintomi latenti della dittatura, come quella nella quale viviamo ai giorni nostri. Non credo di doverti spiegare il concetto».
In un momento in cui le piazza gridano contro la «dittatura sanitaria», le parole di Savona stanno facendo rumore nella Consob. E poco importa se sono rimaste solo per un breve periodo di tempo sul sito del comitato, dove oggi si legge un altro messaggio all’apparenza pubblicato per errore: «Caro Zane (Stefano, partner legale di Vitale ndr), il commento del Presidente Savona era strettamente personale e quindi va tolto dal nostro sito e non deve essere oggetto di altre pubblicazioni. Marco Vitale». E da Consob sottolineano che la lettera del presidente era privata.
Ma non è la prima volta che Savona evoca la dittatura in un intervento. Lo aveva già fatto nel febbraio del 2019, subito dopo essere stato designato alla presidenza di Consob, tra le polemiche di una parte del Pd che puntava il dito contro il suo ruolo in Euklid ltd, società con base a Londra cui fanno capo alcuni fondi di investimento lussemburghesi. «Non è che ora arriva il dittatore che cambia tutto, non è nel mio carattere», aveva assicurato l’allora ministro per gli Affari europei, carica che gli era stata affidata nel primo governo Conte dopo che Mattarella aveva respinto la proposta di nominarlo all’Economia.