Un assegno mensile fino a 175 euro, che scendono a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni: è questo lo schema di base dell’Assegno Unico universale contenuto nella bozza del decreto attuativo che sarà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. L’importo pieno andrà a chi ha Isee fino a 15mila euro. Oltre questa soglia, l’assegno cala progressivamente fino a un minimo di 50 euro (25 per i maggiorenni) per Isee oltre 40mila o per chi non lo presenta.
Sono previste maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, al reddito e al lavoro di entrambi i genitori. La domanda andrà presentata all’Inps dal 1 gennaio per il periodo da marzo a febbraio dell’anno dopo.
La bozza del decreto
L’assegno è riconosciuto «per ogni figlio minorenne a carico» e per i nuovi nati «a partire dal settimo mese di gravidanza» e non avrà «limiti di età» per i figli disabili. Andrà al genitore che fa la domanda o «a richiesta anche successiva, in pari misura» tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo, «l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato». La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono «richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante».
Per vedersi riconosciuto l’assegno anche dopo i 18 anni il figlio maggiorenne deve frequentare «un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea», svolgere un tirocinio o avere un lavoro con reddito complessivo «inferiore a 8.000 euro annui», essere «registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego», svolgere «il servizio civile universale».
Il nuovo assegno unico terrà conto delle famiglie numerose: a partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee. Chi non presenta l’Isee avrà sempre il minimo.
Dal 2022 sarà prevista inoltre una «maggiorazione forfettaria» da 100 euro al mese per i nuclei «con quattro o più figli». Prevista una ulteriore maggiorazione da 30 euro al mese per ciascun figlio se entrambi i genitori lavorano, che diminuisce al crescere dell’Isee fino ad azzerarsi oltre i 40mila euro. Mentre altri 20 euro al mese per ciascun figlio arriveranno alle mamme under 21, indipendentemente dall’Isee.
In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con quattro, che diventano 1.090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con quattro figli.
L’Assegno Unico sarà erogato anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno, permesso di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi. Il decreto attuativo tra i requisiti prevede anche la residenza in Italia «da almeno due anni, anche non continuativi» ovvero la titolarità «di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». Tra i requisiti anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.