Dopo il primo incontro a Strasburgo e prima della prossima riunione a Dublino, i 200 partecipanti del primo Citizens Panel della Conferenza sul Futuro dell’Europa si sono ritrovati online per discutere i temi assegnati. Stando alle prime impressioni, il dibattito è stato molto più incisivo, organizzato e concreto rispetto a quelli passati, svoltisi in presenza al Parlamento di Strasburgo.
«L’organizzazione è decisamente migliorata e questo ha permesso una discussione più approfondita», spiega a Linkiesta Piero Savaris, studente 27enne di Belluno che del primo Panel è anche delegato. I partecipanti hanno ricevuto tre differenti link per collegarsi all’incontro, il primo dei quali rimandava a una sessione introduttiva che si è svolta il venerdì, alla presenza (virtuale) di tutti i cittadini.
Poi i 200 membri sono stati suddivisi in gruppi, ognuno dedicato a un tema specifico, tra quelli inerenti al Panel: economia, giustizia sociale, occupazione/istruzione, gioventù, cultura, sport e trasformazione digitale. «Gli interventi degli esperti sono stati chiari e specifici, con i relatori molto disponibili a rispondere alle nostre domande», racconta Savaris, visibilmente più soddisfatto rispetto al primo incontro del Panel al Parlamento di Strasburgo. Allora la discussione era sembrata a molti troppo generica per portare a risultati tangibili.
Poi è stata la volta di un’ulteriore suddivisione, in sottogruppi ancora più limitati, composti da poche decine di persone ciascuno. In questa sede c’è stato l’approfondimento vero e proprio e sono emersi anche i primi abbozzi di proposte da presentare alle istituzioni europee.
Non è mancato, comunque, qualche piccolo inconveniente tecnico. Del resto, oltre ai 200 partecipanti erano collegati sulla piattaforma Interactio anche gli esperti, i mediatori e i traduttori. «Durante gli incontri del primo giorno, i microfoni di molte persone non funzionavano e ad alcuni arrivava in ritardo la traduzione», racconta a Linkiesta Elyes Ouerghi, cittadino altoatesino residente in Austria. Altri hanno denunciato problemi di connessione, mentre da parte dei meno giovani uno dei problemi più ricorrenti è stata la scarsa dimestichezza con il programma.
Fake news e privacy dei dati
Dei quattro Panel dei cittadini, il primo è sicuramente il più vasto in termini di argomenti da trattare. Per questo, sostengono i partecipanti, è stato ancora più importante il lavoro nei sottogruppi, dove i singoli temi possono essere sviscerati in maniera specifica.
Uno di questi, ad esempio, riguardava il problema delle fake news nel dibattito pubblico, una questione molto interessante per Ouerghi: «Ho raccontato ai colleghi come l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz sia sotto processo per aver di fatto comprato una copertura mediatica favorevole». Per arginare la diffusione di notizie false, in molti hanno suggerito le proprie soluzioni, in una discussione molto partecipata. «Abbiamo parlato anche degli organismi di sorveglianza dell’informazione: io credo che il controllo sulle notizie non possa essere affidato a un algoritmo, ma ci dev’essere sempre una persona a verificare».
Un altro dei sottogruppi si è invece focalizzato sui rischi connessi alla sottrazione dei dati personali sul web. Rischi e vantaggi della navigazione in anonimo sono stati oggetto di dibattito animato, così come gli strumenti a disposizione dei cittadini per difendersi dalle aziende interessate a conoscere le loro abitudini per poi generare pubblicità mirata. Anche in questo caso, confermano i presenti, le argomentazioni sono state molto più precise e centrate dell’ultima volta, con i moderatori a condurre la discussione in maniera più fluida.
Per i 200 cittadini del primo Panel, il prossimo appuntamento in calendario è fissato dal 3 al 5 dicembre a Dublino: nella capitale irlandese si incontreranno all’interno del castello cittadino. In questa occasione verranno presentate le prime raccomandazioni concrete per rendere l’Ue all’altezza delle sfide attuali, che verranno poi dibattute nella sessione Plenaria della Conferenza, in programma a Strasburgo due settimane dopo. Nel frattempo, ci sarà modo di riflettere e di aggiornare le proprie riflessioni sulla piattaforma digitale dell’evento, che vede al momento oltre 9mila idee suggerite dai cittadini di tutta Europa: ai delegati dei Panel, gli 80 rappresentanti della cittadinanza europea, spetta il compito di trasformarle in valide proposte.