Limiti ai No VaxIl governo prepara divieti differenziati per bar, ristoranti, cinema e teatri

Draghi è ancora cauto, ma lunedì ci sarà l’incontro con i presidenti delle Regioni. Il decreto con il super Green Pass, che consentirebbe solo ai vaccinati di entrare nei luoghi della socialità, potrebbe arrivare la prossima settimana. Varrebbe solo per la zona arancione, ma non si esclude di renderlo obbligatorio anche in zona bianca. Salvini contrario

LaPresse

Repubblica scrive che «il fattore Merkel», il giro di vite contro i No Vax che si sta consumando in Germania, starebbe imponendo anche al governo di Mario Draghi di muoversi e anticipare alcune misure più restrittive. Anche se l’Italia al momento resta il Paese occidentale con le regole più rigide e il premier continua a predicare cautela per non agire sull’onda dell’emotività. Ma nelle ultime ora si è assistito a una svolta nel governo. Il primo passo sarà quello di anticipare al 22 novembre l’apertura della campagna per la terza dose degli over 40, prevista finora per il primo dicembre. Lunedì prossimo, poi, l’esecutivo convocherà le Regioni. E a questo punto è probabile che dia seguito alla richiesta dei governatori di passare divieto per i non vaccinati di accedere in ristoranti, bar, cinema e teatri. Per entrare non basterà un tampone, ma essere vaccinati o guariti dal Covid-19. Ma la regola dovrebbe valere per la zona arancione, in modo da evitare la chiusura delle attività.

Il decreto, che introdurrà anche la riduzione della validità del green pass a nove mesi e l’obbligo di richiamo per il personale sanitario e i lavoratori che entrano nelle residenze per anziani, potrebbe essere approvato già la prossima settimana – scrive il Corriere. Dunque anche l’Italia sembra andare nella direzione di un doppio binario, per premiare chi ha completato il ciclo vaccinale.

Il ministro della Salute Roberto Speranza ieri ha incontrato il sottosegretario Roberto Garofoli, con il quale ha analizzato i dati dei contagi e dei morti. Per il governo è ormai chiaro che «la situazione sta peggiorando, non si può stare fermi» e sarà inevitabile che «i non vaccinati paghino più di chi ha invece scelto di immunizzarsi». Segue la stessa linea la titolare degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che di fronte ai presidenti di Regione ha chiarito come non ci sia «alcuna volontà di spaccare il Paese, ma se l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati».

La prossima settimana – dopo un nuovo confronto con i governatori – sarà convocata la cabina di regia e poi si procederà con un decreto dopo il confronto con il Comitato tecnico scientifico.

Le opzioni sul tavolo sono diverse. I tamponi antigenici hanno mostrato un’attendibilità non completa e per questo c’è chi vorrebbe eliminarli come requisito per ottenere il Green Pass. Rimane il dubbio anche per i molecolari, ma in questo caso il problema riguarda la durata. Dal momento in cui arriva l’esito negativo, ci sono infatti 72 ore e molti scienziati ritengono che in questo lasso di tempo ci si possa infettare e dunque essere contagiosi senza accorgersene. Per questo hanno chiesto di ridurre la validità portandola a 48 ore, mentre quella dell’antigenico potrebbe essere limitata a 24 ore.

Bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi al chiuso potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. Al ministero della Salute lo ritengono ormai «inevitabile». Il rigore che sin dall’inizio della pandemia ha sempre caratterizzato la linea di Speranza, ritorna nel momento in cui c’è il rischio di «vanificare gli sforzi fatti sin ad ora». Il presidente del Consiglio finora è stato cauto sulla possibilità di far pagare un prezzo più alto, in termini di libertà negate, ai non vaccinati. Ma col virus che corre, anche Draghi si starebbe convincendo che sia la via più indolore, come del resto chiedono compatti i governatori, sia pur di schieramenti opposti. Compresi molti di quelli leghisti, anche se devono fare i conti con le resistenze di Matteo Salvini, che ripete: «È più sicuro un non vaccinato che ha il tampone negativo, che un iper vaccinato senza tampone».

Una delle ipotesi potrebbe essere l’eliminazione del tampone per ottenere il Green Pass. Antigenici e molecolari dovrebbero essere utilizzati soltanto per chi non ha il vaccino ma deve andare al lavoro.

«Un Green Pass rafforzato», conferma il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, «deve colpire soprattutto i non vaccinati. Gli irriducibili che devono essere reclusi ed esclusi dalla vita collettiva e dall’economia. Mi impegno ha sostenere questo in Cdm». Varrebbe però solo a partire dalla zona arancione. Ma c’è anche chi pensa che potrebbe essere obbligatorio in ogni caso, dunque pure in zona bianca.

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