SETTIMANE PIÙ CORTE, CARRIERE PIÙ LUNGHE
Distopie dalla pensione Se un bambino oggi leggesse i paper accademici e le previsioni degli istituti di ricerca sull’età in cui andrà in pensione, sarebbe piuttosto allarmato. Secondo l’Ocse, in Italia un giovane di 22 anni assunto in questo momento e con una carriera non discontinua riuscirà ad andare in pensione non prima dei 71 anni. Lo stesso in Estonia. E in Danimarca si supererà addirittura la soglia dei 73 anni. I motivi sono svariati. C’entra il costo del sistema previdenziale per ciascun Paese, e l’Italia in questo è tra quelli che spendono di più con le svariate deroghe alla legge Fornero. Ma c’entra anche l’invecchiamento della popolazione, che porta a una riduzione della dimensione della forza lavoro, e l’aspettativa di vita più lunga.
Cento di questi lavori Negli Stati Uniti – come racconta l’Atlantic – i demografi dello Stanford Center on Longevity in uno studio recente hanno previsto che la metà dei bambini che oggi ha 5 anni vivrà fino a 100 anni. E a questa bella notizia, poi si è aggiunta un’ulteriore previsione: “Nel corso dei 100 anni di vita, possiamo aspettarci di lavorare 60 anni o più”.
Capelli bianchi In Italia, nonostante sia tra i primi Paesi al mondo per speranza di vita, si va in pensione in media a 61,8 anni. E nel nostro Paese si registra una durata media della vita lavorativa bassa: 26,4 anni per le donne, la più bassa d’Europa; 35,7 per gli uomini. Anche in questo contano diversi fattori, tra cui la scarsa partecipazione femminile al mondo del lavoro e i diversi interventi che nel corso degli anni hanno abbassato la soglia dell’età pensionabile. Ma se applichiamo a noi la previsione di Stanford, significa che i bambini italiani di oggi in futuro avranno una carriera media lunga il doppio di quella dei genitori. Ma anche nei Paesi europei primi della classe, che lavorano per oltre 40 anni, come Svezia e Olanda, significherebbe comunque aggiungere 20 anni di lavoro in più.
Carriera flessibile Ma per avere una carriera di 60 anni, non tutto deve rimanere uguale – raccomandano da Stanford. Anzi. I ricercatori che hanno lavorato allo studio sostengono che bisognerebbe consentire ai lavoratori di aumentare o diminuire le ore di lavoro nel corso della carriera, in base alle diverse esigenze. Ad esempio, quando nasce un figlio, o quando ci si deve prendere cura dei genitori anziani. In questo modo, si lavorerà complessivamente per la stessa quantità di ore rispetto a oggi, e i periodi di orario ridotto saranno compensati con periodi di orari più lunghi, oltre che distribuendo il lavoro su più anni.
Pro e contro Il punto è che il modello attuale è inefficiente, dicono i ricercatori. Di fatto, siamo «sovrautilizzati» in una parte della nostra vita, tra impegni di lavoro e di famiglia, e poi «sottoutilizzati dopo i 65 anni». Questo squilibrio è destinato a crescere perché le persone non solo vivono più a lungo, ma rimangono anche più sane più a lungo. La pensione rappresenta un momento di separazione troppo rigido: o lavori molto o non lavori affatto. E i sondaggi dicono che spesso i lavoratori più anziani preferirebbero invece forme di lavoro più flessibile per continuare a lavorare più a lungo, anziché andare in pensione e fermarsi del tutto.
So what La ricerca di Stanford propone quindi di riprogettare le carriere. Non solo periodi in cui si possono ridurre le ore di lavoro o sospenderlo del tutto, ma anche un “percorso di discesa” verso la pensione che consentirebbe ai lavoratori di diminuire gli orari prima di lasciare completamente l’ufficio. Con la possibilità di “ritorni” in azienda, in cui i pensionati potrebbero rientrare temporaneamente per seguire un progetto o fare da mentore ai più giovani. Un percorso più fluido, insomma, anziché fatto degli step rigidi che conosciamo: istruzione, lavoro e pensione. Un modello di questo tipo potrebbe persino rendere gestibile una carriera lunga 60 anni.
MARATONA MANOVRA
Dopo una lunga attesa, il governo ha presentato in Senato il maxi emendamento che recepisce l’intesa della maggioranza sulle diverse modifiche al ddl bilancio, dalla rimodulazione delle aliquote Irpef alla decontribuzione per un anno, dagli stanziamenti contro il caro bollette alla proroga dei contratti per il personale Ata. L’esecutivo ha raggiunto pure l’accordo su Superbonus, bonus mobili, pensione anticipata per i lavoratori edili ed esenzione della Tosap per i tavolini all’aperto fino a marzo.
- Fate presto Ma il tempo per votare la legge di bilancio sta per scadere. Il testo è ancora fermo in Commissione Bilancio del Senato. Sono previste maratone notturne per arrivare a votare in aula il 23 o 24 dicembre, ovviamente con la fiducia. Poi, dopo Natale, la manovra approderà alla Camera dove deve essere ratificata senza modifiche entro il 31 dicembre se si vuole evitare l’esercizio provvisorio.
La tregua? Dopo lo sciopero generale di Cgil e Uil della scorsa settimana, sarà dedicato alle pensioni l’incontro di oggi tra il premier Mario Draghi e i leader sindacali. Il vertice segna l’inizio del cantiere della riforma Fornero, che scatterà nel 2023 visto che in legge di bilancio sarà contenuta l’uscita con quota 102. Ma non sarà un percorso semplice: i sindacati insistono su una flessibilità diffusa a partire dai 62 anni o 41 anni di versamento.
Contro la fuga Il decreto anti-delocalizzazioni, dopo mesi di stallo, è diventato un emendamento del governo alla manovra (“Disposizioni in materia di cessazione di attività produttiva”). Secondo la bozza circolata, i datori di lavoro con più di 250 dipendenti che intendono procedere alla chiusura di una sede, con minimo 50 licenziamenti, dovranno comunicarlo almeno 90 giorni prima, elaborando un piano aziendale per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Sulle sanzioni, il compromesso raggiunto nella maggioranza prevede che l’impresa che viola la procedura pagherà il doppio del costo del licenziamento.
Lo chiamavano dignità Il 31 dicembre, salvo rinvii dell’ultima ora, scade lo stop alle causali rigide imposte nel decreto dignità per i rinnovi del lavoro a termine, quello che di fatto sta guidando la ripresa del mercato del lavoro. Non è un caso che nei contratti di categoria e aziendali si stiano inserendo motivazioni ad hoc e regole mirate per allentare i vincoli, spiega Il Sole 24 Ore.
MISSIONE COMPIUTA (PER ORA)
Numeri di fine anno Il governo ha centrato i 51 impegni fissati con l’Europa nel 2021 per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mancano ancora alcuni decreti attuativi, ma gli ultimi passaggi saranno conclusi prima della scadenza. Lo annuncerà Mario Draghi il 22 dicembre, nel corso della conferenza stampa di fine anno. La relazione verrà votata dal Parlamento. E dopo l’invio della documentazione alla Commissione europea, arriverà la seconda tranche di aiuti da 21 miliardi. È solo il primo traguardo di una maratona che finirà nel 2026, scrive La Stampa.
- Ma ora i soldi vanno spesi, e spesi bene. Anche perché da gennaio scatterà un nuovo round di scadenze da completare entro il 30 giugno 2022.
AGENDA PER IL NUOVO ANNO
Non ci sono solo gli impegni presi con l’Europa per sostenere la crescita nel 2022. Restano una serie di partite aperte sul futuro industriale, digitale e bancario.
- In primis la questione Tim-Kkr: Luigi Gubitosi è uscito dal cda, ma la partita è ancora lunga.
- Poi va risolto il dossier Mps: il cda ha approvato il nuovo piano industriale, con un aumento di capitale da 2,5 miliardi, che dovrà passare al vaglio di Bce e Commissione Ue, ma i sindacati parlano già del rischio di 4mila esuberi.
- Bisognerà capire quale sarà il futuro di Ita e dell’ex Ilva. Acciaierie d’Italia ha presentato il piano per la decarbonizzazione in dieci anni, con la piena occupazione al 2025 e investimenti per 4,7 miliardi.
- Senza dimenticare gli svariati tavoli di crisi industriale che andranno risolti. Sono a rischio oltre 41mila posti di lavoro. La scorsa settimana intanto si è conclusa la lunga vertenza della ex Embraco, con il licenziamento dei 377 operai, e il Mise riconvocherà il tavolo a gennaio per provare a ricollocarli tramite gli sgravi previsti in manovra. Su Gkn, invece, ora si spera in un acquirente per il processo di reindustrializzazione dopo il passaggio delle quote all’imprenditore Francesco Borgomeo che dovrebbe avvenire questa settimana.
REDDITO DI CITTADINANZA
Oltre l’assegno Secondo i numeri presentati da Anpal, i percettori del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro a fine settembre erano oltre 1 milione 800mila. Più della metà non aveva avuto alcuna esperienza lavorativa negli ultimi tre anni e in un quarto dei casi si tratta di disoccupati di lunga durata. Sono circa 725mila i beneficiari che hanno avuto un rapporto di lavoro durante la fruizione del beneficio, di cui quasi 550mila hanno attivato un nuovo rapporto di lavoro dopo aver avuto accesso al beneficio economico. Dei rapporti di lavoro attivati, i due terzi sono a tempo determinato, anche con durata molto breve, la maggior parte inferiore a tre mesi.
Altri 4 mesi I navigator del reddito di cittadinanza avranno un’ulteriore proroga del contratto di quattro mesi, restando alle dipendenze di Anpal Servizi. La maggioranza di governo ha trovato l’accordo sull’emendamento al decreto Recovery, che inizialmente prevedeva che passassero in capo alle Regioni, ipotesi a cui si era opposta la Lega e anche la Conferenza delle Regioni. E ora Pd e Cinque Stelle chiedono a Orlando di aprire un tavolo sul futuro di questi lavoratori, i cui contratti lo scorso aprile erano già stati prorogati fino a fine anno. Il grande inganno del Rdc sulla pelle di 2.300 navigator, ha scritto Il Foglio.
- Post Parisi E dopo la stabilizzazione dei precari “storici”, le Camere del lavoro autonomo e precario (Clap) sono state riconosciute come sindacato nell’Anpal.
- Il profilo Sul Manifesto viene tracciato l’identikit dei navigator: oltre la metà sono donne, tutti laureati, con un’età media di 35 anni. E secondo un sondaggio del Corriere, per il 97% di loro i centri per l’impiego sono inefficienti.
POLITICHE ATTIVE vs MISMATCH Il mancato incrocio tra domanda e offerta è uno dei problemi atavici italiani. E con il Pnrr in rampa di lancio, potrebbe creare un serio ostacolo alla ripresa economica post-Covid. La soluzione è puntare sulla collaborazione tra centri per l’impiego e agenzie per il lavoro private, per favorire la riqualificazione con percorsi mirati di accompagnamento. Da gennaio 2022, partiranno i nuovi corsi di formazione di IG Samsic HR.
QUESTIONE DI SICUREZZA
Effetto bonus Dopo il crollo della gru a Torino, che ha provocato la morte di tre operai, si torna a discutere della sicurezza sui posti di lavoro. Sotto osservazione il settore edile, esploso con i bonus e superbonus: nel 2021, tra il boom dei cantieri e le aziende improvvisate, nel comparto si sono contati 98 decessi. Secondo Bruno Giordano, direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro, nove imprese edili su dieci non sono regolari.
- Nella nota trimestrale congiunta sull’andamento dell’occupazione, si certifica la crescita dell’occupazione del 3,7% in 12 mesi, ma anche l’aumento delle denunce per infortuni sul lavoro.
Prevenzione Intanto, il ddl per l’istituzione della Procura nazionale contro gli infortuni sul lavoro si è arenato dal dicembre 2020. E l’ex Procuratore Raffaele Guariniello, che ha indagato su decine di sciagure industriali, dice che per evitare le tragedie le procure dovrebbero tornare a fare inchieste preventive. Luigi Sbarra, leader della Cisl, è tornato a chiedere la patente a punti per le imprese e più ispettori.
LA RITIRATA
Velocità diverse La Federal Reserve americana e la Banca centrale europea la scorsa settimana hanno annunciato l’uscita dalla politica monetaria ultra accomodante anti-pandemia. Ma la Fed sarà più veloce e la Bce più prudente. Negli Stati Uniti sono più preoccupati che la dinamica inflazionistica possa sfuggire di mano. Mentre la Bce deve fare soprattutto i conti con la delicata situazione dei Paesi ad alto debito, come l’Italia, e con l’impatto destabilizzante che una rapida uscita dal Qe potrebbe avere sul mercato del debito pubblico di quei Paesi.
ORIZZONTI 2022
Se lo dice lui Il ceo di Zoom ha detto che la piattaforma, esplosa con la pandemia, continuerà ad avere un ruolo centrale nel mondo del lavoro anche quando si tornerà in ufficio, perché i dipendenti chiedono sempre maggiore flessibilità sui tempi e i luoghi di lavoro.
- Mentre Apple fa slittare a data da destinarsi il ritorno in ufficio, dando un bonus da mille dollari per il lavoro da casa, il Nieman Lab sostiene che è arrivato il momento di fare spazio al lavoro da remoto anche nelle redazioni giornalistiche.
Cosa ci aspetta Dall’attenzione alla salute mentale alle settimane da quattro giorni, dai cambi di professione al metaverso: Forbes ha realizzato un elenco completo dei trend del lavoro nel 2022.
“Corona Economy” si ferma per due settimane e torna lunedì 10 gennaio.
Buon Natale e buon anno!
Ci si rivede nel 2022,
Lidia Baratta
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