In commissione Bilancio del Senato, dopo una maratona lampo di 14 ore, si è chiuso il percorso della manovra economica, che finalmente arriva nell’aula di Palazzo Madama. La maggioranza ha trovato l’accordo anche sul Superbonus del 110%, con l’eliminazione del tetto Isee di 25mila euro sulle villette, e sul rinvio delle cartelle esattoriali da 60 a 180 giorni. La manovra avrà un impatto da 32 miliardi, con un perimetro di deficit di 23,4 miliardi e un ulteriore spazio fiscale di 3,8 miliardi ricavato di corsa per arginare il caro energia.
Il provvedimento dovrebbe ricevere domani il primo via libera con il voto di fiducia in aula. Poi la palla passerà alla Camera tra Natale e Capodanno per la ratifica definitiva senza modifiche. Il testo sarà in commissione il 27 dicembre, mentre il voto a Montecitorio è previsto in aula tra il 28 e il 30. Con l’approvazione entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Una manovra monocamerale di fatto, come accade ormai da diversi anni.
Lo stallo in commissione si è registrato ieri in particolare sulla misura che più di altre interessava tutte le forze di maggioranza: il Superbonus con il credito di imposta al 110% sui lavori di efficientamento energetico. I partiti da settimane chiedevano al governo di rimuovere il tetto Isee a 25mila euro. Un ampliamento della platea dei beneficiari che, alla luce dei costi aggiuntivi per le casse pubbliche, ha generato un lungo negoziato con il ministero dell’Economia. Tanto che l’emendamento, dopo più riformulazioni, è stato depositato in commissione solo nella tarda mattinata di ieri. Oltre alla rimozione del tetto Isee, la nuova norma esclude anche la limitazione alla prima abitazione. L’unico vincolo è effettuare almeno il 30% dei lavori entro il 30 giugno 2022. Ma il pacchetto di misure dedicate alla casa è ampio: c’è il bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche, il Superbonus fino al 2025 per i comuni colpiti dal terremoto e il bonus mobili che passa da 5 a 10mila euro. Oltre al rifinanziamento del bonus Tv.
Confermato il taglio delle tasse per 8 miliardi (7 miliardi di Irpef e 1 di Irap) e l’introduzione dello schema che riduce gli scaglioni Irpef da cinque a quattro. L’altro intervento finanziariamente imponente riguarda l’aumento dello stanziamento per calmierare la corsa delle bollette di luce e gas: il fondo da utilizzare nel primo trimestre 2022 passa da 2 miliardi a 3,8 miliardi. Le risorse serviranno a azzerare gli oneri di sistema, ad abbassare l’Iva sul gas e a rateizzare in dieci pagamenti le fatture delle famiglie in difficoltà.
Tra gli emendamenti del governo figura anche il fondo da 2,67 miliardi per le città metropolitane in crisi. Previsto anche un fondo aggiuntivo da 180 milioni per la scuola e uno stanziamento di 150 milioni Turismo, Spettacolo e Auto.
Nella lista delle modifiche volute dai partiti trovano posto anche svariati interventi a pioggia: gli sgravi al 100% alle piccole imprese che nel 2022 assumono apprendisti, la norma per i lavoratori del settore edile e per i ceramisti che riduce a 32 anni l’età contributiva per accedere all’Ape Sociale, la proroga della sospensione della tassa per i tavolini all’aperto Tosap anche nel primo trimestre 2022, l’annullamento fino al 2024 degli obblighi Iva per il Terzo settore, l’innalzamento al 5% del tetto delle quote di partecipazione al capitale di Bankitalia.