Lo scioglimento della riserva da parte di Berlusconi sulla sua candidatura al Quirinale dovrebbe arrivare entro domenica. Matteo Salvini – colui che ha il «boccino» in mano, come dice Matteo Renzi – ha provato a proporre alternative per un piano B. Ma, racconta Repubblica, il nome di Mario Draghi al Cavaliere proprio non va giù.
«Mario ha firmato la lettere della Bce contro il nostro governo… È tutto nel libro di Brunetta sul complotto che fece cadere il mio governo nel 2011, l’avete letto?», avrebbe detto ai suoi durante una delle innumerevoli riunioni che si susseguono in queste ore nel centrodestra. Pensieri e malumori accompagnano l’anziano leader di Forza Italia, che si sarebbe sentito messo da parte. «Da quando è presidente del Consiglio ci siamo sentiti solo per Natale, e l’ho chiamato io», è il virgolettato riportato da Repubblica. Eppure, avrebbe ricordato Berlusconi, «sono io ad averlo indicato alla Bce, io ad averlo proposto per il governo».
Per questo, il Cavaliere non avrebbe abbandonato affatto la strada del sostegno a Sergio Mattarella per un bis. Anche perché sugli altri profili di centrodestra avrebbe posto il veto. «Non chiedetemi di ritirarmi per Moratti o Frattini, guardate che allora votiamo Mattarella. Casini? Piuttosto propongo Gentiloni».
In realtà, intervenuto per l’ultima volta al plenum del Consiglio superiore della magistratura, Sergio Mattarella ieri ha fatto gli auguri di buon lavoro al prossimo presidente della Repubblica, escludendo così la possibilità di una sua rielezione.
Ma lo scenario di un Mattarella bis è solo una delle tre strade che ha davanti Silvio Berlusconi. La seconda opzione – quella che gli fa storcere la bocca – è Draghi, su cui starebbe premendo Gianni Letta. Il quale continua a frequentare Palazzo Chigi e a suggerire al capo una via ragionevole: sii tu a incoronare Draghi, se e quando sarà il momento. Lo chiamano già il “lodo Letta”. Mentre Fedele Confalonieri e il resto dei vertici Mediaset starebbero consigliando sia Draghi sia Mattarella e premono per la stabilità. Marcello Dell’Utri preferirebbe invece il bis del Capo dello Stato. Nessuno spiega però come convincere Salvini e come superare il no di Giorgia Meloni a Mattarella, che spaccherebbe la coalizione.
La terza via sarebbe quella dei filosalviniani consigliati da Denis Verdini, che propongono una resistenza a tempo: restare in campo e, soltanto di fronte all’impraticabilità dell’elezione, lasciare che sia Salvini a salvare il centrodestra e giocare la partita.
Giorgia Meloni, intanto, si è stancata di aspettare. «Spero che il vertice del centrodestra sia calendarizzato nelle prossime ore, altrimenti lo chiederò io ufficialmente», ha detto. Pure Matteo Salvini è stufo. E oggi a Bari riprende anche la sfilata di testimoni nel processo “escort” che vede Berlusconi imputato per induzione a mentire. Quando mancano solo tre giorni alla prima chiama del 24 gennaio, il quadro è tutt’altro che chiaro.