Il piano anti-rincariContro gli aumenti delle bollette di luce e gas, il governo stanzia altri 4 miliardi

Oggi il provvedimento è atteso in consiglio dei ministri insieme al nuovo decreto sostegni. Si parla di taglio dell’Iva, cartolarizzazione degli oneri di sistema e della possibilità di usare 1,5 miliardi derivanti dalle aste della C02. Rimandata la decisione sulla tassazione degli extra profitti realizzati dalle imprese energetiche

(La Presse)

Il governo si appresta a varare un ulteriore intervento per fare fronte ai rincari dei beni energetici. Il consiglio dei ministri previsto per oggi dovrebbe approvare un nuovo pacchetto di misure per mitigare i rialzi delle bollette di famiglie e imprese. Le risorse del provvedimento andranno ad aggiungersi ai 3,8 miliardi di euro già stanziati nella legge di bilancio.

Tra le nuove misure, che dovrebbero aggiungersi agli interventi del nuovo decreto sostegni atteso in cdm, c’è la possibilità di utilizzare 1,5 miliardi di euro derivanti dalle aste della C02, fondi altrimenti destinati al ministero dell’Economia e al ministero della Transizione energetica. Nel provvedimento dovrebbe entrare anche la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema per un valore complessivo di circa 2,5 miliardi e il taglio all’Iva proposto dal ministro Cingolani.

Un intervento da 4-5 miliardi – spiega Il Messaggero. Il dettaglio degli interventi aggiuntivi da adottare in materia di caro energia è stato oggetto del lungo vertice di ieri tra il premier Mario Draghi, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Giorgetti avrebbe insistito per ottenere il via libera all’utilizzo di parte delle riserve strategiche di gas, ma la proposta è stata accantonata, così come è stata rimandata una decisione sulla tassazione degli extra profitti realizzati dalle imprese energetiche. Un intervento complicato da mettere a punto in tempi stretti, considerati anche i contorni legali dell’operazione.

Cingolani, nel suo intervento al question time di Montecitorio, è tornato a ribadire la necessità di predisporre interventi strutturali, sebbene non immediati, ovvero quelli contenuti nella lettera inviata al premier Draghi poco dopo Natale, che complessivamente valgono una decina di miliardi. In dettaglio, si tratta di circa 2,5 miliardi ottenuti dalla cartolarizzazione degli oneri di sistema sulle bollette, 1,5 miliardi dalle aste Co2, 1,5 miliardi dalla riduzione degli incentivi sul fotovoltaico, da 1 a 2 miliardi dal taglio agli incentivi sull’idroelettrico, 1,5 dalla negoziazione a lungo termine delle rinnovabili. Tra le ipotesi anche l’aumento della produzione nazionale di gas metano.

Il Mite spinge per confermare subito la riduzione dell’Iva al 5% sul gas per piccole e medie imprese e famiglie con basso Isee. Giorgetti punta a soluzioni immediate per supportare le imprese già provate dal caro energia. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico ha incontrato i rappresentanti delle imprese energivore, dall’acciaio alle fonderie, dal cemento alla carta. L’obiettivo è disporre di un quadro dettagliato delle difficoltà dei settori a rischio con l’intento di «calibrare gli interventi del governo sulle diverse filiere, con priorità per chi è a rischio sopravvivenza, quando cioè l’interruzione produttiva è più conveniente del proseguimento dell’attività».

Ma tra le ipotesi che arriveranno oggi sul tavolo c’è anche quella di rivedere la soglia Isee delle famiglie che possono accedere agli sconti in bolletta giù approvati nei giorni scorsi, allargando quindi la platea.

Intanto Confindustria rinnova il suo grido d’allarme: «Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania». L’associazione degli industriali «valuta positivamente» la riunione voluta dal ministro Giorgetti ma insiste nel chiedere «una task force» coordinata dalla Presidenza del Consiglio, sottolineando che le proposte che ha illustrato al Mise sono da «condividere necessariamente in un tavolo interministeriale presso Palazzo Chigi». La partita non è solo tecnica ma anche politica. E Matteo Salvini insiste sulla necessità di uno scostamento di bilancio monstre fino a 30 miliardi.

In attesa delle scelte definitive, intanto, è in dirittura di arrivo anche il nuovo decreto sostegni. Il provvedimento stanzia circa 1,4 miliardi da destinare alle imprese più colpite dalla quarta ondata della pandemia nei settori del turismo, dello spettacolo e dello sport. Il decreto predispone anche gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dei settori danneggiati dall’emergenza, facendo ricorso, anziché alla proroga della cassa integrazione Covid, al Fondo di integrazione salariale (Fis) previsto anche per le micro imprese.

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