La città francese di Grenoble è diventata la nuova Capitale verde europea del 2022. Il titolo, assegnato dalla Commissione europea sin dal 2010, è un premio elargito nei confronti degli insediamenti urbani che si impegnano a migliorare la qualità della vita dei propri abitanti e si sforzano di diventare più sostenibili e puliti.
Grenoble ha già centrato molti obiettivi: è stata la prima città francese ad adottare un Piano climatico per il taglio delle emissioni (-25 per cento tra il 2005 ed il 2016), il suo sistema di riscaldamento sfrutta per l’80 per cento le rinnovabili, ha ridotto il limite di velocità a 30 chilometri per combattere l’inquinamento acustico, ha piantato 5500 alberi dal 2014, ha favorito l’uso delle biciclette con pedonalizzazioni e piste ciclabili, ha spinto i suoi abitanti a riciclare il cibo e nel 2022 produrrà l’equivalente di quanto consumato in energia pulita.
Nel 2016 Grenoble è salita agli onori della cronaca grazie a un’invenzione ideata dall’università che vi ha sede e consistente in micro-centraline collegate a smartphone in grado di rendere “visibile” l’inquinamento. I micro rilevatori, piccoli ed efficaci, consentono di verificare in tempo reale la qualità dell’aria che si respira. Le micro-centraline hanno un costo basso, pari a poche centinaia di euro, e possono essere agganciate a uno zaino durante una passeggiata oppure a una bicicletta per consentire di vedere, in tempo reale, quello che si sta respirando. La città, a causa di una particolare situazione orografica, si trova esposta al rischio di ristagno di agenti inquinanti.
Grenoble, che sorge a circa 100 chilometri a sud-est di Lione ed è considerata la capitale delle Alpi francesi, è stata la prima grande città della Francia a eleggere un sindaco proveniente dalle fila dei Verdi, Eric Piolle, nel marzo 2014. L’elezione del sindaco è stato solo l’ultimo tassello di un processo ultra-decennale.
Nel 1983 un gruppo di attivisti ambientali decise di prendere parte alle elezioni municipali e di schierarsi in favore del sindaco uscente, ma la vicenda si concluse con una deludente sconfitta. L’insuccesso non piegò la voglia di impegno politico degli attivisti e favorì la nascita dell’Associazione per la democrazia, l’ecologia e la solidarietà (Ades), che ha l’obiettivo di mettere l’ecologia al centro della politica locale e di combattere l’inquinamento.
La vittoria del 2014 è stata farina del loro sacco, ed è stata resa possibile dall’alleanza tra Verdi e Partito della sinistra. Le elezioni municipali svoltesi tra il marzo ed il giugno 2020 hanno visto la conferma per un secondo mandato di Eric Piolle che ha sconfitto, di larga misura, i rivali del centrodestra, quelli della Republique En Marche (il partito del presidente francese Emmanuel Macron) e quelli del Partito socialista. Piolle ha ottenuto il 46,4 per cento dei voti al primo turno, sfiorando un’immediata quanto clamorosa riconferma, mentre le liste che lo appoggiano hanno ottenuto i due terzi degli scranni all’assemblea legislativa locale, un vero e proprio trionfo.
L’obiettivo di Éric Piolle è quello di costruire «un arco umanista» che raggruppi tutti i movimenti francesi verdi e progressisti in modo che lo scenario politico possa diversificarsi e per riuscirci ha puntato sulla sobrietà. Una delle sue prime mosse è stata quella di tagliare indennità e salari, per una percentuale compresa tra il 9 ed il 23 per cento, dei rappresentanti municipali. La flotta di auto a loro disposizione è stata quasi completamente sostituita da biciclette in condivisione e le spese alimentari sono state tagliate del 78 per cento.
Non tutto, però, è sempre andato per il verso giusto. Il monitoraggio dell’aria del 2019 ha evidenziato che alcuni quartieri dell’area cittadina erano colpiti dall’inquinamento e diverse istituzioni culturali hanno lamentato una carenza di fondi che ne ha impedito il funzionamento.