L’Unione europea scommette sull’idrogeno per rendere il continente pulito e libero da emissioni di gas serra entro il 2050. Per perseguire questo obiettivo, la Commissione ha messo a punto una strategia sul medio e lungo periodo. Questo piano si chiama “Hydrogen strategy for a climate-neutral Europe” ed è stato presentato l’8 luglio 2020. Per il futuro, l’Europa punta a utilizzare l’idrogeno come materia prima, come carburante pulito per treni, bus, tir e aerei e come vettore energetico nell’industria pesante. L’idrogeno potrà infatti sostituire i combustibili fossili in processi industriali intensivi, per esempio nei settori dell’acciaio e dell’industria chimica, abbattendo le emissioni di CO2.
Attualmente la presenza di idrogeno nel mix energetico si attesta al 2 per cento. Quello in circolazione deriva ancora per la maggior parte da combustibili fossili come il gas e il carbone, che rilasciano tra i 70 e i 100 milioni di tonnellate di CO2. Questo tipo di produzione risulta al momento molto meno costosa di quella che permette di produrre idrogeno da fonti rinnovabili o da fonti fossili attrezzate con sistemi di cattura delle emissioni. L’Ue pianifica però di invertire la rotta e di investire per produrre soprattutto idrogeno verde a zero emissioni, ottenuto dall’elettrolisi dell’acqua, un processo da realizzare attraverso fonti rinnovabili, come l’eolico e il solare. Nel periodo di transizione, tuttavia, si continuerà a far ricorso anche a idrogeno con basse emissioni di carbonio.
La strategia europea, delineata dalla Commissione, si articola in tre fasi.
La prima abbraccia un arco temporale che arriva al 2024. Gli obiettivi principali sono decarbonizzare la produzione già esistente di idrogeno, arrivare a produrre almeno 1 milione di tonnellate di idrogeno da fonti rinnovabili e impiantare sul territorio europeo almeno 6 GW di elettrolizzatori.
La seconda fase riguarda il quinquennio 2025-2030. Entro la fine del decennio, ci si aspetta che l’idrogeno rinnovabile diventi finalmente più competitivo e parte integrante del sistema energetico. Si prevede di impiantare almeno 40 GW di elettrolizzatori e di incrementare la produzione fino a 10 milioni di tonnellate di idrogeno. Ci si attende che quest’ultimo cominci a essere impiegato anche nell’industria siderurgica e per i trasporti via terra (treni e tir) e via mare. Dovranno inoltre essere implementate le infrastrutture con cui trasportare l’idrogeno dai luoghi di produzione con abbondanza di energia rinnovabile ai luoghi in cui ci sia domanda, connettendo i diversi Stati dell’Ue. Per rendere efficiente la fornitura di idrogeno, si prevede di creare anche una rete europea con stazioni di rifornimento, di ricorrere ai gasdotti già esistenti per il trasporto e di realizzare impianti di stoccaggio su larga scala.
L’ultima fase si estende dal 2030 al 2050, quando l’idrogeno da fonti rinnovabili dovrà essere ormai diffuso, e le tecnologie per produrlo mature e disseminate ovunque. Entro la metà del secolo, ci si auspica che possa essere utilizzato anche nei settori più difficili da decarbonizzare, e come carburante per aerei e navi.
Secondo le stime della Commissione, gli investimenti nell’idrogeno ottenuto da fonti rinnovabili potrebbero raggiungere i 180-470 miliardi di euro, mentre quelli per l’idrogeno ottenuto da fonti fossili con basse emissioni di carbonio dovrebbero attestarsi sui 3-18 miliardi. Fino al 2030, i finanziamenti europei per acquistare gli elettrolizzatori potranno andare dai 24 ai 42 miliardi di euro, e altri 220-340 miliardi saranno invece necessari per connettere fino a 120 GW di energia solare ed eolica agli elettrolizzatori, così da ottenere l’elettricità necessaria a scindere le molecole di acqua. Si stimano inoltre investimenti per 11 miliardi di euro per riadattare gli impianti già esistenti che catturano e stoccano il carbonio, e per 65 miliardi per il trasporto, la distribuzione, lo stoccaggio e le stazioni di rifornimento. La Commissione prevede che il settore dell’idrogeno possa dare lavoro a circa 1 milione di persone in Europa.
Per rendere operativo il piano strategico, l’Ue ha dato vita alla European Clear Hydrogen Alliance, un’alleanza che mette insieme i governi nazionali, il mondo dell’industria e la società civile e che ha lo scopo di definire i progetti su cui investire, raccogliere la domanda e l’offerta, mettere in rapporto in maniera virtuosa la produzione e la distribuzione dell’idrogeno e sensibilizzare i cittadini.
Al piano europeo, che prevede di finanziare la ricerca nelle nuove tecnologie utili a produrre l’idrogeno, non manca infine uno sguardo globale. L’Ue mira infatti a cooperare nel settore dell’idrogeno con l’Ucraina, i Balcani e con i Paesi del Nord Africa, cercando di stabilire regole di policy comuni e operando investimenti diretti per accompagnare verso la transizione energetica anche i suoi vicini.