La stagione delle restrizioni è quasi finita. «Vogliamo un’Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi». È quello che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato ieri in apertura del consiglio dei ministri, che ha approvato un decreto legge contenente le nuove misure anti-Covid.
L’entrata in vigore è prevista entro lunedì 7 febbraio. Tra le novità, prevista l’estensione della durata del Green Pass, che non avrà più scadenza per chi abbia ricevuto tre dosi o sia guarito e ne abbia ricevute due. Disposta poi una rimodulazione della didattica a distanza, ormai destinata prevalentemente a bambini e ragazzi non vaccinati. E per i vaccinati viene eliminato ogni divieto, anche in caso di zona rossa.
Ma sulle nuove regole che riguardano la scuola si è consumato il primo dissidio nella maggioranza dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, che oggi giurerà alle 15.30 alla Camera. I ministri della Lega si sono dissociati e non hanno votato il provvedimento, e Giancarlo Giorgetti ha disertato sia la cabina di regia sia la riunione di governo.
«Pur condividendo le misure di apertura contenute nel decreto – precisano la loro posizione Giancarlo Giorgetti, Erika Stefani e Massimo Garavaglia – in coscienza non potevamo approvare la discriminazione tra bambini vaccinati e non vaccinati». Dal Pd parlano di «un atto preoccupante» e confidano si tratti «solo di un incidente di percorso e che da domani la maggioranza torni compattamente al fianco del presidente del Consiglio».
Confortato dal calo dei contagi e dal «numero incoraggiante di vaccinati», il premier Draghi tira dritto. «I provvedimenti di oggi», avrebbe detto Draghi secondo quanto riporta il Corriere, «vanno nella direzione di una ancora maggiore riapertura del Paese. Oggi ci occupiamo della scuola in presenza, che è da sempre la priorità di questo governo. Veniamo incontro alle esigenze delle famiglie che trovano il regime attuale delle quarantene troppo complicato e restrittivo».
Ma molti altri settori della vita quotidiana saranno via via interessati. «Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura – ha continuato Draghi – sulla base dell’evidenza scientifica, e continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamenti delle restrizioni vigenti».
Il Cts verso lo scioglimento
«Il Cts è una struttura d’emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell’emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge». Lo dice al Corriere della Sera Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico. «Verso le fasi finali di ogni emergenza si passa al cosiddetto hand over. Le prerogative dell’organismo costituito per la gestione dell’emergenza vengono ricondotte nell’alveo della gestione ordinaria, ad esempio ai ministeri competenti. A quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici chiamati in condizioni straordinarie».
Le nuove regole
Intanto, per più di un italiano su due – 34 milioni sono quelli completamente vaccinati – le restrizioni della pandemia sono da considerarsi definitivamente alle spalle.
I bambini non andranno più in didattica a distanza anche se avranno compagni di classe positivi e gli adulti non dovranno più rinunciare a nulla neanche nell’ipotesi che la regione in cui vivono diventi zona rossa.
E mentre le vaccinazioni tra i più piccoli sembrano essersi arenate intorno al 30%, le nuove regole prevedono che i vaccinati restino sempre in classe e quarantena ridotta per i non vaccinati, che resteranno a casa in dad per cinque giorni. I bambini delle scuole dell’infanzia vanno in quarantena a partire dal quinto caso nella loro classe. I vaccinati, in pratica, staranno a casa soltanto se si ammaleranno di Covid: dalle elementari alle superiori, in caso di contagi in classe, per tutti gli studenti che abbiano concluso il ciclo vaccinale, siano guariti o esenti dalla vaccinazione si attiverà l’autosorveglianza, cioè dovranno portare obbligatoriamente la mascherina Ffp2 ma potranno continuare a stare a scuola, come i professori. Per i non vaccinati la quarantena, se entrati in contatto con un positivo, scatta al secondo contagio per medie e superiori ma soltanto al quinto per le classi di scuole materne ed elementari.
Una misura che allarga molto le maglie perché, come ha spiegato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la didattica integrata (metà classe a scuola e l’altra a casa) non funziona alle elementari. E nel caso dei bambini più piccoli, ha spiegato la ministra della Famiglia Elena Bonetti, bisogna venire incontro alle esigenze delle famiglie che sono state spesso bloccate dalle continue quarantene dei figli piccoli. Sono «penalizzati» i non vaccinati delle scuole medie e superiori che andranno in dad al secondo contagio in classe per cinque giorni, come era previsto dalle norme attuali.
«Un’inaccettabile discriminazione», dicono i tre ministri leghisti che decidono di non votare il provvedimento. I ministri Bianchi e Speranza provano a minimizzare: «Non c’è nessuna discriminazione nel decreto che abbiamo approvato. Stiamo aprendo una fase nuova grazie ai vaccini che stanno finalmente piegando la curva epidemica senza per questo aver dovuto fare scelte di limitazioni molto significative».
Il calo del contagio è confermato anche dal bollettino di ieri: i 118.994 nuovi positivi sono 14.148 in meno del giorno prima. Con meno tamponi eseguiti, però, risale al 12,3% il tasso di positività. Ancora alto il numero dei decessi: 395, cioè 32 in meno del giorno prima. Costante la discesa dei ricoveri.
Saranno proprio i numeri dei contagi e della pressione sul sistema ospedaliero che segneranno la scansione del calendario delle prossime riaperture. Entro la fine di marzo, quando scadrà lo stato di emergenza, il governo conta di riaprire tutto: dalle discoteche ai concerti, dalla capienza piena di stadi e palazzetti ai grandi eventi. Ma il Green Pass resterà.
«Marciamo con cautela verso una nuova normalità», dice il ministro della Pubblica istruzione Bianchi che aggiorna il bilancio della scuola: l’81% degli studenti segue le lezioni in presenza e il 92% dei docenti è in aula.