A due anni dal primo caso di Covid-19 a Codogno, nel lodigiano, il ministro della Salute Roberto Speranza ha definito probabile la necessità di un nuovo richiamo vaccinale per tutti dopo l’estate. Un’ipotesi confermata anche dal consulente del ministro, Walter Ricciardi, in un’intervista rilasciata alla Stampa. «È probabile che in autunno sarà utile a tutti», dice.
Il professore spiega che sulla road map per l’uscita dalle restrizioni di cui ha parlato Draghi «i dettagli sono allo studio, ma ora è possibile un allentamento delle regole, pur mantenendo in piedi le strutture per la vaccinazione, la rivaccinazione, il Green Pass e le mascherine per i luoghi chiusi».
Sulla fine dello stato di emergenza, però, la decisione è «politica, ma bisogna distinguere tra l’emergenza dal punto di vista legislativo, che consente decisioni rapide, e quella sanitaria che continua non solo in Italia, ma nei Paesi dell’Est e a Hong Kong per esempio. Certe strutture e pratiche straordinarie possono finire, non l’organizzazione per la vaccinazione di massa», puntualizza.
E in Italia la quarta dose ai fragili «è un inizio alla luce dell’esperienza israeliana». Ma «è probabile che in autunno sarà utile a tutti». Perché anche l’efficacia della terza dose «dopo quattro mesi inizia a diminuire», spiega. O meglio: «L’immunità anticorpale cala, ma quella cellulare potrebbe durare più a lungo. Si vedrà».
Sulla vaccinazione sotto i cinque anni, «i primi test hanno dato buoni risultati sulla sicurezza, ma non sull’efficacia, dunque si deve ancora trovare la dose giusta per i piccoli. Questione di mesi».
Eppure, «nessuno può sapere se e quando uscirà una nuova variante. Sta emergendo in alcuni Paesi Omicron 2, per esempio, più contagiosa ancora e non si sa quanto patogenica. A varianti ferme dovremmo vivere tranquillamente fino all’autunno, ma l’equilibrio è precarissimo».