La guerra sta prendendo sempre più spazio nella nostra comunicazione, e anche il settore dell’enogastronomia non può ignorare la situazione contingente. Lo fa a modo suo, naturalmente, mettendo in campo tutte le risorse a disposizione per dare un segnale forte per la pace.
Il magazine di alta pasticceria inglese So Good mette in copertina il dolce della pasticcera ucraina @dinarakasko, virato con i colori della bandiera ucraina, per mostrare solidarietà all’autore di questa creazione spettacolare. Incorporando i colori della bandiera del paese attaccato, i redattori esprimono vicinanza e solidarietà al popolo in lotta.
I due dei colossi del mondo fast food McDonald’s e KFC sono chiusi al pubblico in Ucraina, ma non per semplice protesta: hanno infatti deciso di usare i loro ristoranti per distribuire pasti gratis e altri generi alimentari alla popolazione. «Ci sono molte persone che hanno fame fuori dalle città e hanno bisogno del nostro aiuto», scrivono da McDonald’s sui social media, mentre, KFC annuncia: «Ora siamo una grande famiglia, che ci aiutiamo a vicenda senza esitazione». Il celebre marchio di pollo fritto invita anche gli altri ristoratori a fare la loro parte, per sostenere militari e civili impegnati nel conflitto.
Nel frattempo la cancel culture colpisce un cocktail, reo di avere un nome in questo momento inviso al mondo: addio dunque al “Moscow Mule”, che diventa “Kiev Mule” o “Snake Island Mule”, nome dell’isola ucraina teatro di guerra. La protesta è simbolica, e forse sterile, ma per i locali americani che hanno aderito modificando il nome è una forma di protesta. Ovviamente cambiano anche Caipiroska, White Russian e Black Russian.
Da lì al boicottaggio della vodka il passo è breve: lo ha fatto Bernabei, dichiarando sui social network che smetterà di vendere tutti gli alcolici di fabbricazione e marchio russo. Il fatturato può attendere. Una mossa che, secondo gli osservatori, non ha un forte impatto sull’economia russa ma ha un valore simbolico significativo perché toglie identità al brand Russia nel suo insieme.
Ma il settore sta cercando di fare la sua parte anche con i rifugiati, che l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima saranno in totale circa 4 milioni. L’Italia potrebbe accoglierne il 13% e sono le strutture agrituristiche ad essersi messe in prima linea per far fronte all’emergenza. Cia-Agricoltori, con le sue associazioni Turismo Verde Associazione e l’organizzazione no profit di riferimento ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo che lavora per lo sviluppo e la crescita di comunità delle aree rurali più fragili e povere del mondo, di concerto con la Caritas Italiana ha attivato una rete di solidarietà rispondendo all’appello umanitario e coinvolgendo gli agriturismi presenti sul nostro territorio: «Siamo con l’Europa e pronte a fare la nostra parte» dicono le Associazioni che ricordano che in Italia esiste una comunità che conta quasi 250mila ucraini cui è necessario far sentire il nostro sostegno.
Il conflitto porta anche scossoni imprevisti: nella guida Gault&Millau il russo Vladimir Skvortsov lascia la presidenza e la guida gialla è in piena crisi: la guerra in Ucraina sta letteralmente abbattendo Gault&Millau, di proprietà dei russi Vladimir e Igor Skvortsov. Quest’ultimo ha appena lasciato la presidenza della guida, mentre i soci sono preoccupati e licenziatari sembrano ribellarsi.
E come per il covid le aziende si reinventano: un birrificio ucraino abbandona la produzione di birra a favore delle molotov. Di fronte all’invasione del loro Paese da parte della Russia, in una zona industriale di Leopoli, la principale città dell’Ucraina occidentale, i dipendenti del birrificio Pravda hanno smesso di produrre birra per fare bottiglie molotov. «Lo facciamo perché qualcuno deve farlo. Abbiamo le capacità, abbiamo attraversato una rivoluzione nel 2014 (il movimento pro-europeo Maidan, ndr), quando abbiamo dovuto produrre e utilizzare molotov», spiega ad AFP Zastavny, il proprietario della Pravda. Fondato nel 2014, lo stabilimento che è diventato un’istituzione a Leopoli ha già fatto scalpore nominando una delle sue birre preferite dopo un insulto a Vladimir Putin. Domenica il birrificio ha anche indicato sui social network di aver aperto i suoi punti vendita con un seminterrato dove ripararsi in caso di allerta aerea.
Tante anche in Italia le iniziative di solidarietà, come quella organizzato da una scrittrice italiana e una influencer americana, entrambe appassionate di lievitazione, che hanno messo insieme le loro competenze e colgono l’opportunità del digitale per raccogliere fondi in sostegno della nazione colpita dalla guerra con due workshop a tema gastronomico.
Per gli appassionati di dolcezza, invece, fino all’8 marzo, da Azotea, restaurant-cocktail bar nikkei di Torino, si potrà ordinare il dolce Supernova, pensato dalla co-proprietaria Noemi Dell’Agnello per omaggiare l’Ucraina e, simbolicamente, la Festa Internazionale della Donna. L’intero ricavato del dessert andrà alla Croce Rossa Italiana, per supportare le persone che stanno combattendo la battaglia in Ucraina.