Alta preoccupazioneLa reazione del mondo della moda alla guerra in Ucraina

L’invasione voluta da Putin ha creato incertezza nel settore fashion che sperava di uscire presto dalla crisi dovuta alla pandemia. Ci sono state molte manifestazioni durante la Milano Fashion Week, ed è stata cancellata la Mercedes-Benz Fashion Week Russia. Le sanzioni contro Mosca non riguardino i beni di lusso, ma sarà sempre più difficile essere pagati dai clienti russi

LaPresse

Quando il 24 febbraio è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina, le sfilate per la presentazione delle collezioni donna autunno-inverno 2022-23 erano attive già da due giorni a Milano. Si è trattato di un nuovo shock per il fashion system che auspicava questa stagione come il passaggio verso l’uscita definitiva dalle difficoltà create dalla pandemia.

Quello stesso giovedì davanti ai cancelli del luogo dove Prada ha presentato la sua collezione, due giovani donne hanno srotolato la bandiera ucraina. Il sabato pomeriggio successivo, mentre Dolce&Gabbana davano corso al loro show, le vie del centro di Milano si sono riempite di manifestanti per la pace. Domenica Giorgio Armani ha deciso sfilare senza accompagnamento musicale per solidarietà con le sofferenze del popolo ucraino.

Venerdì 25 in vista di possibili sanzioni economiche rivolte alla Russia Carlo Capasa, a capo della Camera Nazionale della Moda, ha espresso preoccupazione sottolineando che le esportazioni italiane di beni di lusso verso quel mercato ammontano a circa 1,2 miliardi di euro all’anno.

Si tratta di una quantità tutto sommato esigua rispetto alle cifre complessive che investono la moda italiana. E tuttavia tutti i titoli del lusso (non solo quelli italiani) sono scesi in borsa immediatamente dopo l’invasione: in media tra il 5 e il 6%. Si sono ripresi nei giorni successivi, ma l’1 marzo hanno registrato una nuova forte discesa calcolabile tra il 5 e il 9%.

Conclusasi la Fashion week a Milano è ora in corso la Fashion Week che a Parigi procede come da programma. Qui l’atteggiamento della Fédération de la Haute Couture et de la Mode è stato di altro tipo. In cima alla piattaforma di riferimento per calendari e sfilate in streaming ogni giorno è apparso l’annuncio del Presidente della Ralph Toledano. Recita così: «La creazione si basa sul principio della libertà, in ogni circostanza. E il ruolo della moda è quello di contribuire all’emancipazione individuale e collettiva nelle nostre società. Dato il contesto attuale, la Fédération de la Haute Couture et de la Mode vi incoraggia a vivere con solennità e riflessione gli spettacoli dei prossimi giorni in queste ore buie».

La situazione appare dunque incerta. Sappiamo che i beni di lusso non sono inclusi nelle attuali misure decise dell’Unione Europea verso la Russia anche se le transazioni per pagarli saranno certamente complicate dalle sanzioni finanziarie imposte.

Le sanzioni applicate da Stati Uniti ed Europa si concentrano infatti sull’esportazione di prodotti tecnologici, semiconduttori, aerei e altri beni potenzialmente utilizzabili nell’esercito e nella raffinazione del petrolio. Ma grande attenzione è rivolta pure alle banche e ai servizi finanziari: il blocco di transazioni in Swift richiede ora a chi opera con il mercato russo di cercare nuove relazioni bancarie per poter continuare ad operare.

Da ultimo vanno segnalati due accadimenti dell’ultima ora.

Il primo: gli organizzatori della  Mercedes-Benz Fashion Week Russia che si doveva tenere a Mosca 16 al 20 marzo (70 espositori lo scorso ottobre) hanno rinunciato a programmarlo.

Il secondo nella serata di ieri la Camera della Moda Italiana ha annunciato la propria adesione all’iniziativa di solidarietà lanciata da UNHCR per andare incontro all’emergenza umanitaria in corso in Ucraina. Il suo Presidente Carlo Capasa ha invitato tutti brand e le organizzazione di settore a dare il proprio contributo.

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