Il cambiamento climatico è arrivato letteralmente sul tetto del mondo: il ghiacciaio più alto del monte Everest, la montagna più alta della Terra, si sta sciogliendo.
Lo rivela un nuovo studio, pubblicato su Nature Portfolio Journal Climate and Atmospheric Research, che ha scoperto che il ghiacciaio South Col del Monte Everest, che gli alpinisti attraversano per raggiungere la vetta, potrebbe aver perso metà della sua massa dagli anni ’90 a oggi a causa del riscaldamento delle temperature nella regione.
Tale ghiacciaio ha impiegato circa 2.000 anni per formarsi, il che vuol dire che si è sciolto 80 volte più velocemente di quanto si fosse formato. La paura è che potrebbe scomparire del tutto entro la metà di questo secolo.
Questa scoperta è il risultato della spedizione del National Geographic e del Rolex Perpetual Planet Everest del 2019, che ha riunito 34 scienziati da tutto il mondo, capitanati da Mariusz Potocki e Paul Mayewski del Climate Change Institute dell’Università del Maine, e un gran numero di alpinisti.
La spedizione è stata una delle più ampie mai intraprese sul monte Everest: i ricercatori hanno installato ben cinque stazioni meteorologiche, due delle quali a 7.945 e 8.430 metri, che sono ora diventante le stazioni meteo alle maggiori altitudini sulla Terra. Inoltre hanno estratto una carota di ghiaccio (cioè una sezione semicircolare di ghiaccio ricavata tramite carotaggio dei ghiacciai) a 8.020 metri per il prelievo di campioni biologici e lo studio della qualità dell’acqua, nonché della storia dei ghiacciai dell’Everest.
«È stato l’esperimento scientifico più completo mai condotto sul lato sud dell’Everest», afferma Mayewski, continuando: «I risultati ottenuti rispondono a una delle grandi domande a base della nostra spedizione: i ghiacciai più alti del pianeta siano influenzati dai cambiamenti climatici di origine umana?». La risposta è un sonoro sì.
Il fatto che i ghiacciai si stiano sciogliendo non è, di per sé, una novità. Fino ad ora però, poca attenzione scientifica era stata data ai ghiacciai nei punti più alti del mondo. I ricercatori hanno affermato che i risultati non solo hanno confermato che il cambiamento climatico di origine umana ha raggiunto maggiori altitudini, ma sta anche interrompendo l’equilibrio critico fornito dalle superfici innevate.
I ricercatori sostengono che la perdita di ghiaccio è probabilmente notevolmente accelerata da un processo chiamato sublimazione, in cui la neve e il ghiaccio evaporano senza passare attraverso una fase liquida. La sublimazione è comune nei climi freddi e secchi, in particolare ad alta quota, ma caratterizzati da molta luce solare e forti venti, proprio come sulla parete sud del monte Everest. Questa trasformazione sta a significare che il ghiacciaio sta perdendo il suo scudo bianco per riflettere li raggi del sole, rendendo il suo scioglimento più rapido.
Il ghiacciaio è quindi destinato a una rapida ritirata, concludono gli scienziati, spiegando che potrebbe completamente scomparire entro 25 anni. In definitiva, questa ricerca ci mostra che nessuna massa di ghiaccio è al sicuro dai cambiamenti climatici. E che le implicazioni dello scioglimento dell’Everest sono importantissime.
I ghiacciai di qualsiasi montagna sono un’importante fonte d’acqua per la popolazione della zona. E per le montagne himalayane come l’Everest, questo è particolarmente vero. Oltre 1 miliardo di persone fa affidamento sui ghiacciai montani dell’Himalaya per l’acqua dolce. Si tratta di circa il 12,8% della popolazione mondiale. Per illustrare l’assoluta entità, più persone fanno affidamento sui ghiacciai montani dell’Himalaya per l’acqua rispetto all’intera popolazione del Nord America o dell’Europa.
In altre parole, se il monte Everest non è sicuro dai cambiamenti climatici, il resto del mondo è in guai seri.