Agro-investimentiL’intesa tra il ministero delle Politiche Agricole e Philip Morris per la filiera del tabacco

Il settore va incontro a costanti trasformazioni, e quello del nostro Paese è il più importante d’Europa. Aumentarne la competitività e l’innovazione sono gli obiettivi degli accordi siglati nel 2011 e rinnovati oggi

Il ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) e Philip Morris Italia hanno rinnovato anche per il 2022 gli impegni per la promozione della filiera tabacchicola italiana. È il più importante d’Europa e conta 50mila addetti nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria. L’Italia e le sue filiere agro-industriali sono al centro della trasformazione in atto a livello globale nel settore del tabacco, a livello agricolo, industriale, distributivo e digitale.

Con la firma dell’intesa Philip Morris Italia investirà fino a 100 milioni di euro per supportare la coltivazione di tabacco Burley e Virginia Bright. È il più alto investimento nel settore da parte di un’azienda privata. Si stima che questi investimenti avranno un impatto occupazionale per quasi 30.000 persone.

«L’intesa con il MIPAAF conferma la nostra volontà di supportare nel lungo periodo la tabacchicoltura in Italia per renderla sempre più competitiva in un settore in rapida trasformazione», ha affermato Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia. «L’agricoltura rappresenta le fondamenta di una filiera integrata italiana, che comprende anche la manifattura 4.0 e i servizi, totalmente orientata alla produzione di prodotti innovativi senza combustione».

Con l’intesa il MIPAAF e Philip Morris Italia riconoscono l’importanza di promuovere soluzioni innovative che contribuiscano alla sostenibilità eco-energetica e ambientale della coltivazione, in particolare riducendo l’uso di agrofarmaci, fertilizzanti e le emissioni di CO2 anche grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come il biogas e il fotovoltaico.

Questa intesa è importante anche in considerazione della situazione pandemica che, protraendosi da più di due anni, rischia di determinare un’ulteriore diminuzione del numero dei tabacchicoltori italiani.

Con gli accordi siglati nel 2011, si era già andati nella direzione di una filiera corta e integrata. Il centro del modello di “Vertical Integration” è rappresentato dai coltivatori ed è il punto di partenza della visione strategica e degli investimenti sul territorio italiano, che negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente.

La firma di oggi rappresenta il nuovo passo di un percorso intrapreso da oltre dieci anni, che ha generato investimenti nell’agricoltura, consentendo a circa 1.000 imprese tabacchicole – attive in Campania, Umbria, Veneto e Toscana – di sviluppare un modello di gestione integrato orientato all’innovazione.

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