Alleati strategiciIl filosofo Dugin chiarisce una volta per tutte cosa unisce putinismo e populismo

L’ideologo dell’autocrate russo, convinto che l’Occidente sia «la civiltà dell’Anticristo» e l’Ue «completamente degenerata», ha idee piuttosto precise anche sulla politica italiana. E a modo loro illuminanti

Mario La Pergola, da Unsplash

Alexander Dugin, filosofo ispirato dalle idee tradizionaliste di Julius Evola, fondatore del partito nazionalbolscevico, padre della cosiddetta «Quarta teoria politica» che a suo dire Putin ha fatto propria, sostenitore di un populismo che vada oltre la destra e la sinistra, convinto – come ha spiegato martedì in un’intervista al Quotidiano nazionale – che l’Occidente moderno sia «una civiltà completamente decadente»; che «meno contatti ha la Russia con questa dannata società tossica, meglio è per la Russia», essendo la Russia «una civiltà separata speciale: ortodossa ed eurasiatica», ben diversa dalla «parodia che rappresenta l’Unione europea liberalista e completamente degenerata»; che in Occidente l’influenza del Papa sia «minima, ridotta a una funzione umanitaria insignificante», e che altrettanto insignificante sia di conseguenza il suo appello a cercare un accordo «tra la civiltà russa e quella che ai nostri occhi è la civiltà dell’Anticristo»; che il pacifismo sia «una delle forme di pensiero più meschine»; che «la Russia, dopo aver lanciato un’operazione militare speciale in Ucraina, non può non ottenere la vittoria»; che «la Russia farà letteralmente di tutto per raggiungere i suoi obiettivi, anche fino a una collisione nucleare»; questo signore qui, insomma, con questo bagaglio ideologico, queste idee della politica e del mondo, martedì ha dichiarato all’AdnKronos che «l’Italia, quando Salvini era un populista di destra e i Cinque stelle populisti di sinistra, e quando potevano accordarsi tra di loro, aveva una possibilità storica», di cui «oggi si sente la mancanza».

E dal suo punto di vista bisogna riconoscere che non fa una piega.