Esiste un pregiudizio piuttosto radicato nei confronti delle paludi. Troppo pianeggianti e afose per poter offrire panorami immaginifici, non abbastanza collinari per reggere il confronto con i sontuosi orizzonti degli Appennini, ancor più difficile un paragone con gli innevati scenari alpini. Per non parlare del lago: andrà anche bene per rinfrescarsi dalla calura estiva, ma non regge il paragone con un bel tuffo nel Mar Mediterraneo.
Esistono anche luoghi che riescono a mettere in discussione tutte queste convinzioni, o quantomeno a riconsegnare una versione meno stereotipata e sbiadita del paesaggio lacustre. A poco più di un’ora da Milano, incastonata tra i vigneti della Franciacorta e il lago d’Iseo nella provincia di Brescia, la riserva naturale delle Torbiere del Sebino è un luogo ideale per entrare in connessione con le avvolgenti sfumature della fauna e della flora lombarda. Una gita primaverile semplice e alla portata di tutti, da concludere rigorosamente a tavola, alla scoperta dalle specialità della sponda bresciana dell’Iseo. E sempre a proposito di miti da sfatare: se pensate che il pesce di mare sia molto più gustoso di quello di lago, preparatevi, ancora una volta, a cambiare idea.
Natura incontaminata, storia e birdwatching
La riserva naturale delle Torbiere del Sebino è dichiarata zona umida di importanza internazionale. In quest’area, nata con l’ultima glaciazione durante l’era geologica più recente, dal 1700 e fino agli anni ’50 del secolo scorso veniva estratta la torba, prezioso sostitutivo del carbone utilizzato nelle fornaci, nelle filande, negli opifici, per riscaldare le abitazioni e per alimentare i treni della linea Brescia-Isea-Edolo.
La passeggiata ideale per visitare la zona fruibile, detta Lama, parte dal Monastero di S. Pietro in Lamosa, a Provaglio d’Iseo (BS), luogo di culto ricco di fascino risalente a mille anni fa abbarbicato su un rialzo roccioso. Dopo aver ammirato gli affreschi sorprendentemente ben conservati all’interno della chiesa, imboccate il percorso sud per addentrarvi nella Riserva Naturale, un fitto bosco di canneti, passerelle di legno sospese, specchi d’acqua, prati incolti e pescatori della domenica più o meno sonnolenti. Spegnete il cellulare e mettetevi in ascolto: aironi rossi, falchi di palude, nibbi bruni, cormorani, germani reali, appartengono ad oltre 30 specie diverse gli inquilini canterini delle Torbiere – un binocolo vi aiuterà a stanare i più timidi – che qui trovano l’habitat ideale per la nidificazione. Il percorso completo, circa a 9 km ad anello, conduce da Sud a Nord, ma è possibile deviare per il percorso centrale, il più suggestivo (benché in questo periodo sia chiuso al pubblico per salvaguardare l’avifauna durante il periodo di nidificazione). La passeggiata dura dalle 2 alle 4 ore. Giusti in tempo per l’ora di pranzo, ovviamente a base dei prodotti a chilometro zero offerti dalle acque del lago di Iseo.
Non (solo) la solita trota salmonata
Varietà e sapore caratterizzano l’offerta ittica del lago di Iseo che dà ospitalità a ben 23 specie diverse. Protagonista principale delle tavole è la tinca, un pesce dal sapore piuttosto intenso che fin dalla ricetta originale datata 1800 viene farcito con formaggio, pane e spezie e cotto al forno. In suo onore, ogni estate, a Clusane d’Iseo si tiene la Settimana della tinca al forno, che attira ammiratori anche d’oltralpe.
Co-protagonista della cucina d’Iseo è l’agone, meglio conosciuto come sardina, per la forma simile al più noto pesce di mare. Una volta pescati, gli agoni vengono eviscerati, lavati, lasciati almeno due giorni sotto sale e messi ad essicare al sole per almeno un mese. A questo punto le sardine di lago vengono raccolte in contenitori d’acciaio o di legno e pressate, per poi essere messe sott’olio per alcuni mesi. Il piatto tradizionale prevede una rapida cottura sulla brace e un condimento a base di olio, aglio e prezzemolo, con un accompagnamento di polenta abbrustolita. Il sapore della sardina essicata del lago di Iseo, presidio Slow Food, è piuttosto forte e ricorda quello delle aringhe; non occorre tuttavia essere dei temerari per per poterne apprezzare la particolarità.
Gusti meno sapidi ma non per questo meno gustosi arrivano con il pesce persico, base di un risotto molto delicato o più deciso nella versione impanata, il salmerino, molto spesso marinato e affumicato, e il fritto misto di lago. La fantasia degli chef iseani può poi attingere poi a una ricca tavolozza lacustre a base di anguilla, trota, cavedano, vairone, luccio, carpa, carpione e gambero di lago.
Dove pranzare?
Trattoria del Muliner, via S. Rocco 16, Clusane (Iseo, BS)
Quasi 60 anni di esperienza fanno di questa tranquilla ed elegante trattoria a due passi dal porticciolo di Clusane uno dei luoghi di riferimento per un pranzo nel segno della tradizione in chiave moderna. Accanto alla tinca al forno e alle sardine essicate troverete infatti proposte più innovativa come il rotolo di salmerino e l’insalata di tinca con cipolla rossa dedicata al grande Chef Vittorio Fusari. Tra i dolci, da non perdere il cestino di croccante con crema di zabaione, mentre gli amanti del caffè apprezzeranno il Kafa Forest Coffee, una delle più pregiate varietà al mondo proveniente dal cuore della foresta etiope.
Locanda al lago, Località Carzano, 38, Monte Isola (BS)
Gestito da pescatori professionisti responsabili del presidio Slow Food della sardina essiccata, questo ristorante con vista sul lago vale da solo la gita a Monte Isola, l’isola lacustre più alta d’Europa teatro nel 2016 della famosa installazione di Christo, Floating Piers. I traghetti per raggiungere l’isola partono da Sulzano, Sale Marasino, Iseo, Lovere, Sarnico e Tavernola. Mentre ammirate il paesaggio da una visuale privilegiata non perdetevi la zuppa di pesce e le lasagne al ragù di lago. Una passeggiata digestiva nell’isola vi porterà al Santuario della della Madonna della Ceriola, uno dei luoghi più panoramici del lago con una visione a 360 gradi delle coste e delle montagne che lo circondano, fino alle dolci colline della Franciacorta.