Basta un colpo d’occhio per comprendere di non essere nel classico dealer di una Casa automobilistica. Non c’è nulla che possa ricordarvelo, nemmeno per sbaglio. Sembra di entrare in un loft contemporaneo, popolato di mobili dal design ricercato, luci al neon multicolore e una selezione ben curata di prodotti decisamente cool legati dalla condivisione di un presente più sostenibile. Da un lato c’è il bancone di un bar in piena regola, dall’altro un ammiccante salottino per fare quattro chiacchiere in compagnia.
Avanzando si trova quella che potrebbe sembrare a tutti gli effetti una sauna — ma che si scopre essere una zona adibita allo smart working o al relax — poi dei bagni arancione fluo anticipati da un disimpegno le cui pareti sono ricoperte con un pellicciotto in cotone naturale color rosa su cui campeggia uno specchio enorme, l’ideale per i selfie di gruppo durante una nottata memorabile. Quando negli angoli dei soffitti si notano gli speaker di un sound system realizzato ad hoc dalla Funktion One, viene da pensare a una discoteca di Londra o di Berlino. E invece, in fondo, all’interno di una gabbia metallica, c’è l’autovettura che vi sareste aspettati di trovare in vetrina di fianco all’ingresso.
Siamo in uno dei Club di Lynk & Co, spazi polifunzionali e all’avanguardia che da soli potrebbero già essere la cifra riassuntiva della rivoluzione messa in atto dal brand svedese, astro luminoso – insieme a Volvo e Polestar – nella galassia della cinese Geely.
Il core business di Lynk & Co fa perno sul car sharing di ultima generazione, dove con una quota fissa mensile ci si porta a casa un’auto a cui non manca nulla e la possibilità di metterla in condivisione con famigliari, amici o altri utenti ogni volta che non la si utilizza. Se consideriamo che, mediamente, una vettura marcia su strada solo per il 4% del suo ciclo vitale – sì, significa che rimane parcheggiata e/o in sosta per il restante 96% del tempo – s’intuisce subito perché il gioco vale la candela.
“Lynk & Co è la Netflix dell’industria automobilistica”, sottolinea Alain Visser, l’illuminato CEO dell’azienda di stanza a Göteborg. E continua: “Proponiamo un abbonamento mensile da 550 euro in cui è compreso tutto, dall’assicurazione al bollo, fino alla manutenzione ordinaria. Per disdirlo bastano 20 giorni di preavviso, non ci sono penali. Quando la macchina è ferma può essere messa in sharing tramite la nostra app, decidendone l’eventuale tariffa oraria e andando così ad abbattere o magari azzerare interamente la fee”.
Visser è un fuoriclasse, spicca grazie al modo diretto e informale con cui affronta ogni argomento, gli basta davvero poco per comunicare al suo interlocutore la portata della rivoluzione di cui è portavoce. Prima di diventare il condottiero di Lynk & Co nella missione che sta aggiornando l’intero concetto di mobilità su quattro ruote, è stato vicepresidente della divisione globale di marketing, vendite e servizio clienti di Volvo. Ha anche lavorato in General Motors per 8 anni – in qualità di Chief Marketing Officer e di vicepresidente di vendite, marketing e after sales di Opel, nonché di membro del CDA di Adam Opel AG – dopo 17 anni trascorsi in Ford. “È un settore dominato da schemi logori e consunti, retaggio di un secolo dove il passo non è mai stato cambiato in virtù dei lauti guadagni che si raggiungevano senza alcuno sforzo”.
La vettura che propone Lynk & Co si chiama 01 ed è una SUV plug-in hybrid che vanta la ben collaudata piattaforma della Volvo XC40. Ha 261 cavali, 82 dei quali elettrici, accoppiati ad un cambio a 7 rapporti. Disponibile in due colorazioni, blu o nera, è già full optional: non ci sono allestimenti o accessori tra cui scegliere arrovellandosi il cervello, ha già tutto. E anche molto di più. Per stare senza pensieri, sin da subito. Volendo la si può acquistare a 42.500 euro, ma così facendo si rinuncerebbe all’estrema libertà – non solo economica – garantita dalla quota mensile, ritornando inesorabilmente alla casella di partenza.
I clienti di Lynk & Co si chiamano soci, perché fanno parte di una community. A oggi sono oltre 120mila nei sette paesi in cui il brand è presente e, gran sorpresa, l’Italia è al secondo posto come numero di iscritti subito dopo la virtuosa Olanda. Come da incipit non ci sono concessionari, ma Club che hanno già aperto i battenti in svariate città europee: Amsterdam, Anversa, Roma – dove la 01 nemmeno c’è -, Berlino e Barcellona; a breve atterreranno anche a Milano e Parigi. Qui è possibile organizzare o partecipare a eventi d’ogni tipo, musica dal vivo o dj set, talk e proiezioni cinematografiche in primis, ma soprattutto, per chi è ancora abituato a quel triste espresso di benvenuto servito in un bicchierino di plastica dal solito venditore d’auto, informarsi sulla modalità più cool e razionale di possedere un’automobile al giorno d’oggi.